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Su RaiPlay i 4000 km in bici in solitaria di Jovanotti dal mare alle vette delle Ande

"Non voglio cambiare pianeta" è un mix di salite, discese, sogni e speranze

A partire da venerdì 24 aprile, inizierà su RaiPlay un viaggio in compagnia di Lorenzo Jovanotti. 4000 chilometri percorsi in bici tra le meraviglie di Cile e Argentina, raccontati in un docutrip suddiviso in 16 episodi, dal titolo “Non voglio cambiare pianeta”. Primo appuntamento domani sera alle ore 21.

Si tratta, a detta del cantautore, del “primo docutrip musical-avventuroso”, integralmente registrato in autonomo per mezzo di una videocamera che, durante il viaggio in solitaria, ha rappresentato la sua unica compagna di avventure. Una pedalata resa speciale non solo dai colori del cielo, dai luoghi magici attraversati, ma anche dalle riflessioni del cantante stesso. Un mix di salite, discese, sogni e speranze. 4mila chilometri da Santiago del Cile a Buenos Aires, dal livello del mare ai quasi 5 mila metri delle vette andine.

Il ritorno in un mondo nuovo

Il viaggio del Jova è iniziato lo scorso febbraio, come realizzazione di un sogno che in fondo condividiamo tutti. Quello di andare alla scoperta di paesaggi mai visti prima e al contempo di se stessi. Ha deciso di partire da solo ma di assicurare di poter condividere la meraviglia di questi 4000 km lungo il Sud America, con i suoi fan e il grande pubblico. Il docutrip che è derivato dal montaggio dei numerosi video girati lungo il percorso vuol essere una condivisione di bellezza ma anche di un messaggio di amore verso il Pianeta.

Partito con l’intenzione di sorprendersi di fronte ad un mondo nuovo ai suoi occhi, al suo ritorno ha ritrovato una Italia irriconoscibile.  “Sono tornato e il mondo era diventato un altro mondo – ha dichiarato in occasione della presentazione del documentario – . Ho fatto un viaggio per cercare un po’ di isolamento nella natura. Sono tornato e mi sono trovato dentro ad un altro isolamento, questa volta obbligato dalla natura stessa“.

“Ho fatto un viaggio per prepararmi al futuro, e sono tornato impreparato a questo presenteha aggiunto – , ma ripensando a quei 4000 km a pedali mi rendo conto che neanche uno di quei km è andato perduto, perché mai come oggi è chiaro a tutti che la nostra vita è un grande viaggio pericoloso nell’ignoto, anche stando chiusi in casa“.

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