Cronaca

Giro d’Italia: il passo Gavia non si fa, troppo pericoloso

Il Gavia non si fa, troppo pericoloso. L’ha annunciato Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia. Nonostante gli sforzi fatti per cercare di ripulire il passo dalle importanti nevicate di maggio non ci sono le condizioni di sicurezza per far transitare i ciclisti ai 2621 metri del colle.

La decisione era nell’aria da tempo, sia la meteo di questi giorni sia il persistere di un forte rischio di slavine hanno portato gli organizzatori a propendere per una variazione del percorso. Inoltre, precisa Vegni, era forte il timore per la presenza di ghiaccio sulla strada.

La soluzione al problema vedrà i corridori impegnati in una salita inedita, quella di Cevo (1054 m), 10,6 chilometri con una pendenza media del 5,9 percento e un dislivello di 621 metri. Nulla di paragonabile a quel che sarebbe stato il passo Gavia, ma un modo per “scaldare” le gambe in vista dei due passi successivi: l’Aprica (1173 m) e il Mortirolo (1854 m).

Con il Gavia il Giro d’Italia si perde anche la Cima Coppi, il punto più alto dell’itinerario di gara, che diventa quindi il Manghen in Trentino, dove i ciclisti arriveranno nel corso della ventesima tappa. Un cambio notevole visto che il nuovo punto più alto del Giro raggiunge appena i 2047 metri d’altezza, circa seicento in meno rispetto al Gavia. Il punto più alto del Giro non è però questo, lo scorso venerdì gli atleti hanno raggiunto i 2247 metri del lago di Serrù nell’arrivo di Ceresole Reale. Il Manghen è però il più alto tra le cime ancora da scalare.

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