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Daniele Nardi, lezione di libertà

È incredibile come “Romoletto”, come era stato ribattezzato Daniele Nardi da Gnaro Mondinelli, tenga ancora banco nel pensiero dell’alpinismo. Per carità, trattasi di un mondo piccino, di un club di qualche centinaio di migliaia di amanti e appassionati (che comunque va ben oltre quello degli iscritti al Club ufficiale). Si sa, la montagna è di pochi e soprattutto conta poco.

A febbraio, nel cuore dell’inverno lungo via Mummery sulla parete Diamir del Nanga Parbat, Daniele è morto insieme a Tom Ballard.

In questi giorni è stato presentato da Alessandra Carati un libro, scritto insieme a Daniele, sulla vita, storia e morte di Nardi: “La via Perfetta – Nanga Parbat: sperone Mummery”, edito da Einaudi. Alessandra è un avvocato e una writer alla quale Daniele ha voluto affidare, con intuito e ragione, la redazione del proprio testamento alpinistico e non solo. Si fa leggere con gusto, rara dote tra coloro che scrivono di alpinismo e che solitamente narrano se stessi con pessima prosa e grammatica. L’editore è invece una garanzia di libertà di pensiero e con essa della qualità dello scritto. E così è.

Ho frequentato per 20 anni “Romoletto” con simpatia e con rispetto umano e professionale, anche se non sempre sono stato d’accordo con quel che faceva e con il modo con cui lo realizzava e comunicava. Quando morì Stefano Zavka mi arrabbiai con lui, ora ritrovo con commozione le mie parole in quelle scritte da Daniele in questo libro dove ha avuto il coraggio di riconoscere gli sbagli e chiedere scusa. Negli ultimi anni devo ammettere di aver nutrito anche affetto per il mio amico Daniele, che talvolta, scherzando, trattavo male.

Ho letto la “via perfetta” di fretta e devo dire che non mi ha “preso” la storia del Nanga Parbat: paradossalmente non mi appassionava nemmeno quando Daniele era vivo e provava e riprovava d’inverno a salire quell’assurda, tanto grande e anomala, montagna. Nemmeno l’infame storia dell’ostracismo, della cattiveria e del cinismo degli alpinisti, mi ha appassionato. Trattasi di “alpi-fascismo” e bullismo d’alta quota, esercitato, come accade anche nel mondo normale, con l’aiuto di fiancheggiatori dell’informazione. Nel caso di Daniele, ancor più efficaci perché di quello che accade nel piccolo mondo dell’alpinismo ai piani alti dei grandi giornali non importa quasi nulla, per quieto vivere e conformismo. Non sono più i tempi di Buzzati e Brera.

Quello che mi ha colpito come uno sganascione in faccia è quello che Daniele ha scritto del suo pensiero, della sua anima, delle sue passioni, della disperata solitudine, della morte nel cuore per la malattia (della quale nei lunghi anni non mi aveva mai detto) che avrebbe potuto tenerlo lontano dalla montagna, della rabbiosa consapevole e dolorosa reazione emotiva all’odiata discriminazione culturale e razziale alla quale era stato, fin da ragazzo, condannato in contumacia dall’establishment dell’alpinismo, non solo del nord.

Incredibilmente lo sport che rifiuta regole e regolamenti in nome della libertà dell’individuo è riuscito nel caso di Daniele a esercitare la più infame delle coercizioni della libertà in nome della supremazia del pensiero e degli interessi di pochi oligarchi. Era già accaduto ad altri alpinisti, molto più grandi di Daniele, uno era Bonatti che scappò all’estero inseguito dalle cattiverie degli alpinisti e giornalisti. Oggi i glorificatori di Walter, che non sempre lo sono stati, son in buona parte quelli che hanno insultato Daniele. Come dire, ognuno la “libertà” e la coerenza se la gestisce come gli viene e conviene.

Scusaci Daniele per non averti capito fin in fondo, per non aver abbastanza difeso la tua libertà e la nostra. Compresa quella di collaborare con organizzazioni, per quanto chiacchierate, ma fino a prova contraria legittime.

Leggetelo questo libro, è bello e ben scritto. È la storia di un ragazzo di Sezze, profondo Lazio, che ha dedicato la sua vita a Daniela, donna intelligente e saggia, e al Nanga Parbat, dov’è morto l’inverno scorso dopo aver visto per pochi giorni suo figlio Mattia.

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