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Il Nepal sta soffocando. L’appello agli alpinisti: riportate le bombole dell’Everest

Sono circa 3500 le bombole d’ossigeno che si trovano in questo momento ai piedi d’Everest. Un po’ al campo base, alcune già portate dagli sherpa ai campi alti. Molte sono in attesa di essere utilizzate dagli scalatori che proveranno a coronare con questo aiuto il proprio sogno di toccare il punto più alto della Terra. Moltissime sono già vuote, utilizzate dalle circa 150 persone che hanno già toccato la vetta nelle ultime 72 ore.

Il prezioso gas aiuta guide e clienti a respirare nell’aria rarefatta degli 8000 metri. Lo stesso prezioso gas aiuterebbe a respirare i pazienti Covid che soffocano negli ospedali di tutto il Paese, che non riescono più ad accogliere e prestare cura ai nuovi malati. Il sistema sanitario è al collasso e ciò che più manca è l’ossigeno. Dopo la richiesta di aiuto del Nepal alla comunità internazionale, la Cina ha portato bombole e ventilatori, ma non bastano. “Abbiamo bisogno di circa 25.000 bombole di ossigeno immediatamente per salvare le persone dalla morte” ha dichiarato il Ministero della Salute.

Così la Nepal Mountaineering Association ha fatto un appello agli alpinisti chiedendo di riportate indietro le bombole d’ossigeno vuote. Perché la deleteria pratica ambientale è quella di abbandonare i vuoti sulla montagna, ma oggi di quelle bombole gli ospedali “ne hanno un disperato bisogno”.

L’alpinismo si è sempre contraddistinto per il proprio animo solidale. Speriamo che lo faccia anche questa volta.

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3 Commenti

    1. appunto, la vera vergogna è che fossero disponibili per attività di presunto alpinismo e non per gli ospedali.
      magari qualcuno si era perso gli eventi dell’ultimo anno e mezzo

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