È in edicola la nuova monografia di Meridiani Cammini che ci porta sulle orme di Fernando Martins de Bulhões, noto come Antonio da Lisbona, e diventato poi Sant’Antonio di Padova, città dove morì nel 1231.

Il Cammino di Sant’Antonio percorre le tappe del cammino che collega i principali luoghi italiani di accertata presenza del santo di Padova, dai santuari antoniani di Camposampiero in Veneto fino a quello della Verna in Toscana, attraverso l’Emilia- Romagna e gli Appennini in 22 tappe e 430 km. Un viaggio che può essere percorso anche per singoli tratti, a piedi o in bicicletta, alla scoperta di un’Italia al di fuori delle direttrici di traffico più battute.
A presentarci il numero “Il cammino di Sant’Antonio” il direttore Walter Mariotti.
Parola al direttore
Antonio viene da lontano. Nasce e cresce a Lisbona (il suo nome è Fernando Martins de Bulhões), famiglia aristocratica e benestante. Da giovanissimo sente la vocazione e va in convento, a Coimbra. Dati i natali, la sua carriera pare assicurata, abate, o magari una porpora cardinalizia, chi lo sa. Attraverso le infinite risorse della Provvidenza, però «incontra» il fascino del viaggio. E lo incontra nelle figure di cinque frati francescani della prima ora, Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto, che nel 1219 Francesco in persona aveva mandato in missione in Marocco, per convertire i musulmani d’Africa. Il viaggio dei cinque passa appunto per Coimbra, Fernando li incontra, rimane conquistato dalla forza che emana dal saio francescano e dalla missione evangelizzatrice che contiene. E così si mette in cammino. Cammino spirituale (entra nell’Ordine del poverello di Assisi), e cammino fisico. Parte a sua volta per l’Africa, contrae una malattia non meglio specificata, si reimbarca per l’Europa, fa naufragio sulle coste siciliane. Dalla Sicilia inizia la sua risalita attraverso l’Italia, camminando e predicando, fino ad arrivare ad Assisi, dove nel 1221 incontra Francesco e partecipa al Capitolo Generale. Capace, carismatico, l’Ordine investe su di lui. Viene mandato a predicare e a far proseliti un po’ in tutta la Francia, torna in Italia dopo cinque anni e viene destinato a Bologna, poi a Forlì, quindi a Padova.
Il cammino che oggi percorriamo è un ritorno a questi luoghi dell’Italia centro-orientale battuti in un continuo andirivieni dai suoi sandali e dalle sue parole. Parole in movimento, prediche lungo il sentiero, o arrampicato su un noce, per farsi sentire dalla folla numerosa. Il simbolo di un «andare» che contiene sempre una missione, una fede (che la si voglia scrivere con la maiuscola o con la minuscola, è questione solo personale). Così dovrebbe essere, ogni volta che ci si mette in cammino…