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Trento: e gli stambecchi se la danno a gambe

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TRENTO — Le montagne trentine attendevano con trepidazione sei nuovi ospiti. Invece, loro se la sono data a gambe. Sembra che gli stambecchi promessi come risarcimento della Svizzera non abbiano nessuna intenzione di trasferirsi in Italia.

Tutti, oggi pomeriggio, erano pronti. I rappresentanti della Provincia autonoma di Trento, quelli del Parco nazionale Adamello Brenta e quelli della Confederazione elvetica. Gli stambecchi invece non lo erano affatto. Come bambini capricciosi, nei giorni scorsi non si sono lasciati prendere e portar via dalle guardie forestali svizzere. Così, il loro rientro in Italia è stato rimandato. Bontà loro permettendo.
L’arrivo degli animali in Italia si può a ragione chiamare rientro. Perché la loro donazione da parte della Svizzera non è casuale. Bensì il risarcimento simbolico di un “esproprio” avvenuto un secolo fa. Nel giugno 1906 infatti, furono introdotti nel Parco di San Gallo tre stambecchi di provenienza valdostana, catturati illegalmente nella Riserva Reale di caccia del Gran Paradiso. A quei primi tre esemplari ne seguirono altri che, grazie ad un’attenta gestione faunistica, finirono per ripopolare con successo le Alpi Svizzere, in cui la specie era stata sterminata fin dal XVIII secolo.
Così ora, in occasione del giubileo “100 anni di stambecchi in Svizzera – Steinbock 2006”, i Cantoni svizzeri doneranno complessivamente all’Italia circa cinquanta stambecchi destinati ad aree interessate da progetti di reintroduzione o ripopolamento. E giustizia sarà fatta. Forse…

Elisa Lonini

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