I consigli del Club Alpino Italiano per scoprire nuovi sentieri
Prosegue l’iniziativa del Club Alpino Italiano “Scopriamo nuovi Sentieri”, nata per favorire la ricerca, da parte degli appassionati di montagna, di itinerari meno noti, così da limitare il rischio di assembramenti. Sui canali social del CAI verranno consigliati nel corso dell’estate numerosi sentieri da scoprire, corredati di schede tecniche scaricabili. Scopriamo insieme i suggerimenti della settimana.
Alto Adige – Da Selva di Val Gardena al Rifugio Puez
Dislivello: 850 m. Difficoltà: E. Tempo di percorrenza: 3.30 ore la salita, 2.30 ore la discesa.
Descrizione: questo percorso si snoda tra boschi, prati e pareti rocciose, lungo una delle valli più caratteristiche della zona dolomitica. Si parte dal comune di Selva, costeggiando il Centro Addestramento Alpino di Selva di Val Gardena, fino ad arrivare all’inizio della Vallunga, alla baita/bar La Ciasota. Si inizia su prati in lieve pendenza, sentiero nr. 14 (rifornirsi di acqua freschissima di fonte presso la piccola cappella di San Silvestro). Il percorso prosegue in mezzo ad un bel bosco fino ad arrivare ad una bellissima radura, il Pra da Ri, dove ci si può riposare con vista mozzafiato sulle pareti di roccia circostanti. Non raro vedere camosci e rapaci.
Sempre in lieve salita, si attraversa poi tutta la radura fino ad arrivare ad un altro boschetto, il Plan Ciajeies. Qui il percorso inizia a farsi più ripido, si costeggia il letto di un torrentello, fino ad arrivare ad un bivio, con sorgente di acqua potabile fresca. Da qui si devia a sinistra, sempre sul sentiero 14 e si inizia a salire su prati fioriti e ghiaioni fino ad arrivare alla spianata del rifugio Puez. Il percorso fino a qui fa parte della 11 tappa del Sentiero Italia Cai e non presenta difficolta se non la salita. Dopo essersi riposati al rifugio si rientra per il sentiero nr. 2, che fa parte dell’Alta via delle Dolomiti, sentiero tutto su pascoli e ben segnalato, fino ad arrivare ad un bivio. Qui si deve prendere il sentiero nr. 16 per la lunga discesa a valle. Sempre in discesa si attraversa il bosco che riporta alla radura del Pra da Ri da dove poi tranquillamente si ritorna al punto di partenza.
Liguria – Punta Manara
Dislivello: 250 m. Difficoltà: T, E. Tempo di percorrenza: 2.30 ore.
Descrizione: interessante e panoramico anello escursionistico di modesto dislivello, indicato per la primavera, l’inizio dell’estate e l’autunno. L’itinerario comincia in via XXV Aprile, dove un cartello ben visibile indica il percorso lastricato in Vico del Bottone. Il cartello prevede 1 ora di cammino per Punta Manara. Da qui ci si inserisce nella Salita della Mandrella, stretta tra alte muraglie di pietra, seguendo il segnavia di due quadrati rossi pieni. Giunti nei pressi delle Case Mandrelli (circa 20 minuti; 109 m) passando tra ulivi e orti, si può godere di una bella vista su Sestri Levante e la baia. Si riprende a salire lungo un sentiero talvolta tagliato nella roccia, in mezzo alla macchia: cartelli esplicativi indicano querce da sughero e pini marittimi. Dopo circa 30 minuti di cammino si giunge a un bivio che indica, con tre palle rosse piene, la possibilità di raggiungere le Case Ginestra in 25 minuti; il percorso sarà lo stesso del ritorno. Si prosegue sul sentiero (due quadrati rossi pieni) che, in poco più di un’ora dall’inizio, conduce a una piccola costruzione: il bivacco Manara, con tavoli e panche ombreggiati per una piacevole sosta. Di fianco alla casetta, una scala di 50 gradini permette di raggiungere la punta rocciosa dalla quale si gode uno splendido panorama della costa, a est verso le Cinque Terre (peccato solo per gli impianti industriali di Riva Trigoso), a ovest verso Capo Mele.
Ritornati al bivacco, si perviene a un incrocio di sentieri e s’imbocca quello con indicazioni per Riva Trigoso (raggiungibile in 35 minuti), che contorna il Monte Castello. Lo si percorre, incontrando in breve il sentiero che arriva sopra le Case Ginestra, sul versante settentrionale del monte. Si abbandona quindi il sentiero che porta a Ginestra, per prendere quello di sinistra che, dopo l’aggiramento del Monte Castello, incontra la mulattiera dell’andata indicata con due quadrati rossi pieni. Su questo tratto si incrocia l’indicazione per la chiesetta della Madonna della Neve. Dal punto di incontro dei sentieri si ritorna verso Sestri, passando da Case Mandrelli, quindi a Vico del Bottone e al centro storico.
Una deviazione dal sentiero principale consente di salire al Monte Castello (265 m). Sono possibili due alternative. La prima prevede, poco dopo Case Mandrelli (109 m), d’imboccare il sentiero immerso nella macchia che conduce alla sommità del monte in circa 30 minuti. Dalla cima non è però possibile godere del panorama a causa della fitta vegetazione, ma si può approfittare dell’area attrezzata per una sosta. La seconda possibilità di salita è dal versante settentrionale e si dirama dal sentiero che da Punta Manara porta a Riva Trigoso (o San Bartolomeo): all’intersezione col sentiero – indicato con due triangoli rossi vuoti – si prende la traccia a sinistra in salita. Arrivati sulla cima, in circa 20 minuti, si può scendere per la variante indicata poco sopra, con la quale ci si collega al sentiero principale che scende alle Case Mandrelli e a Sestri.
Marche – Anello di Valledacqua
Dislivello: 350 m. Sviluppo: 8 km. Difficoltà: T. Tempo di percorrenza: 4 ore.
Descrizione: da Acquasanta Terme un’escursione ad anello attraverso suggestivi borghi con visita sull’Abbazia di Valledacqua e sull’antico maniero di Castel di Luco. Dal centro di Acquasanta Terme (392 m) si sale a Cagnano per la scalinata di via della Fortezza e si prende la brecciata che raggiunge la panoramica piana di San Pietro (587 m), dove si trovava l’antica chiesa di San Pietro de Portica. Raggiunta la strada asfaltata, si effettua una breve visita all’antica abbazia di Valledacqua (513 m). Ripreso il cammino, si prosegue lungo la strada passando di fianco al borgo di Valledacqua (573 m), superato il quale, dopo circa 700 m si imbocca a sinistra la brecciata che scende al centro ricettivo collocato nel piccolo borgo restaurato di Fornara (466 m) e subito dopo, ancora a sinistra, la sterrata che conduce a Castel di Luco (442 m), caratteristico maniero a forma circolare. Da lì un comodo sentiero lastricato porta a Paggese (448 m), dove nella chiesa di San Lorenzo si possono ammirare affreschi medievali.
L’anello si conclude seguendo la strada panoramica che passa davanti all’ex Preventorio Montano Pio XII, edificio costruito prima della seconda guerra mondiale al fine di ospitare i bambini affetti da tubercolosi. Nel 1952-’53 furono rinvenute diverse tombe a fossa contenenti oggetti riferibili ad un gruppo militare di Goti insediatosi a cavallo tra V e VI secolo d.C. su uno sperone roccioso sopra la Salaria. Si raggiunge l’antico castello Cagnano (500 m). Si passa all’interno del borgo fiancheggiando la piccola chiesa di San Giuseppe (1650 m cairca, per poi scendere ad Acquasanta, dov’è possibile visitare la chiesa di San Giovanni, le antiche terme e il ponte romano sul rio Garrafo.
Lombardia – Val Adamè
Dislivello: 550 m. Sviluppo: traccia GPS 10 km a/r (metà valle). Difficoltà: E. Tempo di percorrenza: 4.30 ore a/r.
Descrizione: la Valle Adamè è una tipica valle glaciale che conserva un fascino di natura selvaggia ed incontaminata, alla cui testata si ergono i bastioni granitici del ghiacciaio del Monte Fumo e dell’Adamello. Dal parcheggio si sale con un sentiero agevole (le scale del Miller) fino ad arrivare alla conca valliva dove sorge il rifugio Lissone (2020 m). Da qua, stando sulla sinistra orografica della valle per prati idilliaci e brevi passaggi tra rocce granitiche si arriva alla testata della valle. Si è sempre accompagnati dalla roccia e dall’acqua del torrente Poia e si è catturati dai suoi riflessi naturali. È questa una escursione adatta a tutti, da compiersi da giugno a ottobre e che riconcilia il rapporto tra uomo e la natura.
Piemonte – Giro del Lago di Antrona
Dislivello: 250 m. Sviluppo: 7 km. Difficoltà: T. Tempo di percorrenza: 2 – 2.15 ore.
Descrizione: breve itinerario, adatto al periodo maggio – ottobre, che permette di conoscere il territorio anche dal punto di vista storico: tocca infatti i luoghi in cui si verificò la frana del 1642, che seppellì diverse case di Antrona facendo 92 vittime, l’antica chiesa e i vasti terreni utili per la fienagione. Oggi si ammira il grazioso laghetto di Antrona e il percorrere integralmente il suo perimetro crea una particolare emozione. L’escursione si svolge all’interno dell’area del Parco Valle Antrona, istituito nel 2009. Dalla piazzetta della chiesa parrocchiale di San Lorenzo ad Antrona Schieranco, si attraversa il paese in direzione dell’area feste e da questo punto si prende in direzione di Cimallegra sul percorso dell’antica via “Antronesca”, segnata con il numero C00. Si entra quindi nella zona in cui l’antica frana è ancora molto evidente. All’interno, sul bivio per la Forcola, si trova una piccola oasi: è quella dell’Acqua bona, in mezzo al verde e ombreggiata dai larici dove scorre un torrentello e tutto intorno è silenzio. Arrivati sulla strada asfaltata, si prosegue in direzione dell’albergo e da qui sulla sponda del lago, da dove ha inizio il percorso denominato “Giro lago”.
Scorci panoramici notevoli accompagnano il percorso che, passando dietro la cascata del Sajont risulta ancora più affascinante. In corrispondenza del bivio per la località Ronco, si prende questa direzione passando dal bel borgo con le case sapientemente rinnovate, si sale alla cappella e, seguendo il percorso di Campliccioli (C00c), si ridiscende ad Antrona.
Emilia Romagna – Anello di Bocconi
Dislivello: 700 m. Sviluppo: 12,5 km. Difficoltà: E. Tempo di percorrenza: 5 ore.
Descrizione: itinerario ad anello che unisce motivi di interesse naturalistico, percorrendo boschi e crinali panoramici, a motivi di interesse storico-architettonico (il ponte della Brusia, il borgo abbandonato della Bastia, le case di Fornello e la stessa Bocconi, oltre agli altri paesi della Valle del Montone). Considerata l’assoluta mancanza di sorgenti lungo il percorso, è indispensabile portare con sè un’adeguata scorta d’acqua. L’escursione parte dall’abitato di Bocconi (400 m), sulla ss 67, per scendere ed attraversare il magnifico ponte di Brusìa (del XVIII sec.), esempio unico di ponte a schiena d’asino a tre arcate ). Dopo il ponte si svolta a sinistra e poi a destra, imboccando il sentiero Cai 423. Lungo il sentiero si incontrano l’interessante borgo abbandonato di Bastia, le case di Forno e Fornello. Dopo circa 2 ore di salita lungo il sentiero 423, si perviene alla strada forestale di Valbura (sentiero Cai 401). Qui si svolta a destra e si percorre una panoramica strada forestale con vista sulla Valle del Montone (a destra) e su quella del Rabbi (a sinistra). Dopo un’altra ora di cammino, sulla destra e in prossimità del Monte Mandria s’incontra il sentiero 421 che, che in circa 2 ore, riconduce a Bocconi.