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Scalare in Cina: Jel Tegermen, il film sulla prima salita del mulino a vento

È da poco online il film che racconta la storia di tre amici alle prese con una montagna mai salita prima. Il cuore di tutto è la voglia di vivere un’avventura insieme, di conoscere e scoprire una realtà ancora ignota. Paolo Rabbia, il primo a realizzare la traversata scialpinistica delle alpi in inverno, Marco Bernini e Alessandro Beltrame sono i protagonisti di questa storia.

La montagna è una cima di 4700 metri nella catena del Tien Shan, in Kirghizistan, non lontano dal confine cinese. Si chiama Jel Tegermen, “mulino a vento” nel dialetto locale. “Una tra le poche vette della zona a essersi meritata un nome” spiega Beltrame che ha curato la regia del film. “Non è più alta di molte altre nella zona, ma è la più facilmente riconoscibile anche da lontano grazie alla sua silhouette” che la fa assomigliare al Cervino. “La mancanza di qualsiasi notizia sulla salita, di informazioni meteo e l’isolamento totale nel quale ci siamo ritrovati una volta entrati a cavallo nella valle hanno aggiunto alla fatica dell’ascensione, durata in totale 18 ore, una grossa componente di avventura”.

La spedizione

Il documentario racconta la storia di un gruppo di amici intenzionati a scalare questa maestosa e bella montagna su cui si hanno pochissime informazioni. La loro è infatti la seconda spedizione nella zona. La maggior parte delle notizie certe in loro possesso deriva dalla prima esplorazione sciistica condotta nell’inverno 2011 da Paolo Rabbia insieme a Giacomo Para.

La spedizione è semplice, con pochi mezzi, in una vera e propria finis terrae montana. Dall’ultimo villaggio raggiungibile in automobile, dove acquistano tutto il cibo necessario, proseguono a cavallo fino a raggiungere il campo base che gli rivela la ragione del nome “mulino a vento”. La zona è costantemente battuta da raffiche a 50 o 100 chilometri orari che, sfortunatamente per i protagonisti, si mischiano a nevicate e meteo pessima. Una condizione che nonostante tutto non impedisce ai ragazzi di arrivare in cima. A toccarla sono Paolo Rabbia e Alessandro Beltrame.

Quello che ne esce è il racconto di una storia vera, di un tipo di alpinismo diverso. Tentativi falliti, rassegnazione, convivenza forzata, entusiasmo, determinazione e fatica, con delle riflessioni a tutto campo sul coraggio dell’avventura soprattutto nel quotidiano e i suoi effetti sui giovani uomini che si mettono in gioco, quasi in controtendenza in un momento storico sempre più virtuale e basato sulle esperienze condivise di altri. Un film che vuole stimolare a spendersi per un’idea, a tentare con determinazione e coraggio.

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Un commento

  1. Non vedo meriti in chi conquista montagne sfruttando i cavalli per raggiungere luoghi in cui altrimenti non saprebbe arrivare. Solo egoismo e mancanza di etica, la vera impresa l’hanno fatta i poveri animali schiavizzati, i tre uomini si sono solo gonfiati l’ego con un’impresa basata sul dominio economico e razziale.

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