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Caldo record in alta quota, al ghiacciaio dello Stelvio si scia “sull’acqua”

Sul Passo dello Stelvio la stagione sciistica estiva si prospetta complessa, a meno di nevicate salvifiche nelle prossime settimane. La poca neve caduta nei mesi invernali ha iniziato a fondere in anticipo a causa delle temperature estive che hanno caratterizzato già il mese di maggio, incrementate vertiginosamente nel mese di giugno fino all’apice di questi giorni di fuoco che stiamo vivendo. E anche il ghiaccio ha iniziato a fondere. Così, nella porzione inferiore del ghiacciaio si sono venuti a formare dei piccoli “ruscelli”. Nei giorni scorsi è divenuto virale sui social un video che mostra maestri di sci del Veneto e allievi, riunitisi nel comprensorio per svolgere una sessione di perfezionamento, sciare in maniera anche piuttosto rocambolesca tra questi rivoli d’acqua.

C’è da ridere o piangere?

Immagini che, senza avere cognizione di cosa si stia osservando, potrebbero strappare un sorriso, risultare quasi comiche. Siamo in realtà di fronte a un video che ci racconta l’agonia di un ghiacciaio. Dando uno sguardo ai commenti suscitati dalla diffusione di tali immagini sul web, non manca chi si domandi se non sia forse il caso di sospendere lo sci estivo, per non peggiorare una condizione già di per sé tragica.

Cosa sta succedendo sullo Stelvio

La formazione di questa sorta di ruscelletti da disgelo è un fenomeno da non considerarsi anomalo in sé. Ricordiamo che per definizione un ghiacciaio sia un “corpo vivo”, dinamico, caratterizzato da processi di accumulo e ablazione. In condizioni stabili, accumulo e ablazione risultano bilanciati, assicurando la sopravvivenza del ghiacciaio. Il problema è che i cambiamenti climatici stanno incentivando uno sbilanciamento, e le conseguenze sono sotto i nostri occhi.

Sullo Stelvio, come su altri ghiacciai alpini, il 2022 appare come un anno “squilbrato”: in termini di accumulo, sappiamo bene che le precipitazioni siano state deludenti, in termini di ablazione si sono raggiunti nelle ultime settimane livelli di fusione di norma caratteristici dei mesi di luglio o agosto. Prendendo in prestito una riflessione del dottor Riccardo Scotti del Servizio Glaciologico Lombardo, estensibile all’intero arco alpino, “abbiamo passato l’inverno in attesa della neve, arrivati ad aprile abbiamo confidato nel “solito” maggio nevoso pronto a metterci una pezza. Niente di tutto ciò, è arrivato il maggio più caldo da quando si misurano i dati. Non poteva arrivare una combinazione peggiore per i ghiacciai.” 

“La situazione del ghiacciaio non è rosea per essere giugno – conferma a tal proposito ai microfoni di Repubblica Umberto Capitani, direttore degli impianti del Passo dello Stelvio – . Se fossimo così ad agosto sarebbe una normalità.”

Ad aggravare la situazione invernale, spiega Capitani, è stato anche il vento, che ha causato accumuli fino a 10 metri di neve in alcuni punti e assenza di neve in altri. Condizione che ha complicato le operazioni di preparazione delle piste. Basta dare uno sguardo alle webcam posizionate sulla zona per notare il patchwork di chiazze nude e innevate. Lo scorso anno, in questo medesimo periodo, dalle webcam avremmo visto soltanto una continua distesa di bianco.

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