Turismo

Grecia, cinque isole per camminare

Gli italiani che visitano la Grecia, da sempre, si dirigono soprattutto verso le aree archeologiche e le spiagge. Gli appassionati di montagna, invece, scelgono le gole di Vikkos, le montagne di Creta l’Olimpo, tutelati da Parchi nazionali straordinari. 

In estate, com’è giusto, molti viaggiatori preferiscono le isole (circa 6.000 in tutto, 227 delle quali abitate in modo permanente) divise nei cinque arcipelaghi delle Joniche, del Golfo Saronico, dello Sporadi, delle Cicladi e del Dodecanneso, di fronte alla costa della Turchia. Anche sulle isole si può camminare con piacere. Sentieri e viottoli, spesso segnati, conducono verso calette solitarie, torri e ponti di pietra, vette che in molti casi superano i mille metri sul mare. Il vento, che soffia 365 giorni all’anno, permette di camminare anche nelle giornate calde, e i percorsi più brevi possono essere seguiti al primo mattino e al tramonto. 

In molte isole greche, da qualche anno, gruppi di appassionati locali lavorano per pulire e segnalare centinaia di percorsi, che in passato venivano utilizzati da contadini, pastori, religiosi o militari. Una parte di questi interventi utilizza finanziamenti dell’Unione Europea, ogni anno si registrano delle interessanti novità. Per molte isole sono disponibili le ottime mappe della casa editrice Anavasi.  

Cefalonia e Itaca

L’isola di Cefalonia, bagnata dal Mar Jonio, è un luogo di natura e di storia. Il borgo di Fiskardo, oggi base per gli appassionati della vela, deve il nome al re normanno Roberto il Guiscardo, che vi morì nel 1085. La fortezza di San Giorgio, che domina Argostoli, è stata costruita da Venezia. La piccola Itaca, che si affianca all’isola principale, è la patria di Ulisse. Dopo l’8 settembre 1943, i militari italiani della divisione Acqui furono abbandonati senza ordini da Badoglio e dal re. Rifiutarono di sottomettersi ai tedeschi. Dopo una settimana di scontri si arresero, ma furono fucilati o annegati in mare. Su 12.000 uomini, le vittime furono più di 9.000.

Oggi, oltre alle spiagge di Lourdata, di Platia Ammos e di Myrtos, i visitatori di Cefalonia possono ammirare le grotte di Melissani e Drogarati e salire verso i boschi di Abies cephalonica (una specie endemica) del Monte Enos, che raggiunge i 1627 metri. Il Parco nazionale del Monte Enos, il Geoparco di Cefalonia e Itaca, e dei gruppi di appassionati locali stanno portando avanti un importante lavoro sui sentieri. Intorno al Centro visite del Parco si snodano quattro sentieri forestali, altri salgono verso la cima. 

Chi preferisce i sentieri affacciati sul mare li trova nella penisola di Fiskardo, all’estremità nord di Cefalonia, o tra Antisamos e la spiaggia di Koutsoupia, sulla costa orientale. Nell’entroterra di Argostoli, viottoli e sentieri collegano borghi, ponti medievali e mulini. Un tracciato sale ai resti dell’acropoli di Krani. Informazioni utili su https://kefaloniageopark.gr e su www.facebook.com/Hiking-trails-kefalonia. 

Hydra

Benvenuti in un piccolo mondo senza auto. A Hydra, un’isola del Golfo Saronico che si raggiunge dal Pireo, oppure da Ermioni, da Porto Heli o da Metohi nel Peloponneso, quasi non esistono strade. Come un secolo fa, sono asini e muli a trasportare verso le case e gli alberghi i bagagli appena sbarcati nel porto. 

Poco popolata nell’antichità, rifugio di marinai e pirati nel Medioevo, Hydra è diventata famosa tra il Sette e l’Ottocento grazie ai suoi armatori e ai suoi mercanti. Nel 1821 ha contribuito alla guerra d’indipendenza contro la Turchia ottomana fornendo 130 navi, con i relativi equipaggi. Sentieri e viottoli, indicati su un tabellone accanto al porto, portano alle spiagge di Kamini, Vlyhos (con un bel ponte ottomano in pietra) e Molos, e salgono al monastero del Profitis Ilias e al Monte Eros, 588 metri, che offre un vasto panorama. 

Una camminata più lunga conduce al Capo Zourvas, all’estremità orientale dell’isola. Il sentiero più suggestivo porta alla spiaggia di Limniòniza, sulla costa sud, scavalcando le alture che formano la spina dorsale dell’isola.

Santorini

Le rocce vulcaniche, le case bianche, il ricordo della spaventosa eruzione del 1613 avanti Cristo danno a Santorini uno straordinario fascino. Chi ama la storia non deve perdere gli scavi di Akrotiri, distrutta dall’eruzione, e dell’antica Thira.

Migliaia di viaggiatori arrivano con traghetti o aliscafi dal Pireo, da Creta o da un’altra delle Cicladi, l’aeroporto è collegato ad Atene e a scali europei e italiani. Le navi da crociera gettano l’ancora nella caldera, e i passeggeri salgono verso il centro con la cabinovia che ha preso il posto dei muli. Ma Santorini ha spazio anche per chi vuol camminare. Una traversata indicata da segnavia e cartelli, e che richiede due giorni, collega la spiaggia di Kamari, sulla costa orientale, con gli scavi dell’antica Thira, il villaggio di Pyrgos, il capoluogo e l’estremità nord-occidentale dell’isola. 

Chi preferisce escursioni più brevi può limitarsi al primo e all’ultimo tratto. La traversata da Kamari a Pyrgos tocca gli scavi di Thira antica e il monastero del Profitis Ilias, a 567 metri di quota.

Tra il capoluogo e Oia si toccano il borgo di Imerovigli e la chiesa di Agios Antonios. All’arrivo è un promontorio che al tramonto offre un meraviglioso panorama. Si esplorano a piedi le isolette di Nea Kameni e Thirasia, all’interno della caldera del vulcano.

Kalymnos

La piccola Kalymnos, nel Dodecaneso, era nota in passato per i suoi pescatori di spugne. Da vent’anni, quest’isola a nord di Kos è meta di arrampicatori provenienti da tutta Europa, attirati da una vasta scelta di pareti e di vie. 

Aspra, frastagliata e solitaria, Kalymnos offre poche spiagge (le più belle sono Akti, Masouri e Vlyhadia, e Hohlaka sull’isolotto di Telendos), fiordi rocciosi, decine di chiesette di montagna. Numerosi e di grande fascino i sentieri, quasi tutti segnati, che raggiungono eremi, vette e insenature solitarie.

Da Hora, il capoluogo, un assolato viottolosale al Kastro, il castello di origine bizantina, e prosegue fino al Monte Profitis Ilias, 725 metri, dove sorge una piccola chiesa con dipinta una grande bandiera greca. Da Kantouni una passeggiata accanto alla costa, conduce alla chiesetta di Agia Fotini. Sull’isola di Telendos, che si raggiunge in battello da Myrties, si va a piedi verso la chiesetta bizantina e l’insediamento medievale di Agios Konstantinos, per poi fare il bagno sulla spiaggia di sassi di Hohlaka. Utile il sito www.kalymnos-isl.gr. 

Samos

Nell’antichità quest’isola del Dodecaneso era tra gli approdi principali del Mediterraneo. Nel Santuario di Hera pregavano Greci, Egizi e Fenici. Anche se ha vissuto in esilio in Italia, Pitagora (quello del teorema) è il simbolo della cultura antica dell’isola.

Samos, a un miglio dalla Turchia, offre vere montagne (il Kerkis tocca i 1437 metri), qualche spiaggia sabbiosa molto amata dai turisti, e calette che si raggiungono solo in barca o a piedi, e dove vive la foca monaca. La pianura tra Pytagorion e Milo è un tappeto di uliveti e frutteti, più in alto dominano le vigne.             

Da qualche anno i sentieri di Samos hanno iniziato a essere segnati. Sul sito https://samoshikes.com si trovano informazioni sui 260 chilometri di percorsi. Da non perdere il tracciato da Potami alle calette di Mikro e di Megalo Seitani, e quello che sale da Kokkari al monastero di Vrondiani, ai piedi del Monte Ambelos, e poi scende toccando il borgo di Vourliotes. Un viottolo selciato sale al Monte Thaos e al monastero di Zoodochou Pigìs, affacciato sul mare.

La salita al Monte Kerkis inizia da Votsalakia (una strada sterrata consente di abbreviare il percorso) e segue un ripido sentiero fino al ventoso altopiano della cima. Si sosta nel monastero di Evangelistria, dove vivono delle monache ortodosse, su un terrazzo che offre atmosfere tibetane. 

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