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Affollamento in quota. CNSAS: “Viviamo la montagna con la testa sulle spalle”

La montagna in questo caldo mese di agosto appare presa letteralmente d’assalto, soprattutto nelle località più note. In barba agli inviti al distanziamento, da Alpi e Appennini giungono immagini di code inusitate e affollamento attorno ai laghi, per boschi e sentieri, su ferrate e persino nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. Tra l’altro, anche l’uso della mascherina sembra non essere rispettato a dovere in quota.

Negli scorsi giorni a denunciare la presenza, in particolare a cavallo di Ferragosto, di veri serpentoni umani in quota, è stato il quotidiano trentino Il Dolomiti, con riferimento alle aree del Trentino, Alto Adige e Bellunese. Seguito poco dopo dal Soccorso Alpino e Speleologico, con riferimento al territorio nazionale.

“Ci giungono da decine di località, dal Trentino-Alto Adige all’Abruzzo, fotografie di flussi notevoli di escursionisti che stanno riscoprendo le straordinarie montagne che l’Italia possiede – scrive il CNSAS – . Complici le restrizioni ai viaggi all’estero e il numero limitato dei posti in spiaggia possiamo davvero dire che in questo 2020 stiamo assistendo ad un vero e proprio boom in località montane per molti anni trascurate dal “turismo di massa”. Come tutti i boom, ci sono anche degli effetti negativi sui quali ci vogliamo soffermare per evitare che un ambiente delicato possa subire danni.

  • I rifiuti si riportano sempre a valle, non si abbandonano sui prati (no, nemmeno gli scarti organici come le bucce di banana) e non si lasciano ai rifugi.
  • Evitiamo gli schiamazzi inutili.
  • Sui sentieri, come da tradizione, ci si saluta sempre quando si incontra qualcuno.
  • Mascherina sempre indossata in caso di assembramenti importanti e dentro i rifugi.
  • I rifugi, nella maggioranza dei casi, non sono come i bar o i ristoranti in città. E’ sempre preferibile scegliere piatti simili nella stessa tavolata per evitare che le piccole cucine abbiano difficoltà a soddisfare tutti.
  • Le escursioni non vanno organizzate in funzione della notorietà su Instagram, ma chiedendo consigli e consultando le guide del posto così da trovare il percorso più adatto alla propria forma fisica e alle proprie competenze tecniche.
  • Quando un elicottero è in volo a bassa quota significa che sta cercando di individuare un ferito in quella zona. Evitiamo di salutarlo o di sbracciarci con giacche o fazzoletti facendo credere all’equipaggio che siate voi ad avere necessità di aiuto. Attenzione ai droni che sono pericolosissimi per gli elicotteri.
  • Infine l’ingrediente più importante: il buon senso che deve sempre accompagnare qualsiasi escursione in media e alta montagna.”

In montagna con la testa sulle spalle

In tanti, in risposta al decalogo del CNSAS, commentano con il pensiero che serpeggia da giorni tra gli appassionati di montagna, quelli che temono che il silenzio e la solitudine in quota diventino cosa sempre più rara e preziosa: “Tutta questa gente divenuta improvvisamente amante e appassionata della montagna, dovrebbe prima fare un esame di idoneità”.

La risposta del Soccorso cerca di mettere pace tra i “montanari da sempre” e i nuovi escursionisti dell’estate post lockdown: “Noi siamo contenti che in molti stiano scoprendo o riapprezzando le montagne. L’importante è che ciò avvenga con la testa sulle spalle, consapevoli che la frequentazione della media o alta montagna non è come una passeggiata in spiaggia con le infradito”. 

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15 Commenti

  1. Queste foto rappresentano persone che vanno in gita domenicale,che sfuggono alla calura della città.Chi ama e pratica attività in montagna,non andrebbe mai a mischiarsi in assembramenti del genere,anzi li evita e cambia meta…

      1. A me fa impressione vedere delle code in montagna come questa (anche quelle sugli 8000) .
        Mi sembra che queste persone per sentirsi sicure e felici in montagna cerchino di riprodurre tante condizioni ambientali cittadine alle quali sono abituate.
        Non penso mai alla montagna come una città.

      2. Sulla base di quanto ho scritto..Ha guardato bene le foto?File interminabili di persone !! Qualche ora per prendere l’impianto di risalita !! Direi piuttosto amanti di un luna park ,anche se circondati da un paesaggio bucolico.Poi, se ha Lei piace tutto questo (visto anche l’emergenza sanitaria) liberissimo di amare in questo modo la montagna…

      3. E’ gente che non sa neanche dove si trova. Guarda lo smartphone invece del panorama. Sono cittadini con smartphone, suv e cani al seguito che portano la città in montagna. Un lunapark che in Valle d’Aosta viene incoraggiato in quanto porta soldi, l’unica cosa che interessa, almeno finchè dura…

        1. Cosa c’entra poi il SUV non lo capisco! Se sei con il pandino cambia qualcosa? Questa mania di giudicare a priori , e criticare tutto e tutti , poi non la capisco!

          1. In teoria chi ama e frequenta la montagna dovrebbe impattare il meno possibile sull’ambiente che frequenta. Non avrebbe poi senso o sarebbe una grossa contraddizione essere accorti in montagna ma sbattersene del resto. Un SUV è più pesante, energivoro e ingombrante di un pandino, per me ci sta.

  2. …penso che le cose vadano bene così…benissimo se a tutte queste persone piace stare in coda e dividere con altre centinaia di presenza questi luoghi.In questo modo lasciano liberi altri posti per chi nella montagna cerca qualcos’altro. Sono anni che ho smesso di frequentare le Dolomiti a favore di altri luoghi ancora vivibili. Luoghi in cui a malapena si incontrano tre quattro persone…basta fare una scelta. Quando ho nostalgia vado in Dolomiti a ottobre…

  3. Bisognerebbe incentivare la formazione mediante corsi per chi vuole frequentare la montagna (corsi di escursionismo del CAI o guide alpine), ma se siamo in tanti non é colpa di nessuno, a chi non piacciono le file (anche gli alpinisti ne creano) é libero di evitarle.

  4. > Quando un elicottero è in volo a bassa quota significa che sta cercando di individuare un ferito in quella zona. Evitiamo di salutarlo o di sbracciarci con giacche o fazzoletti facendo credere all’equipaggio che siate voi ad avere necessità di aiuto

    Se hanno dettato questa regola suppongo che queste situazioni sono già successe.
    Ora mi chiedo: si può essere così imbecilli da comportarsi in quel modo? Evidentemente sì, si può.
    Io comunque non mi stupisco più di niente.

  5. Speriamo che ricominciano alla svelta: i concerti, le partite con gli stadi pieni, le maratone, le gare di corsa, di bici, triathlon, i corsi domenicali di yoga, shiatsu, meditazione, cucina, tessitura ecc., ecc. Se no sta gente continueremo a trovarla in montagna

  6. Questi giorni giro per il Gran Sasso. É un delirio continuo e quelli in giro non sono alpinisti o trekker.
    Solo cafoni cagnaroni telefonodipendenti che non capiscono nemmeno dove sono.
    Speriamo che si torni tutti alle vecchie abitudini.
    Montanari in montagna e gli altri giú, in basso tra i loro casini.

  7. Anche prima del coronavirus era aumentata
    La gente in montagna adesso ancora di più
    Ma purtroppo la qualità peggiorata di tanto
    Per chi come me cominciato a frequentare la
    Montagna quando ancora non c’erano i cellulari
    Dovevi andare in montagna. Con la preparazione
    Giusta non potevi chiamare se eri stanco era tardi i soccorsi . Tanta gente senza la minima
    Preparazione fisica mentale e culturale e senza sapere i propri limiti per Frequentare la montagna in sicurezza .

  8. Nelle settimane centrali di Agosto la montagna va lasciata ai vacanzieri, inutile lamentarsi, da anni ormai le infrastrutture (alberghi, impianti a fune, strade e tunnel) continuano ad essere potenziate con il benestare della politica locale per favorire il massimo afflusso possibile di portafogli…perchè questo è quello che si vuole. Basta trovare qualche alternativa (e non ne mancano) per evitare alcune zone per 2/3 settimane e poi anche le Dolomiti tornano ad essere vivibili.
    Ovvio che non servono commenti per una foto che fa vedere una carovana che arriva probabilmente fin giù a forcella Pordoi di gente che preferisce stare in attesa sotto il sole per non farsi un’ora di discesa su sentiero…

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