Itinerari

Nascono i sentieri del brigante Gasbarrone

Bartolomeo Varrone, Meo per gli amici, è stato ucciso in un luogo di grande bellezza. La lapide che ricorda la sua morte, avvenuta nel 1835, compare all’improvviso accanto al sentiero che sale da Sonnino verso il Monte delle Fate, tra querce da sughero e lecci, in vista del Lago di Fondi e di Ischia. Proseguendo per qualche minuto compaiono il crinale dell’Appennino e il Circeo. Pare che Meo fosse un feroce brigante, ma aveva già pagato il suo debito trascorrendo sette anni in galera. Fu colpito a tradimento, non si curò bene, venne ucciso dalla cancrena. La lapide ricorda il suo rimprovero al figlio Michele, che non era riuscito a rispondere all’assassino. “Non hai saputo carica’ la botta!

I Monti Ausoni, piccole ma selvagge alture calcaree tra Terracina, Monte San Biagio e Sonnino, non raggiungono quote himalayane. La cima più alta, il Monte delle Fate, raggiunge solo i 1086 metri. I loro crinali e le loro valli, però, offrono a chi li percorre un bell’intreccio di storia, natura, panorami e tradizioni. “Due secoli fa queste montagne erano vive. C’erano allevatori e contadini, ovviamente. E poi c’erano i briganti che nascondevano la refurtiva negli alberi cavi e nelle grotte, e i gendarmi che davano loro la caccia” spiega Angela Pacchiarotti, tra gli animatori dell’Associazione Brigante Antonio Gasbarrone, dedicata al fuorilegge più noto della zona.

Il cuore di questo mondo arcaico e violento era il confine. Qui la frontiera tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie lasciava la costa del Tirreno, e iniziava a percorrere l’Appennino in direzione del Tronto e dell’Adriatico. Qui nel 1846, sono stati realizzati i primi degli oltre 600 cippi di pietra che indicano la frontiera, che recano da un lato le chiavi di San Pietro e dall’altro il giglio dei Borboni. Spostandosi da una parte all’altra del mh jv, i briganti di Sonnino e dei centri vicini si mettevano al riparo dai gendarmi, che fossero dei Borboni o del Papa. Erano figure burbere, contraddittorie, segnate da violenze perpetrate e subite. Antonio Gasbarrone, nato nel 1793, a vent’anni chiese di sposare Michelina, una ragazza del paese, ricevette un rifiuto dalla famiglia, allora uccise il fratello di lei e si rifugiò in montagna. Nelle cronache, del tempo e successive, fu definito come “un sanguinario” o “una tigre”, e accusato di ben 143 omicidi. Nel 1825 venne tradito e catturato, per poi passare 45 anni nelle fortezze pontificie, da Castel Sant’Angelo a Spoleto. 

Divenne un mito in Europa, perché Alexandre Dumas lo inserì ne Il conte di Montecristo, e Stendhal, console di Francia presso il Papa, si lamentò in una lettera perché “su cento stranieri che vengono a Roma cinquanta vogliono vedere Gasbarrone, e uno solo vuole conoscere me”. Nei suoi ultimi anni, dopo l’Unità d’Italia, il brigante che aveva combattuto il Papa e i Francesi si stabilì a Trastevere, e divenne quasi un eroe. Qualcuno lo descrisse come “un Garibaldi laziale”. Ma dopo la sua morte, nel 1882, il suo teschio e il suo fucile finirono nel Museo di Antropologia Criminale di Torino.

L’associazione di Sonnino, com’è ovvio, non fa nulla di illegale o violento. “Siamo nati nel 2015, siamo una trentina di soci, raccogliamo materiali e documentazione. I costumi che usiamo nei nostri spettacoli sono ispirati alle stampe e ai quadri dei primi anni dell’Ottocento” continua Angela Pacchiarotti. Nei primi anni, i “nuovi briganti” si vestono per animare feste e sagre, a Sonnino e nei centri vicini. Raccolgono cimeli, indossano costumi, sparano a salve, tendono sorridenti imboscate a camminatori e turisti. Poi, quando il Covid-19 blocca questo tipo di eventi, si dedicano a individuare e tracciare gli storici sentieri dei Monti Ausoni. 

Nello scorso gennaio, insieme all’associazione Svalvolati Into the Wild di Terracina, l’Associazione Brigante Gasbarrone ha inaugurato il primo tratto del Percorso dei Cippi, un itinerario di trekking lungo l’antico confine che dovrebbe arrivare all’Adriatico. Il frutto più interessante del loro lavoro, però, è una rete di dieci sentieri dedicati ai briganti e alle loro storie. La mappa che li descrive, intitolata Paesaggi nella storia, è stata presentata al pubblico sabato 31 luglio, e affissa in alcune bacheche del paese. L’indomani, 1° agosto, i sentieri sono stati inaugurati con una camminata da Sonnino fino al monumento naturale di Campo Soriano, sul versante di Terracina, coordinata dalla guida ambientale ed escursionistica Serena Ciavardini. 

In futuro questi percorsi verranno segnati con la collaborazione del Parco dei Monti Ausoni e del CAI. Già oggi per ogni sentiero, grazie a un codice QR riportato sulla mappa è possibile scaricare informazioni e racconti.     

Sabato 31 luglio, hanno partecipato all’inaugurazione dei sentieri il sindaco di Sonnino Luciano De Angelis, il direttore del Parco dei Monti Ausoni Lucio De Filippis, lo storico Gioacchino Giammaria e il regista e sceneggiatore Giancarlo Loffarelli, che sta lavorando a un film dedicato ad Antonio Gasbarrone. Francesco Petrucci, conservatore del Museo del Palazzo Chigi di Ariccia, ha portato per qualche ora a Sonnino il più famoso ritratto del brigante Gasbarrone, opera del pittore e incisore Bartolomeo Pinelli. Un’iniziativa che è stata molto apprezzata dai “briganti” di oggi. 

Quando l’emergenza sanitaria sarà terminata, ridiventerà visibile al pubblico la bella collezione di stampe e cimeli oggi custodita nella sede dell’Associazione Brigante Gasbarrone, nel borgo medievale di Sonnino. 

Quando gruppi o singoli li contattano tramite la loro pagina Facebook, o la mail assbrigantegasbarrone@gmail.com, i “briganti” sono lieti di accompagnare i visitatori verso i cippi di confine, la lapide di Meo Varrone e altri luoghi delle loro montagne. Molte gite iniziano e terminano percorrendo il viottolo che sale dal borgo verso i monti. Si chiama Via dei Ladri, un nome che è anche un programma. 

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Un commento

  1. L’apertura di un sentiero e’sempre un fatto …da festeggiare poi bisogna che attirie così col calpestio lo tengono aperto e frequentabile. ll peggio e’ che dopo l’entusiasmo iniziale, si coprano di erbacce, sassi , tronchetti e rami rovesciati e rimangano solo sulla carta. Succede…succede.Proprio in giugno ne ho sperimentato uno… volevo percorrerlo in modo da compiere un giro ad anello ma era interrotto da frane e invaso da erbe e cespuglietti, contanto di cartello rosso bianco indirizzante e un depliant patinato a colori in mano e nulla piu’.

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