Film

“An accidental life”, la vita di Quinn Brett dopo l’incidente su El Cap

L’11 ottobre 2017 è una data che segna un punto di svolta inatteso nella vita della climber Quinn Brett. il giorno della caduta, quasi fatale, durante la salita di El Nose su El Capitan che le causerà gravi danni spinali con conseguente paralisi della parte inferiore del corpo.

A distanza di una manciata di anni Quinn si racconta in una pellicola dalla forte carica emotiva, dal titolo “An accidental life” (USA, 2021, 87′), che sarà possibile vedere in streaming fino al 26 febbraio sul sito del Big Sky Documentary Film Festival 2022, evento che ha ospitato nei giorni scorsi la premiere mondiale del film, diretto da Henna Taylor.

Sinossi

“An accidental life” è un ritratto profondo, personale e vulnerabile, di Quinn Brett, ambiziosa climber da record che lotta per trarre un senso dalla tragedia di cui è stata protagonista, uno dei peggiori incidenti della storia dell’arrampicata su roccia.

Tre mesi dopo l’incidente, paralizzata e disorientata, inizia ad impegnarsi a pieno regime nella riabilitazione post traumatica. Un percorso non facile quello raccontato dalla telecamera di Henna Taylor, in cui Quinn si mostra emotivamente altalenante, alternando momenti giocosi a fasi più riflessive, fasi di ottimismo e disperazione, alla continua ricerca di qualche segnale che la vita possa tornare un giorno ad essere quella di un tempo.

L’incidente non ha soltanto fermato la carriera di Quinn ma ha anche trasformato quelli che erano i luoghi in cui amava mettersi in gioco in evitabili ostacoli mentali. Nei due anni di vita raccontati nella pellicola, la climber appare affrontare momenti di timore, di amarezza, di auto-biasimo, alternati a momenti di allegria, in cui il suo sorriso riesce a illuminare il buio che si trova ad affrontare.

Un percorso complicato, in cui deve cercare di perdonare in primo luogo se stessa per quell’errore compiuto in parete. E per perdonarsi deve ritornare sul luogo dell’incidente, affrontare i suoi fantasmi e convincersi del bello che resta, delle possibilità che la vita ancora può offrire e dei mezzi a disposizione per tornare a godere della wilderness tanto amata.

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