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Che rumore fa l’elettricità? Un raro Fuoco di Sant’Elmo tra le vette d’Alaska

Nei giorni scorsi è diventato virale sul web un video dai tratti soprannaturali: due giovani escursionisti in discesa da una vetta d’Alaska si imbattono in strani suoni in quota. Ronzii che ricordano i segnali dallo spazio dei film di fantascienza. In realtà mettiamo da parte fantasmi e UFO, perché la spiegazione è totalmente scientifica e per nulla complessa. I ragazzi si sono trovati di fronte infatti a un suggestivo fenomeno meteo: il Fuoco di Sant’Elmo.

Una definizione sintetica e alla portata di tutti del fenomeno è fornita dall’Enciclopedia Treccani: “Sono bagliori luminosi più o meno intensi, che appaiono con vari ondeggiamenti durante le burrasche atmosferiche sulle punte e sugli spigoli dei corpi conduttori dell’elettricità in comunicazione con il suolo. Il fenomeno si manifesta quando vi è nell’atmosfera una forte caduta di potenziale ed è frequente sulle cime degli alberi delle navi e sugli orli delle vele durante il cattivo tempo. Sulle vette delle montagne è talvolta così intenso, che appaiono luminose perfino le teste delle persone e le loro mani protese“.

Andando più nel dettaglio scientifico questi bagliori, che in notturna possono apparire come scariche bianco-bluastre, non hanno nulla a che fare con le fiamme. Si tratta di plasma, gas (ossigeno e azoto atmosferici) ionizzato in presenza di un campo elettrico estremamente ampio. Un po’ quello che succede, in maniera controllata, nei tubi al neon. Che diventa visibile attorno a oggetti, come appunto alberi delle navi o parafulmini, per poi sparire in una manciata di secondi o qualche minuto.

Sant’Elmo, patrono dei marinai

Anche se nel caso dei due ragazzi ci troviamo in quota, le prime manifestazioni suggestive del Fuoco di Sant’Elmo furono notate nei secoli scorsi dai marinai, poco prima dell’arrivo di un temporale in mare aperto. I fuochi si manifestano infatti quando l’aria è secca e più carica di energia elettrica, dunque prima che arrivi la pioggia.

Il nome del fenomeno è legato proprio al patrono dei marinai, Sant’Erasmo di Formia, noto anche come Sant’Elmo. I naviganti non ne erano affatto spaventati, pur non conoscendone la ragione scientifica sottesa. L’interpretazione di quei bagliori nella notte era anzi estremamente positiva: il Santo manifestava attraverso i fuochi la sua presenza, segno che stesse proteggendo la navigazione.

Tornando agli escursionisti, il tipico bagliore luminoso non si nota, anche perché è giorno. Ma il campo elettromagnetico in cui sono immersi si manifesta attraverso i particolari ronzii in risposta al movimento delle mani in aria, che possiamo ascoltare nel video.

Meglio non ammirarlo troppo

Va da sé che, nonostante il Fuoco di Sant’Elmo non possa causare incendi o ustioni, restare ad ammirarne gli effetti non sia la scelta più corretta. Si tratta come anticipato di un fenomeno che spesso precede temporali. Di fronte a un Fuoco di Sant’Elmo in quota la scelta da seguire, come afferma sul finale il ragazzo protagonista del video, è una sola: iniziare rapidamente la discesa.

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