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Il Trento Film Festival festeggia 70 anni e invita il pubblico a tornare in sala

Dieci giorni di cinema ed eventi, oltre 120 le pellicole in programma

Il Trento Film Festival compie 70 anni e lo fa nel migliore dei modi: riabbracciando il pubblico e invitandolo a tornare al cinema, a teatro, al padiglione di MontagnaLibri e nei tanti luoghi della città che dal 29 aprile all’8 maggio 2022 saranno animati dalle proposte del più longevo festival internazionale di cinema e culture di montagna. Dieci giorni di cinema ed eventi: il programma del 70. Trento Film Festival è ricchissimo e adatto agli interessi e alle aspettative di un pubblico variegato. Oltre 120 i film in programma, oltre 150 gli appuntamenti da non perdere.

Uno sguardo ai film

Dopo due edizioni ibride, segnate dal successo oltre ogni previsione della programmazione online, il Trento Film Festival torna interamente al cinema. Sono più di 120 i film, tra lunghi e corti, in programma: con 27 anteprime mondiali, 13 internazionali e 37 italiane, ben oltre metà del programma sarà composta da film mai visti prima in Italia.

Dai programmi speciali alla selezione degli oltre 700 film iscritti, questa 70. edizione si presenta come spazio ideale di scoperta, riscoperta e rielaborazione delle immagini del cinema di montagna e avventura, e ne rivendica il valore e l’attualità: in tempi difficili come questi, ci ricordano quello che ci spinge più lontano, più in alto, e l’emozione che dona superare confini e paure. La selezione è a cura del responsabile del programma cinematografico Sergio Fant, e della commissione di selezione composta da Enrico Azzano, Eleonora Bosco, Gianluigi Bozza, Linda Cottino, Miro Forti, Andrea Frenguelli, Antonio Massena. Il programma con il calendario delle proiezioni è online su www.trentofestival.it .

Concorso internazionale

Sono 15 i lunghi e 11 i medio e cortometraggi in competizione per i premi ufficiali, assegnati da una giuria internazionale composta da: i registi Michelangelo FrammartinoIllum Jacobi, esploratore e filmmaker danese; la giornalista e critica cinematografica polacca, basata a Helsinki, Marta Bałaga; l’alpinista Stefi Troguet; il professore all’Università di Innsbruck Christian Quendler.

In Concorso alpinismo e arrampicata troviamo: Adam Ondra: Pushing the Limits di Jan Šimánek e Petr Záruba, coproduzione della trentina Jump Cut, ritrae il grande climber ceco nella difficile, sportivamente e umanamente, preparazione alle Olimpiadi di Tokyo; The Sanctity of Space, il nuovo lavoro di uno dei più noti operatori di montagna in attività, Renan Ozturk, che insieme a Freddie Wilkinson ci porta tra gli incontaminati paesaggi dell’Alaska per un’avventura ispirata dalle prime fotografie aeree di quei territori; The Last Mountain di Chris Terrill, che con materiale filmato durante decenni ricostruisce il percorso dello scalatore inglese Tom Ballard.

Ritratti sono anche i due film italiani in competizione: Caveman di Tommaso Landucci, tra i documentari finalisti per i Nastri D’Argento 2022, sul folle e affascinante progetto dello scultore Filippo Dobrilla di una gigantesca opera celata negli abissi delle Alpi Apuane; e in anteprima mondiale Lassù di Bartolomeo Pampaloni, sul muratore siciliano Nino, che folgorato dalla fede si è ritirato sul Monte Gallo, vicino Palermo, trasformandosi in profeta e convertendo un vecchio osservatorio in tempio. Così come Akeji, le souffle de la montagne dei francesi Mélanie Schaan e Corentin Leconte, filmato nel Giappone più tradizionale e spirituale, protagonisti un anziano pittore e la moglie erborista, che vivono nel loro eremo in totale armonia con la natura; e l’attesissimo Fire of Love di Sara Dosa, stupefacente e poetico film d’avventura su una coppia di intrepidi vulcanologi, Katia e Maurice Krafft, realizzato da filmati d’archivio e con la voce off dell’attrice e regista Miranda July.

Come tradizione per un festival che guarda alla natura, protagonisti saranno anche gli animali: sia selvaggi, come in La panthère des neiges di Marie Amiguet, in anteprima italiana dopo il debutto fuori concorso a Cannes 2021, che ci porta sull’altopiano tibetano, dove la ricerca del leggendario leopardo delle nevi si trasforma in celebrazione del pianeta; sia più familiari, come in Vedette di Claudine Bories e Patrice Chagnard, commovente storia e parabola di una mucca, un tempo regina degli alpeggi, ora vecchia e stanca, qui indimenticabile protagonista assoluta.

Spazio alle storie di comunità con Dark Red Forest di Jin Huaqing, che vede come protagoniste 20.000 monache buddiste che vivono circondate da una natura aspra e isolate dal mondo in Tibet; Gaucho Americano del cileno Nicolàs Molina, che racconta la vita dei connazionali emigrati per lavorare in un ranch in Idaho; e Scenes from the Glittering World di Jared Jakins, sulla vita dei giovani nativi della Nazione Navajo: una commovente meditazione su adolescenza e identità.

Dal racconto di comunità a quello di interi territori: dalle Alpi, al centro dell’indagine dell’austriaco Robert Schabus in Alpenland, in anteprima internazionale, a The Taking di Alexandre O. Philippe che ci porterà nella Monument Valley. Per finire con la Groenlandia, teatro di Into the Ice di Lars Ostenfeld, avventura alla scoperta del segreto che il ghiaccio nasconde sul nostro futuro.

Tra i cortometraggi che completano il programma del Concorso, due gli italiani in anteprima mondiale, entrambe riflessioni sulla montagna al tempo del Covid: Alpinestate di Michele Trentini e Two Headed Mountain di Jacopo Marzi.

Anteprime

Evento di apertura, venerdì 29 aprile al Teatro Sociale, sarà la prima mondiale del restauro di Italia K2 di Marcello Baldi. A inaugurare le serate al Supercinema Vittoria, sabato 30, il lungometraggio A Piece of Sky dello svizzero Michael Koch, storia d’amore ambientata in remoto villaggio di montagna.

Tre lungometraggi di fiction: la commedia Wild Men di Thomas Daneskov, sul comico tentativo di Martin di superare la più classica crisi di mezza età rifugiandosi sulle montagne, fino all’imprevisto incontro che farà naufragare il suo piano; dal Sundance 2020 in anteprima europea The Mountains Are a Dream That Call to Me di Cedric Cheung-Lau, una gemma in cui le montagne del Nepal fanno da sfondo all’incontro tra il giovane Tukten, in partenza per migrare a Dubai, e Hannah, anziana impegnata in un trekking solitario; Altri cannibali di Francesco Sossai, ambientato in una remota zona nelle Dolomiti, dove montagne come prigioni spingono a coltivare pensieri estremi.

Film di chiusura, sabato 7 maggio, Monte Verità di Stefan Jäger, che attraverso la vicenda di Hanna, giovane madre desiderosa di liberarsi dalle restrizioni della società dell’epoca, ci porta alla scoperta del progetto utopico e rivoluzionario della prima comune hippie al mondo, nei primi del ‘900 tra le valli del Ticino.

Proiezioni speciali

Particolarmente corposa in questa edizione la sezione dedicata a omaggi, riscoperte e proposte originali, tra cui programmi dedicati al regista, operatore, alpinista ed esploratore bolognese Mario Fantin, che partecipò al TFF con ben 22 opere fin dalla prima edizione nel 1952, e a Luc Moullet , cineasta e critico cinematografico francese della generazione nouvelle vague, che torna a Trento per presentare una selezione dei suoi film “alpini”, dopo una prima visita al festival quasi sessant’anni fa.

Fantin torna protagonista anche in Il mondo in camera, documentario in anteprima mondiale di Mauro Bartoli. Altro ritratto di un protagonista della storia del TFF, in prima assoluta, è Il sergente dell’altopiano, la storia di Mario Rigoni Stern di Tommaso Brugin e Federico Massa. Altre figure di casa al festival in anni più recenti tornano in Un viaggio sulle Alpi di Roberta Bonazza, in cui l’antropologo Annibale Salsa e lo scrittore Marco Albino Ferrari ci conducono dialogando lungo l’arco alpino, e in Sarabanda a filo di cielo di Luca Bich e Gianluca Rossi, duetto all’ombra del Cervino tra il musicista Mario Brunello e l’alpinista Nives Meroi.

Due affascinanti opere ci invitano a guardare da prospettive inedite ai misteri della natura: The Mushroom Speaks di Marion Neumann, che esplora il mondo dei funghi, e in prima assoluta Forests – Un’evocazione del collettivo artistico Mali Weil, favola filosofica per vedere e pensare diversamente le foreste..

Tra le proposte che completano la sezione, da segnalare l’omaggio al giurato del concorso Michelangelo Frammartino, con la proiezione del suo ultimo film Il buco; il momento di solidarietà all’Ucraina con This Rain Will Never Stop di Alina Gorlova e Mountain Lockdown di Luca Calzolari, ritratto della montagna durante il lockdown 2020.

Terre alte

Quattro lungometraggi documentari italiani, tre dei quali in anteprima assoluta: Avenâl di Anna Sandrini girato nel paese di Cave del Predil, tra i boschi delle Alpi Giulie; Leogra. Eredità di un paesaggio di Andrea Colbacchini, pellicola che traccia ò’evoluzione paesaggistica di una valle del Veneto pre-alpino; Repubblica Ossiura, la montagna anarchica di Giovanna Poldi Allai girato nell’Appennino reggiano. Il quarto titolo italiano è Il contatto di Andrea Dalpian, che ha documentato in modo sorprendente il percorso di crescita in cattività di due giovani lupi. Gli altri lungometraggi di Terre alte, tutti in anteprima italiana, ci portano lontano: sulle Ande, con Al amparo del cielo di Diego Acosta, e con il racconto di La pantalla andina di Carmina Balaguer sull’attività di un cinema itinerante in alcune delle scuole più alte e remote del pianeta; nel Caucaso senza pace tra tensioni e conflitti, con Water Has No Borders di Maradia Tsaava, su una gigantesca diga parte di un complesso idroelettrico diviso tra la Georgia e la provincia separatista dell’Abkhazia; dalla Corea arriva Burning Flower di Won Ho-yeon, ritratto di Seonnyu, anziana analfabeta che non ha mai lasciato la montagna dove abita e lavora, e decide di iniziare a studiare e tornare a vivere; e infine Dəne Yi’injetl – The Scattering of Man di Luke Gleeson, sulla devastante costruzione di una diga nella Columbia Britannica e le conseguenze subite dal popolo Tsay Keh Dene, di cui il regista fa parte.

Tra i corti che completano la proposta di Terre alte, quattro gli italiani: Il mio vicino è un orso di Mattia Cialoni, La lunga strada di Alessio Salvini, La signora di Zeri di Emilio Pallavicino, e La vera storia della partita di nascondino più grande al mondo di Paolo Bonfadini, Irene Cotroneo e Davide Morando.

Alp&ism

In programma ben 14 tra lungo e mediometraggi e 11 corti, in gran parte in anteprima italiana, con personaggi come Reinhold Messner, Alex Txikon, Mick Fowler, Victor Saunders, Alex Lowe, Conrad Anker, Janja Garnbret, Stefan Glowacz, Cesare Maestri.

Non solo grandi imprese, ma memorabili vicende umane: come quella di Mendiak 1976 di Luis Arrieta Etxeberria, sulla spedizione in Pakistan nel 1976 di un gruppo di giovani baschi e sul loro salvataggio da parte di una cordata polacca; o il rapporto di amore/odio tra le due leggende dell’alpinismo britannico Mick Fowler e Victor Saunders, che in The Second Summit di Hugo Saunders si ritrovano per affrontare una vetta himalayana dopo aver superato il cancro, l’invecchiamento e una lite trentennale; o in Torn di Max Lowe su una delle più commoventi e incredibili vicende di fratellanza e alpinismo mai raccontate, protagonisti Alex Lowe, vittima nel 1999 di una valanga, e il suo compagno di cordata Conrad Anker, miracolosamente sopravvissuto all’incidente, che finì per innamorarsi della vedova di Lowe, e sposarla.

Immancabili i titoli che ci portano sul “tetto del mondo”: Everest Without Oxygen – The Ultimate Egotrip di Jesper Ærø denuncia l’ossessione irresponsabile di alcuni alpinisti per la performance e la visibilità attraverso la vicenda di Rasmus, determinato a diventare il primo danese a raggiungere la cima dell’Everest senza bombole d’ossigeno; The Icefall Doctor di Sean Burch documenta il rischiosissimo lavoro degli Sherpa; mentre con Everest – By Those Who Were There 1921, 1922, 1924 di John Porter e Dominic Bush torneremo all’epoca dei primi pionieristici tentativi di salita alla vetta.

Tra le vette asiatiche ci portano Anwar di Rosa García Loire, sui viaggi e l’impegno nella solidarietà, tra Himalaya, Sierra Leone e Pakistan, del grande alpinista basco Alex Txikon; e Traditional Alpinism – Experiences Cannot Be Inherited di Simon Messner, che racconta un trekking intorno agli 8.125 metri del Nanga Parbat con il padre Reinhold, ricordando la spedizione del 1970 in cui perse la vita suo zio Günther.

Il viaggio tra le montagne del pianeta prosegue con le Ande di Achachilas di Juan Gabriel Estellano, su un alpinista professionista cresciuto sognando di scalare vette viste come divinità dalla sua cultura nativa; La Liste: Everything or Nothing di Eric Crosland, racconta le spettacolari imprese di Jérémie Heitz e Sam Anthamatten, scialpinisti e amici fraterni. Infine si torna alle Alpi con le salite di Cedric Lachat in Swissway to Heaven di Guillaume Broust, e traversate in bicicletta lungo sentieri impervi per raggiungere vie iconiche, in Wallride di Tom Dauer, con Stefan Glowacz e Philipp Hans.

Protagoniste femminili si ritrovano nel lungometraggio in prima italiana The Wall – Climb for Gold di Nick Hardie, ritratto di 4 climber tra cui la slovena Janja Garnbret, nel difficile percorso per guadagnarsi un posto alle olimpiadi di Tokyo. E ancora in Not Alone, in cui Mosher Heather racconta il difficile percorso psicologico della guida alpina Sarah Hueniken, dalla morte di un’amica sotto una valanga al tentativo di riconciliarsi con la montagna; in The Traverse Ben Tibbetts e Jake Holland registrano non solo il tentativo di Valentine Fabre e Hillary Gerardi di essere le prime donne a percorrere con gli sci la Haute Route non-stop da Chamonix a Zermatt, ma anche le loro riflessioni su limiti e superamento dei ruoli di genere in montagna; questione che ritorna in A Woman’s Place di Menna Wakeford, dedicato ai 100 anni del primo club di arrampicata femminile britannico.

Spazio alla esplorazione con After Antarctica di Tasha Van Zandt sulla prima epica traversata del Polo Sud non assistita da mezzi meccanici, compiuta nel 1989–90 da sei esploratori di paesi diversi. Tra i cortometraggi che completano la selezione di Alp&ism, quattro gli italiani: Gioja22 di Stefano De Felici, Voglio che stai bene di Caterina Cozzio e Thomas Lattuada, S’avanzada di Francesco Palomba e Storie di montagna – Cesare e Luciano di Giorgio Salomon, con un’intervista a Cesare Maestri.

MUSE.DOC

Focus della sezione è il racconto dell’Antropocene: la più grande transizione socio-ecologica nella storia del pianeta Terra. Tre i documentari in programma: Animal di Cyril Dion in cui i sedicenni Bella e Vipulan, parte di una generazione convinta che il loro futuro sia in pericolo, intraprendono un viaggio straordinario alla scoperta del nostro rapporto con il mondo vivente; Bigger Than Us di Flore Vasseur, sulla battaglia della diciottenne Melati contro l’inquinamento da plastica che sta devastando l’Indonesia; Who We Were in cui Marc Bauder si domanda cosa penseranno di noi le generazioni future, e osserva lo stato attuale del mondo con l’aiuto di sei intellettuali e scienziati.

Orizzonti vicini

In Orizzonti vicini troviamo 4 tra lungo e mediometraggi e 7 opere brevi. I primi sono I ribelli del cibo. Storie di piccoli produttori dell’Alto Adige di Paolo Casalis, La frequentazione dell’orso di Federico Betta, sul rapporto uomo-orso in Trentino tra storia e presente, Una città di carta di Guido Laino su una piccola comunità del Tesino andata per il mondo a cercare fortuna, e Inedita di Katia Bernardi, ritratto della scrittrice Susanna Tamaro. I cortometraggi spaziano tra temi come la gestione del territorio, la cultura locale, la ricerca scientifica e la sperimentazione autobiografica, e sono: Across emptiness di Luca Albrisi, Astra, un cinema fatto in casa di Andrea Tombini, Il vuoto nel ghiaccio di Christian Casarotto e Andrea Lona, La voia de cantar di Katia Bernardi, Lift off di Christian Korsager, Ora sono diventata foresta di Irene Dorigotti e Vaia, la lunga notte. Testimonianze di Stefano D’Amadio.

I protagonisti della 70. edizione

Tra i protagonisti delle serate evento Reinhold Messner, che dialogherà sul palco del Teatro Sociale con alcuni dei più forti alpinisti della nuova generazione: Léo Billon, François Cazzanelli, Matteo De Zaiacomo, 
Federica Mingolla, Babsi Zangerl, Eliza Kubarska, Mykhaił Fomin.

É il futuro dell’umanità a ispirare l’incontro con Brunello Cucinelli, che dialogando con la giornalista Paola Jacobbi parlerà di come etica, ricerca del bello e cultura ispirino tanto la sua attività imprenditoriale quanto la sua visione culturale. Ambiente e territorio saranno i temi della speciale serata evento Karma Klima: la fuga: al MUSE i  Marlene Kuntz si esibiranno con una insonorizzazione dal vivo su immagini e video a cura di Lorenzo Letizia. Karma Klima è progetto al quale collaborano artisti e cooperative di comunità verso modelli di riqualificazione sostenibile. Mauro CoronaKurt Diemberger e altri protagonisti del mondo della narrazione – letteraria, cinematografica, giornalistica – saranno le voci di Estremi Narrativi, in collaborazione con la casa editrice Corbaccio e Meridiani Montagne.

I progetti di  solidarietà in Nepal sono il “Quindicesimo Ottomila” del grande alpinista Fausto De Stefani, al centro di un incontro e di uno spettacolo teatrale della Compagnia (S)legati, a cura di Montura Editing. Lungimiranza e coraggio al centro della serata che festeggia il settantesimo anniversario del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino: sul palco l’alpinista Hervé Barmasse e l’attore Andrea Castelli nei panni di Scipio Stenico, ispiratore e fondatore della prima struttura di soccorso organizzato in montagna in Italia. Barmasse sarà sul palco del Teatro Sociale insieme a Tudor Laurini anche per presentare il progetto del Cai WeClub e i vincitori della nuova sezione “Quarta Parete”. Torna al Festival anche Tamara Lunger, che dialogherà con il blogger Pietro Lacasella per raccontare il suo tour in Italia.

Tanti anche gli appuntamenti che porteranno il pubblico a viaggiare nello spazio, “che è, per eccellenza, la destinazione futura”, come dice Emilio Cozzi, giornalista, autore e divulgatore di cultura videoludica, conduttore di due eventi di primo piano della sezione Destinazione… FuturoDonne oltre l’orizzonte, con Marcella Salussolia, ingegnere che per Thales Alenia Space sta occupandosi della progettazione del Lunar Gateway, la base in orbita cislunare che supporterà i prossimi pellegrini selenici, e con Patrizia Caraveo, dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di Astrofisica (INAF) e premio “Enrico Fermi” 2021; e Astronave Terra: il futuro del nostro Pianeta osservato da sopra il cielo con Paolo Nespoli, ex astronauta Esa, protagonista di tre missioni a bordo della Stazione spaziale internazionale, che racconterà come e perché, dallo spazio, cambino la consapevolezza del nostro presente e del nostro futuro.

Il programma completo è disponibile su www.trentofestival.it

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