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La Cina chiude l’Everest. In primavera il recupero dei 17 alpinisti morti sulla montagna

A fine di gennaio avevamo dato la notizia che la Cina avrebbe avviato una campagna sul versante tibetano dell’Everest per recuperare i corpi degli alpinisti deceduti sulla montagna.

Parte della lettera inviata alle agenzie

Le agenzie, anche nepalesi, che supportano trekkers e alpinisti che intendono andare all’Everest, hanno ricevuto una lettera dalla China Tibet Mountaneering Association in cui viene spiegato che per ragioni ambientali, ma anche di sicurezza verrà avviata questa operazione, che sarà affiancata anche a un’azione di pulizia dei rifiuti lasciati dalle spedizioni ne campi alti.

Per tale ragione, l’associazione ha chiesto alle agenzie di contattare i famigliari delle 16 vittime che hanno perso la vita sull’Everest, i cui corpi sono tra i 7700 metri e gli 8750 metri, per ottenere il consenso al recupero e al ricollocamento dei resti in altro luogo. Cosa questo significhi non è chiaro, ma verranno di certo date ulteriori informazioni alle famiglie.

Per consentire alle autorità di agire, sembra essere confermato che non verranno rilasciati permessi di scalata per la prossima primavera. Anche i trekking si dovranno fermare al Monastero Rongbuk senza quindi raggiungere il campo base.

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