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Val Masino. Eliski vietato per salvaguardare l’ambiente

Il Comune lombardo di Val Masino, in provincia di Sondrio, ha disposto una ordinanza apposita per vietare l’eliski, ovvero la risalita con elicotteri dei versanti della montagna per poi effettuare le discese con gli sci. 

Il divieto è in vigore da questa settimana in Val Merdarola e sarà esteso poi  all’intero territorio  di competenza comunale. Come dichiarato dal sindaco Simone Songini,a differenza di altre aree comprese nel nostro comune, che rientrano nella zone a protezione speciale o in riserve coordinate da enti sovracomunali, dove è vietata la pratica dell’eliski, la Val Merdarola è, sotto questo profilo, priva di ogni tutela ed è questo che ci ha spinto a programmare un provvedimento che impedisca il passaggio dell’eliski su questa zona e per estensione poi il divieto sarà applicato all’intero territorio

Le motivazioni alla base della decisione sono dunque di natura ambientale. La Val Merdarola si trova accanto a un Sic (Sito di interesse comunitario da un punto di vista ambientalistico e naturalistico) e a una Zps (Zona di protezione speciale poste lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, finalizzate al mantenimento e alla sistemazione di idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori), nell’ambito della Rete Natura 2000. Inoltre si trova di fronte alla riserva naturale della Val di Mello, istituita nel 2009.

Come indicato nel provvedimento comunale, la pratica dell’eliski risulterebbe “invasiva per il disturbo degli animali, oltre che per gli altri frequentatori della montagna; favorisce il consumo usa e getta del territorio, svilisce la fatica e quindi la filosofia di una pratica naturale della montagna; costituisce un turismo di spreco delle risorse ambientali senza apportare alcun beneficio per la valle; e rappresenta un’attività estremamente pericolosa implicando la discesa con lo sci fuoripista con il rischio di valanghe e slavine”.

Per queste ragioni il Comune ha optato per una scelta a tutela dell’ambiente naturale  e del paesaggio, garantendo la conservazione dei preziosi ecosistemi alpini.

Per chi non rispetterà il divieto è prevista una sanzione di 500 euro. Gli agenti della polizia locale e pubblica avranno il  compito di far rispettare l’ordinanza.

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