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Colte dal buio, escursioniste sfondano il vetro del rifugio per trascorrervi la notte

Erano andate a perlustrare un giro ad anello nelle Alpi Carniche tra le malghe sopra Paularo ma si sono attardate e, colte dal buio, si sono riparate in un rifugio austriaco, forzandone una finestra. Due donne di Trieste del 1948 e del 1945 erano partite domenica 8 maggio, alle 11 del mattino, da Casera Ramaz, dove avevano lasciato l’auto, per compiere un giro ad anello nella zona Lodin -Pecol di Chiaula al fine di organizzare una escursione collettiva.

Hanno imboccato il sentiero 457 e attraverso Casera Ramaz Alta, Casera Lodin e passo del Lodinut hanno valicato il confine e sono arrivate a Zollner See alle 18: quindi molto tardi. Da qui per Passo Pecol di Chiaula avrebbero dovuto far ritorno a Casera Ramaz passando per il Rifugio Fabiani ma a causa di alcuni resti di neve che non consentivano di leggere lo sviluppo del sentiero hanno deciso di rientrare ritornando sui propri passi.

Considerato l’approssimarsi del buio han deciso di fermarsi al rifugio Zollner See Hutte e, rompendo il vetro di una finestra, hanno forzato l’entrata del manufatto chiuso. Non sarebbero riuscite ad avvisare i parenti in quanto la zona è priva di copertura telefonica. I familiari dopo la mezzanotte, non avendole viste rientrare  hanno allertato i soccorsi. Fortunatamente il figlio di una delle due ha trovato alcuni appunti della madre relativi alla zona che avrebbero percorso e ha potuto dare una indicazione alle squadre di soccorso.

Allertate la stazione di Forni Avoltri del Soccorso Alpino, con la squadra di Paularo e la Guardia di Finanza che con sei uomini si sono portati in zona individuando l’automobile alla partenza del sentiero 457. Qui si sono divisi in due squadre percorrendo l’anello in due direzioni. Verso le quattro del mattino le due donne sono state trovate nel rifugio austriaco. I soccorritori italiani avevano nel frattempo già avvisato i colleghi austriaci della ricerca in corso oltre confine di prepararsi a una eventuale ricerca congiunta per l’indomani. Le donne hanno chiesto di poter attendere l’arrivo dell’alba per fare rientro con la luce naturale e i soccorritori hanno atteso con loro. L’intervento si è concluso alle 8 di lunedì mattina.

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5 Commenti

  1. Speriamo che in Austria valga il principio di esclusione di colpevolezza per cause di forza maggiore, solo pagamento riparazione del vetro. A meno di incontrare per caso il gestore che non va per il sottile giuridico e si arrabbia.

  2. QUI NON SI TRATTA DI CAUSA DI FORZA MAGGIORE, MA DI COMPORTAMENTO SPROVVEDUTO. MOLTI SPROVVEDUTI SI AVVENTURANO, NON CONOSCENDO LA MONTAGNA, MECCANISMO DI’/NOTTE, PRIVI DI CARTE TOPOGRAFICHE, GPS INIMMAGINABILE, ABBIGLIAMENTO DA GITA IN CAMPAGNA, E CHI PIÙ NE HA NE METTA. CORREGGIAMO E SCORAGGIAMO QUESTI CATTIVI COMPORTAMENTI APPLICANDO A QUESTI SCONSIDERATI, I COSTI DEL SOCCORSO, IMPARERANNO A LORO SPESE!

    1. commento inutile…a prescindere che non si giudica nessuno, soprattutto senza conoscere i fatti (gli articoli giornalistici non valgono vista la qualità recente).
      Mi pare che le 2 signore non abbiano allertato il soccorso, ma lo ha fatto qualcun’altro, e che non ne avessero bisogno…piuttosto dovremmo chiederci: come mai hanno divuto romprere un vetro per ripararsi visto che c’era un rifugio? non vi era un locale invernale aperto? e nel caso perchè no?
      personalemente quando vado in montagna controllo sempre bivacchi e locali invernali anche se non ne ho necessità quando vi passo vicino e capita sempre più spesso di trovare chiuso ciò che dovrebbe essere aperto….

    2. 74 e 77 anni. Correggiamo i loro comportamenti perché sicomportano meglio in futuro. Quando? Nell’aldilà?
      Bastoniamo I 15enni che fanno danni ben più gravi.

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