Tre giovani, Giuseppe verdi e il Sentiero Italia. La storia di Va’ Sentiero
“Abbiamo deciso di dedicare questo progetto a Walter Bonatti perché è il nostro idolo” aprono così l’intervista i tre giovani componenti dell’associazione Va’ Sentiero. Un neonato gruppo di appassionati che ha deciso di imbarcarsi in uno dei più lunghi e impegnativi trekking al mondo, il Sentiero Italia. I tre sono determinati e convinti, sono quasi eccitati nel raccontare quel che li aspetterà alla partenza di questa lunga esperienza che, con calma, andiamo a farci raccontare. Non capita tutti i giorni di incontrare tre giovani intenzionati a camminare l’Italia, spesso infatti i nostri appassionati prediligono mete lontane, esotiche, in cerca di un’avventura che in realtà si può incontrare anche dietro l’angolo di casa. L’entusiasmo di Yuri, Giacomo e Sara lo dimostra.
LE ORIGINI
“Tutto è successo nell’ottobre 2016 mentre stavo percorrendo il GR20” ci spiega Yuri Basilicò (31 anni), il vecio dell’associazione Va’ Sentiero. “Un giorno, durante il cammino, ho incrociato un gruppo di escursionisti norvegesi che mi han raccontato di questo lungo percorso che attraversa tutta l’Italia”. Un itinerario di oltre seimila chilometri di cui il trentunenne, guida escursionistica, non aveva mai sentito parlare. “Quando sono poi rientrato dal trek ho iniziato a fare qualche ricerca e, posso dirlo con certezza, mi sono subito innamorato di questa idea” al punto da iniziare a fare studi approfonditi. “Come prima cosa ho cercato di capire quale fosse il percorso e poi ho contattato Teresio Valsesia, Riccardo Carnovalini e Giancarlo Corbellini tre degli ideatori di questo lungo cammino”. Contemporaneamente a queste ricerche, Yuri inizia a parlare dell’idea con parenti e amici. In particolare lo racconta a Giacomo Riccobono e Sara Furlanetto, gli altri due componenti dell’associazione Va’ Sentiero. “Appena gliene parlo anche loro hanno la mia stessa reazione e si innamorano del percorso” arrivando così in poco tempo a dire: “ok, camminiamo il Sentiero Italia”.
“All’inizio c’era tanta euforia e pensavamo di partire molto presto” spiega Sara (25 anni), fotografa attualmente specializzanda in antropologia. “Volevamo farlo per noi stessi perché crediamo sia un’esperienza davvero arricchente dal punto di vista umano”. Ma non solo perché “il sentiero non attraversa zone selvagge, incontra invece molta umanità”. Il Sentiero Italia infatti percorre tracciati di media montagna e incrocia, nel suo andare, borghi e paesi. “Crediamo che seguirlo possa essere un modo per capire qualcosa in più sul nostro Paese, attraverso la visione delle comunità montane”. Così facendo la passione per il cammino si trasforma in “strumento per conoscere” assumendo tutto un altro valore.
PRONTI E MOTIVATI
Nato da tre amici sembrava, all’inizio, un lungo cammino di maturazione, di quelli fatti per conoscersi e scoprirsi. “Con il tempo però tutto è cambiato e la ‘piccola’ idea iniziale ha cominciato a ingrandirsi” afferma Giacomo (27 anni), esperto di comunicazione che con Yuri ha già percorso il Cammino di Santiago. “Crediamo sia giusto far sia che questo progetto abbia anche una valenza sociale e culturale, far si che possa essere mezzo per sensibilizzare sui temi della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare”. Così, partendo da queste idee, giorno dopo giorno è nato il progetto Va’ Sentiero “che si articola in tante sotto sezioni e richiama tantissime energie non solo fisiche, ma anche mentali”.
I tre ragazzi stanno mettendo anima e corpo in quest’idea. “Stiamo lavorando dalle 14 alle 15 ore al giorno e crediamo che, solo la parte di cammino, ci impegnerà per oltre un anno”. Un impegno che trasformerà radicalmente le vite dei tre giovani, facendoli crescere ma anche sottoponendoli a molte difficoltà. “Questo è un viaggio che vogliamo fare. È un sogno coltivato per anni se andiamo a pensare a tutto quel tempo speso ad immaginare idee e buoni propositi su questo Paese, su come provare a stimolare l’Italia nella direzione in cui crediamo vada stimolata”. Yuri, Sara e Giacomo sono tre giovani ricchi di sogni e speranze. Fanno parte di quella “meglio generazione” che vuole cercare di fare qualcosa. “Vogliamo stimolare le aree interne, quei territori che sempre più vengono abbandonati a se stessi scomparendo dall’attenzione di politica e mediatica. Ambienti che hanno poca voce in capitolo, se non in ambito turistico, ma le montagne non sono solo turismo”. Per i tre infatti le terre alte rappresentano un tesoro, un patrimonio da tutelare, da far conoscere e rinnovare. Farlo viaggiando e raccontandolo attraverso foto, video e brevi diari di viaggio è certamente il modo migliore per far giungere questo messaggio anche ai più giovani, a chi prima o poi dovrà prendere in mano le sorti di quelle aree.
“Ovviamente siamo coscienti che non è un lavoro e che non ti offre l’opportunità di mangiare o pagare le bollette, ma a un certo punto crediamo sia giusto essere coerenti con se stessi, con quello che si sente dentro e che si va cercando. Per questo abbiamo deciso di prenderci un periodo di pausa dalle nostre occupazioni, che amiamo e che ci piacciono moltissimo, per dedicarci in toto a questa esperienza. Potendo fare un paragone: se il lavoro è un mezzo per giungere alla felicità, questa è la nostra felicità”.
VA’ SENTIERO
La partenza è fissata per il maggio 2019, con possibilità di variazioni in base alla quantità di neve che si accumulerà quest’inverno. “Per ora stiamo cercando di apprendere quante più informazioni possibili sulla percorribilità del Sentiero”. Tracciato che, ricordiamo, il Club Alpino Italiano con i suoi volontari si sta occupando di risistemare e rinnovare con l’obiettivo di renderlo percorribile e permanente. “Aspettiamo quindi di avere delle tracce definitive per sapere come muoverci. Per ora possiamo solo immaginare delle tempistiche di massima, molto sarà poi da decidere sul campo”. L’idea generale è quella di percorrere prima la catena alpina per poi iniziare la discesa lungo quella appenninica e raggiungere, verso fine novembre, le Marche. “Dopodiché vorremmo prenderci una pausa invernale per poi riprendere nel marzo 2020 e completare il tracciato entro l’estate”. Un viaggio lungo, non solo per i piedi, ma anche per la mente. Come però avete potuto leggere Yuri, Sara e Giacomo non si fanno certo spaventare dalla dimensione della sfida. Sono molto determinati e pronti ad affrontare tutto quel cui si troveranno d’avanti lungo questo cammino che unisce l’Italia intera. Forse per questa ragione han scelto di muoversi sulle note del celebre Nabucco di Giuseppe Verdi. È infatti palese l’assonanza tra Va’ Pensiero e Va’ Sentiero. “Siamo innamorati di questo nome, nato un po’ per caso una sera davanti a una birra”, come tutte le cose belle della vita verrebbe da dire scherzando. Questo nome però affascina e sembra quasi ridare un senso alle parole del compositore. Camminare l’Italia intera ispirati dalle note del Verdi è un messaggio d’unità che spoliticizza il canto, è quasi un’ode alla “patria sì bella e perduta”.
IL DOPO
Affrontare un itinerario di un anno e più, vivendo in toto questa esperienza lascia certo tanti interrogativi. Una delle domande che possono essere più frequenti, quando si immagina un percorso del genere, riguarda certamente il futuro, il dopo. “Una domanda che ha una risposta enorme e difficile da dare. Noi stessi ce la stiamo ponendo, nei ritagli di tempo, cercando però di dedicare buona parte del nostro tempo alla progettazione del viaggio” spiegano i tre giovani. “La cosa certa è che a fronte di tanto lavoro e tanto impegno vorremmo che questo cammino, relazionato alla scoperta del territorio, continuasse anche con il tempo”. Yuri, Sara e Giacomo vorrebbero infatti cercare di da una continuità all’idea e magari proporre questo percorso ad altri appassionati come loro. “Nel futuro vorremmo portare sul Sentiero gruppi, scolaresche e scout, per far si che questo storico tracciato non venga abbandonato”. Già adesso però i tre cercheranno di spronare gli italiani a questo cammino ‘culturale’. Chi volesse può infatti scegliere di aggregarsi a loro per un tratto del Sentiero Italia.
“Nel futuro, ma anche durate la percorrenza, vorremmo cercare di raccontare questa parte gigantesca del nostro Paese che sono le aree interne. Territori quasi sconosciuti che soffrono terribilmente in seguito a questo processo di abbandono che le riguarda tutti i giorni ma di cui non si parla quasi mai. Una tragedia che si consuma in silenzio nei luoghi che sono alla base della nostra esistenza”.
QUI potete trovare maggiori informazioni.
Ciao,
ammiro molto il vs impegno e coraggio.Vorrei conoscervi per condividere, camminando insieme, idee e progetti .