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Picozzata: quando la disinformazione regna sovrana…

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BOLZANO — Karl Unterkircher sale sul sacro Monte Genyen, in Cina. A tal proposito Carlo Alberto Pinelli, presidente dell’associazione Mountain Wilderness, commenta su un blog alpinistico: "Trovo desolante che ancora oggi si calpestino con tanta superficiale arroganza le credenze di popoli diversi da noi. E’ evidente che i nostri baldi scalatori hanno considerato le pacifiche suppliche dei monaci comeil frutto di superstizioni risibili e non degne di un minimo rispetto".

Peccato che UnterKircher a Montagna.tv abbia dichiarato (molto prima delle critiche): "Il 16 maggio, con una lunga cavalcata di 9 ore, incontrando pessime condizioni di neve e difficoltà tecniche superiori al previsto, solo alle 17.40 abbiamo raggiunto il grande pianoro sommitale del Genyen, non toccandone però, per rispetto nei confronti della sacralità della montagna, il punto più elevato".
 
Ora, ma di cosa vanno parlando i delatori di Unterkircher? Che la vetta del monte sia sacra e che la sua salita, fino in punta, turbi i discreti e secolari animi dei monaci e di rari quanto fini orientalisti occidentali – pronti a stracciarsi le vesti e tirarsi le barbe per l’infame sacrilegio, ancor prima che sia commessso – è cosa nota. Conosciuta anche da chi, con attenzione e un minimo di cultura, organizza su quelle montagne salite, vendute peraltro da agenzie cinesi e italiane senza particolari remore.
 
Chissà se tanta ira e barba tirata inutilmente, ora provocheranno un mini-pentimento. Un atto di espiazione ancorchè piccolo. E in linea con lo spirito universale di serena armonia (naturale e umana) che ispira i luoghi oggetto di una violazione mai commessa.
 
Il vero peccato da espiare, credeteci, è quello di pregiudizio a mezzo stampa superficiale e ideologica.

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