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Zona gialla e nuovo decreto, cosa si può fare da oggi

Oggi 26 aprile entra in vigore il DL 22 Aprile 2021 con le nuove misure per il contenimento della pandemia di Covid-19. Tra le novità importanti la reintroduzione della zona gialla, l’apertura di diverse attività e maggiori libertà di movimento. Contestualmente sempre questo lunedì sono cambiati i colori di molte Regioni, che sono passate in giallo. Rimangono in arancione Valle d’Aosta, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata; il rosso invece la Sardegna.

Molte le attività economiche che riaprono, ma cosa cambia per gli amanti della montagna e dell’outdoor da oggi 26 aprile?

Zona gialla

Buone notizie per chi oggi entra in zona gialla, dove è possibile andare in montagna a praticare qualsiasi attività (dallo scialpinismo, al trekking o anche solo per fare un picnic in quota) all’interno della propria Regione, nelle altre gialle e nelle Regioni di altro colore avendo il certificato verde (ne parliamo sotto).

Si ricorda che è sempre in vigore il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00. Resta in vigore l’obbligo di distanziamento (1 metro per l’attività motoria e 2 metri per l’attività sportiva).

Da oggi riaprono i ristoranti, ma solo con servizio al tavolo all’aperto e nel rispetto del coprifuoco. Questo vuol dire che anche i rifugi alpini potranno riaprire per servire cibo e bevande. Ovviamente, non tutti sono per ragioni stagionali già aperti, si consiglia di verificare prima telefonando o guardando le pagine social. Dal 1 giugno, sempre in zona gialla, è prevista la riapertura del servizio ristorazione anche all’interno, una buona notizia per ristoranti e rifugi in montagna, dove il clima non è sempre favorevole.

Zona arancione e rossa

Per i montanari che non si trovano in zona gialle non ci sono modifiche nella normativa che regola le zone arancioni o rosso e rimangono le incertezze relative al praticare escursionismo di cui vi avevamo parlato lo scorso 15 aprile. Con una deroga importante per gli spostamenti grazie al certificato verde.

Spostamenti con il certificato verde

Tra zone gialle, come detto, ci si può spostare liberamente. Importante novità è invece la possibilità di spostarsi in entrata e in uscita dai territori in zona arancione o rossa se muniti di “certificazione verde Covid-19”, che viene rilasciata ai soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale (in caso di doppia dose, solo dopo la seconda) o sono guariti dal Covid o hanno un tampone negativo. La durata è di 6 mesi per mesi dal termine del ciclo vaccinale o dal certificato di guarigione o 48 ore dal test negativo (validi sia i molecolari che gli antigenici rapidi).

Questo pass deve essere richiesto dalla struttura sanitaria di riferimento, per esempio l’ospedale che ci ha dimessi o il medico di base se abbiamo affrontato il decorso della malattia a casa; la farmacia o il laboratorio dove siamo andati a fare il tampone o il centro vaccinale.

Il certificato verde non è necessario per gli spostamenti tra Regioni giustificati da esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e per il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. In tutti questi casi, come prima, è sufficiente l’autocertificazione. Andare in montagna, sia chiaro, non è un motivo di necessità.

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2 Commenti

  1. Si torna in montagna solo perché si torna in zona gialla, non perché viene riconosciuta l’attività in montagna, in forma individuale, come attività sportiva fattibile anche in zona arancione. Questa è un ulteriore sconfitta della montagna. La politica non ha mai risposto. Rattrista vedere che ci sono partiti politici che si battono per spostare il coprifuoco avanti di un ora, quello si che é importante. In questo modo gli amanti della movida avranno un ora in più per assembrarsi.

  2. Praticamente per la montagna cambia poco, per chi, come in era ante covid non si fiondava nei week end negli stessi punti di aggregazione. Almeno ci si potrebbe permettere una sosta a caseifici, bar, ristoranti, B&B
    Si gira il manico , per i non ancora vaccinati, attorno a test e tamponi a carico delle nostre tasche , sempre molto costosi rispetto ai vaccini. 26 euro i test rapidi , 70-80 i molecolari… solo una piccola detrazione nel 730.
    Di positivo c’ e’ che si evitano insistenti controlli.. in certe zone con poche strade, si viene ispezionati anche piu’ di una volta..da pattuglie annoiate che ,tranne nei giorni di esodo, vedono passare pochi mezzi… scarseggia la materia prima per riempire il modulo del “dovere assegnato e compiuto”.

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