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Assalto alle Dolomiti: chiudere i passi alpini, sì o no?

Sono scene già viste un anno fa quelle circolate nel weekend di Ferragosto: lunghe code di auto e caos di turisti nelle principali località delle Dolomiti. Non solo. In 48 ore, tra sabato 14 e domenica 15 agosto, l’Elisoccorso dell’Alto Adige è dovuto intervenire 46 volte, evidenziando che nel 2021 non sia mai capitata una cosa simile in un solo weekend. Come riportato dal Corriere del Veneto, proprio a seguito delle innumerevoli chiamate di soccorso, si è iniziata a valutare una soluzione: chiudere i passi dolomitici.

Troppi turisti, poca attenzione

“La montagna è sotto l’assedio del turismo di consumo – ha dichiarato al Corriere, senza troppi giri di parole, Simone Demurtas del Soccorso Alpino e Speleologico Alto Adige – tanti nostri interventi estivi sono la conseguenza della leggerezza con cui si va in montagna. Troppe persone non hanno una preparazione fisica adeguata né tantomeno l’abbigliamento e l’equipaggiamento; la maggior parte dei nostri interventi riguardano il turismo, piuttosto che l’arrampicata in parete o su una via ferrata. Noi raccomandiamo sempre di informarsi bene e di chiedere utili consigli a professionisti quali le guide alpine.”

La situazione non è certo propria soltanto dell’Alto Adige ma estesa a tutta l’area dolomitica. Ragion per cui il Veneto appoggia la proposta di chiusura dei passi. Una questione non certo nuova, di cui si è parlato molto e fatto poco. Chiusura da non intendersi assoluta, ma un mezzo per promuovere anche una fruizione sostenbiile della montagna, ovvero stop ad auto e moto, sì a biciclette e e-bike.

“Una battaglia di civiltà e una grande opportunità”, così la definisce Michil Costa, referente della Maratona dles Dolomites, aggiungendo che “dovrebbero essere i nostri politici ad occuparsene dettando una linea”.

La questione chiusura passi

Vittorio Colao, attuale ministro per l’innovazione tecnologia e la transizione digitale, sospinto anche dalla sua passione per il ciclismo, ha sposato in pieno l’idea di Costa ed è stato attivato un tavolo di confronto che vede l’avvio di un dialogo tra le province di Trento e Bolzano e Regione Veneto, al fine di definire un protocollo d’intesa sulla gestione del traffico sui passi.

Il nodo è puntare sul rispetto dell’ambiente senza mortificare eccessivamente il comparto turistico.

La chiusura non basta

Come spiegato dall’assessore al Turismo della Regione Veneto, Federico Caner, “la soluzione sta nei mezzi pubblici, bus e navette elettriche, e nella viabilità sostenibile alternativa grazie a un maggior utilizzo degli impianti a fune anche d’estate. Per quanto concerne i passi dolomitici, chiuderli metterebbe in grave difficoltà i nostri operatori turistici; tuttavia, si può pensare a delle fasce orarie privilegiando le auto elettriche. La tecnologia ci viene incontro; in futuro i veicoli a zero emissione abbatteranno l’inquinamento acustico e ambientale.”

Della medesima idea è anche il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina, che non si è detto totalmente contrario alla proposta di chiusura dei passi ma, esattamente come Caner, ha tenuto a evidenziare che la chiusura in sé non rappresenti la soluzione. Bisogna definire un piano di potenziamento dei mezzi pubblici e degli impianti di risalita, per non bloccare i flussi turistici estivi, nonché incrementare le aree di parcheggio.

“L’ospite italiano va un po’ educato in questo senso”, commenta Ghedina, riportando l’esempio di Cortina che sta investendo già nella promozione dei mezzi pubblici a scapito delle auto private.

Sembrerebbe dunque che, al di là delle critiche sulle alternative da mettere in campo, l’idea di chiudere i passi sia condivisa all’unanimità da Trentino – Alto Adige e Veneto. Il dialogo attorno al tavolo prosegue, vedremo come si svilupperà la situazione nelle prossime settimane, mentre l’estate vola via.

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12 Commenti

  1. Da una parte applaudiamo la costruzione di un ponte pedonale sospeso che ha l’unico scopo di creare turismo dell’emozione e dell’adrenalina, dall’altra ci preoccupiamo che la gente che va in montagna è sempre meno preparata. Affidiamo alla tecnologia il grande problema, non siamo disposti a rinunciare a niente. …e allora farsi 300 km per una camminata in quota diventano sostenibili se li facciamo con una auto elettrica, ma lasceremo ai nostri nipoti tante belle foto dei ghiacciai che loro non vedranno mai.

  2. Critico…fammi un po’ capire cosa c’entrano moto e macchine con chi va in montagna con leggerezza. Poi intanto che rifai tutto il ragionamento chiarisci anche il “sai che fatica”

    1. L’articolo parla di chiudere ai mezzi a motore I passi dolomitici. Salirci con un mezzo a motore non comporta certo una gran fatica se ci si limita a fermarsi al negozio di souvenir. Discorso diverso se lasciato il mezzo a motore si compie una gita a piedi. Per il resto stia tranquillo che la chiusura è pura utopia in quanto tale forma di turismo genera probabilmente una notevole quantità d’introiti economici.

  3. “potenziamento degli impianti di risalita”. Ecco la magica soluzione… E ora con il fiume di soldi dalle Olimpiadi infiliamoci una decina di nuove seggiovie.

  4. Ce ad averne un vantaggio fossero solo investitori ed imprenditori esterni all’ambiente, si potrebbe anche chiudere i passi..poi pero’ ne soffrirebbe l’economia dei locali residenti..forse con abbandono e spopolamento se non si intraperndono attivita’ sostitutive al turismo di massa .Vale la pena di soppoprtare uno o due mesi di caos, e poi avere fieno in cascina per molti mesi di stagione morta? Secondo me sì
    Ce’ una webcam che punta su un noto passo dolomitico:ora e’ affollalta di camper , moto, auto in movimento o parcheggiate in tripla fila. Bar ed alberghi con finestre spalancate e viavai di umani ai tavolini e parcheggi privati See si guarda la stessa
    inquadratura con una certa continuita’, ci sono anche periodi vicini a 0 auto e altri mezzi..esclusi quelli dei lavoratori che migrano da una valle all’altra. Vale sempre il modo di dire periodo di”vacche grasse alternato a vacche magre”o economia con domanda soggetta a variazioni stagionali.

  5. va bene rafforzare i trasporti pubblici però però anche abbassare i tiket degli impianti a fune xkè vi dico io che sono della zona spendere 20 euro x 5 minuti di funivia mi sembra un pò esagerato

  6. Il 15 Agosto, ho fatto un escursione partendo dal Passo di San Pellegrino alle 07:20 e rientrando alle 17:00, cioè quasi 10 h praticamente continuate, facendo 4 ferrate e una cima, quindi penso oltre 20 km e 2.000 mt di dislivello, persone incontrate in tutto il tempo nr. 6, mentre nei bar, ristoranti, malghe, rifugi bordo strada ecc., c’erano code infinite anche per un caffè, il 99,99% di questi turisti, se non può parcheggiare vicino a dove vuole consumare, semplicemente non ci va, l’economia locale è pronta a rinunciarvi? io penso di no

  7. Chi ci dice che i turisti estivi non cerchino proprio la folla, la confusione,l’ammasso, l’esibizione di moto bici elettriche , abbronzature,chiasso… vestiario +zaino+ attrezzatura ipertecno nelle terre alte e parti anatomiche unte e tatuate sulla spiagge??Un ambiente solitario, silenzioso e rarefatto piace chi abita le zone turistiche tutto l’anno o ha una visione ecologi-romantica estetizzante e sbarca il lunario indipendentemente dal turismo. Tra pochi giorni finira’ tutto..e sara’QUASI come cantano Guccini&Nomadi, cosi'”Nemmeno un grido risuonerà…
    E catene di monti coperte di neve
    Saranno confine a foreste di abeti
    Mai mano d’uomo le toccherà
    E solo il silenzio come un sudario si stenderà
    Fra il cielo e la terra per mille secoli almeno
    Ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.”
    Sensazione di isolamento provata in Ottobre Novembre o .Maggio ..Giugno sulla strada che porta a alla zona Gardeccia, oppure strada verso il passo Fedaia, o in val sanNicolo’, Passo san Pellelgrino.. Baita Segantini e sentiero del Cristo Pensante..ora affollaltissime e con grande soddisfazione di bar, negozi souvenir, noleggi bici,confusione apportatrice di euro dove scarseggiano in periodi di stagione stanca,tranquillissima anzi morente se non si e’ guadagnato abbastanza..( approssimativamente 6 mesi su 12)

  8. I 20 euro di impianto diventano pochi se con zaino pesante e gambe e polmoni e cuore messi a prova si e’scelto un itinerario di salita con stessa partenza e stesso arrivo e si puo’ confrontare. Se poi si e’ anziani e’ l’unica possibilita’ e una tantum si paga volentieri se la giornata e’favorevole.
    Quanto all’assalto , dipende :. se gli assaltatori si portano tutto da casa ed in montagna non lasciano un centesimo,anzi lasciano rifiuti e feci,allora non portano beneficio ai valligiani. Se invece spendono e rispettano, poi nei mesi di stanca i montanari ci campano e non se ne vanno. Consigliabile fornirsi di prodotti locali (mangerecci e artigianali e servizi vari di professionisti ecologici, escursionistici, guide e istruttori sportivi)
    Problema confusione e’ relativo ad aspettative ed abitudini : molti abitanti di grosse citta’ non ci fanno caso, e per molti che vivono e lavorano isolati come fantasmi, un bagno di folla puo’anche far piacere .

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