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Grande successo per i 4 giorni del Lecco Mountain Festival

Si è chiusa ieri la prima edizione del Lecco Mountain Festival. Quattro giorni di eventi, incontri con ospiti internazionali, sport e street food di montagna con i cibi della tradizione alpina lombarda. Dai classici pizzoccheri alla polenta taragna, dagli sciatt ai gnocchetti chiavennaschi, e poi salumi, formaggi, birre artigianali e vini valtellinesi. Un evento ai piedi del Resegone che ha visto cultura, sport e tradizioni unirsi per regalare agli appassionati un panorama unico in grado di spaziare dalle montagne lecchesi a quelle internazionali.

Un festival che ha da subito mostrato le carte in regola per diventare un punto di riferimento per gli appassionati di montagna. “Siamo molto soddisfatti dei risultati di questa edizione zero del festival”, ci ha raccontato Andrea Gaddi, direttore artistico della manifestazione. “Per questo siamo già al lavoro per quella che sarà la ricca edizione 2020”. Un evento forse più lungo con “un programma ricco e coinvolgente”.

Grande alpinismo a teatro

A inaugurare il festival la voce narrante di Marco Albino Ferrari sul tema dell’alpinismo lecchese. Un format che, spiegano gli organizzatori, si vorrebbe riproporre di anno in anno con l’ambizione di ripercorrere le tappe e le ricorrenze più importanti che hanno visto protagonisti gli alpinisti della cittadina, a partire dagli elitari scalatori del Gruppo Ragni della Grignetta. Dalla famosa cordata Ratti-Vitali che nel 1939 vinse la parete ovest dell’Aiguille Noire de Peutérey, alla prima invernale della “via delle Guide” al Crozzon di Brenta nell’inverno del 1969 per concludersi con gli anni ruggenti spesi sul granito di Val Masino e Val Bregaglia. Ad aiutare la narrazione i protagonisti di quelle storiche imprese saliti sul placo, tra una battuta e un serio momento di riflessione, per ricordare gli anni che furono.

Sala piena anche per l’alpinismo internazionale di Denis Urubko, da poco rientrato da una fortunata spedizione sul Gasherbrum II su cui, nel suo stile, ha aperto una nuova via: honeymoon. L’amore e la sua passione per la montagna sono stati i veri protagonisti di questa serata d’aria rarefatta.

Sport per tutti i gusti

Arrampicatori da un lato e runners dall’altra parte. scarpette, crash pad e magnesite insieme a bastoncini e scarpe da corsa. È stata la scena a cui ci si è trovati davanti nella giornata di sabato 12 ottobre, in piazza Garibaldi. Il Rampega Boulder ha animato gli angoli più insoliti della cittadina con oltre 250 atleti che si sono messi alla prova sui muri della cittadina, su panchine e su qualunque altra cosa che si potesse scalare. Tra i tanti anche gli alpinisti Luca Vallata e Luca Schiera.

Mentre i climbers si mettevano alla prova sui muri dei palazzi sessanta corridori scaldavano i muscoli pronti alla partenza della prima UTLAC, l’ultratrail del lago di Como. 37 chilometri per 3600 metri di dislivello che ha visto gareggiare anche la valdostana Francesca Canepa. Una gara di riscaldamento in previsione di quella che l’anno prossimo sarà la Lago di Como Endurance Trail: 270 chilometri e 17mila metri di dislivello.

Il premio Stile Alpino

Serata finale dedicata al neonato premio Stile Alpino riconoscimento che, come suggerisce il nome, mira a celebrare quelle salite realizzate con uno stile leggero e pulito. Niente corde fisse, nessun campo preinstallato, nessuna salita classica. Vere e proprie esperienze  d’esplorazione quelle che sono arrivate nel terzetto finale del premio. Suddiviso in due categorie, Rock e Alpinismo, i vincitori sono stati Simon Messner e Martin Sieberer per la prima assoluta al Black Tooth (Karakorum, Pakistan) per la sezione Alpinismo; nella categoria Rock il riconoscimento è invece andato agli altoatesini Aaron MoroderTitus Prinoth e Matteo Vinatzer per la nuova via sulla parete nord del Sassolungo.

 

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