Le carote di ghiaccio rappresentano delle preziose macchine del tempo. Sono infatti in grado di farci viaggiare indietro nella storia, raccontando i mutamenti del clima avvenuti nel corso dei secoli. Ma quanto indietro nel tempo è possibile tornare? La risposta è variabile a seconda dei ghiacciai in questione. Sulle Alpi, nel mese di aprile 2021, è stata estratta dal ghiacciaio dell’Adamello una carota lunga 224 metri, in grado di raccontare circa 1000 anni di storia. Tanto più indietro non si sarebbe potuti andare, considerando che la profondità massima del ghiacciaio in tale punto sia di circa 270 metri. Se ci spostiamo però in Groenlandia, meglio ancora in Antartide, le cose cambiano. La calotta glaciale antartica arriva a misurare fino a 3 km di spessore. Estrarre qui una carota di ghiaccio, equivale a fare un viaggio nel tempo di milioni di anni. Esattamente ciò che ha in mente l’Australian Antartic Division (AAD).

1 milione di anni di storia in una carota di ghiaccio
Ci sono voluti anni di preparazione, per assicurare di avere a disposizione il materiale giusto per raggiungere l’obiettivo e anche lo staff giusto, ma finalmente il Million Year Ice Core (MYIC) Project della AAD sta per iniziare.
“L’Australian Antarctic Division (AAD) si imbarcherà per una delle più ambiziose stagioni estive di sempre“, si legge nel comunicato ufficiale della Divisione.
Uno staff copioso quello pronto a salpare per l’Antartide, composto da circa 500 ricercatori e personale di supporto. Scienziati provenienti da tutto il mondo saranno impegnati per 5 mesi nella realizzazione di una grande impresa: portare a casa una carota di ghiaccio in grado di raccontare almeno 1,2 milioni di anni di storia. Con un po’ di ottimismo anche 1,5.
Il carotaggio verrà effettuato nella zona del Little Dome C, a 3200 metri sul livello del mare, a circa 1200 km dalla Casey Station, la base di ricerca antartica più vicina all’Australia. Qui la profondità della calotta si stima possa raggiungere i 2,8 km.
Qualche anno fa, nell’ottobre del 2019, un articolo pubblicato su Nature annunciava il recupero, da parte di un team statunitense, di campioni di ghiaccio antartico risalenti a 2 milioni di anni fa. Non ci troviamo di fronte a una fake news né dobbiamo pensare di accusare la AAD di presentare la propria impresa come unica al mondo quando non lo è. Nello studio del 2019 i ricercatori avevano infatti recuperato campioni di ghiaccio, a profondità crescente, in maniera discontinua. Nel caso del MYIC Project obiettivo è estrarre una carota continua, senza saltare alcuno strato di ghiaccio della calotta.
Attualmente la carota glaciale antartica continua più antica che si è stati in grado di estrarre, ha portato gli scienziati a ricostruire l’andamento del clima fino a 800.000 anni fa.
Una caccia al record?
Ma qual è lo scopo ultimo del progetto, conquistare un nuovo record? Non banalizziamo la sfida cui si sta preparando la AAD! Gli scienziati che hanno voluto entrare a far parte del team non puntano a entrare nel libro del Guinness dei Primati ma a risolvere un mistero scientifico: comprendere come mai, circa 1 milione di anni fa, il ciclo delle ere glaciali passò da una durata regolare di 41.000 anni a un’era ogni 100.000 anni. Insomma, le ere glaciali improvvisamente iniziarono a durare di più.
A guida del team vi sarà la dottoressa Nicole Webster, che ha di recente dichiarato ABC News: “non stiamo cercando di catturare quello specifico punto, di un milione di anni fa. Avremo a disposizione una carota intera in grado di farci ricostruire il clima da oggi a quel punto. Analizzando l’andamento climatico del passato potremo anche prevedere cosa potrebbe succedere in futuro.”
A spasso nella storia
“Si prevede di iniziare a carotare a inizio 2022 – annuncia il paleoclimatologo Joel Pedro – e si continuerà per molteplici stagioni, con la speranza di toccare il ghiaccio più antico nella stagione 2025/2026″. Qualora si riuscisse a toccare il letto di roccia alla base della calotta, potrebbe essere possibile arrivare a ricostruire il clima di 1,5 milioni di anni fa. Ma come anticipato, gli scienziati puntano almeno a 1,2.
Ogni stagione operativa durerà 6-8 mesi. Se tutto andrà bene, si riuscirà a estrarre 1 km di ghiaccio per stagione. “Questo chilometro di ghiaccio – spiega la dottoressa Webster – peserà tra le 6 e le 8 tonnellate e sarà necessario poi trasportarlo presso i laboratori di Hobart per analizzarlo”.
Obiettivo degli scienziati sarà “ricostruire l’andamento della temperatura del passato, l’intensità di eventuali eruzioni vulcaniche, i venti, l’estensione del ghiaccio marino, la presenza di polveri”. Informazioni che sarà possibile estrarre dal ghiaccio analizzando i composti chimici in tracce e le particelle intrappolate negli strati sovrapposti, nonché i gas (come anidride carbonica, metano, ossigeno) contenuti all’interno di bolle d’aria, ciascuna delle quali rappresenta un campione incontaminato dell’atmosfera “di un tempo”, di quel momento in cui lo strato di neve in cui erano presenti è stato convertito in ghiaccio.
La teoria attuale sulla mutata periodicità delle ere glaciali
Torniamo un attimo alla domanda cui tenteranno di rispondere gli scienziati: perché 1 milione di anni fa le ere glaciali iniziarono a durare di più?
La teoria considerata attualmente più attendibile ritiene che la causa di ere glaciali più lunghe e fredde sia stata la riduzione dei livelli di CO2 atmosferica. La carota e la CO2 in essa intrappolata potranno aiutare a comprovare o meno tale tesi.
Inizia l’avventura…
La rompighiaccio che supporterà le operazioni, la RSV Nuyina, dovrebbe arrivare a Hobart nel mese di ottobre (il 16, secondo i piani). Sarà necessaria qualche settimana per caricare a bordo tutto l’equipaggiamento e i macchinari da portare alla Casey Station, circa 800 tonnellate di materiale tra cui 20 slitte, van, generatori e carburante per la traversata di 1300 km che i ricercatori dovranno compiere per raggiungere il sito di carotaggio. Si prevede inoltre l’utilizzo di altre navi per successivi rifornimenti. Per gli spostamenti in Antartide saranno anche utilizzati aeroplani equipaggiati di sci.