Cronaca

AGGIORNATO – Buio e neve bloccano alpinisti in parete. Tutti in salvo

AGGIONRAMENTO ORE 15.45: Si sono concluse poco fa, intorno alle 15.30 le operazioni di recupero dei tre alpinisti veneti, tutti di età compresa tra i quaranta e i cinquant’anni, bloccati sulla Cima Strugova nelle Alpi Giulie Occidentali.

L’ultima ora di discesa è stata la più lunga, a causa della stanchezza dopo la notte passata in bianco, sia per gli alpinisti che per i soccorritori che sono impegnati da ieri pomeriggio alle cinque nelle operazioni di recupero.

Trenta i tecnici coinvolti nelle operazioni tra Soccorso Alpino e Speleologico di Cave del Predil e Guardia di Finanza di Sella Nevea e Tolmezzo. Una squadra di quattro tecnici è andata su questa mattina a individuare e recuperare gli alpinisti in tre ore di salita e altre squadre si sono mosse loro incontro per recuperare i materiali sulla lunga cresta e per attrezzare una corda fissa per la discesa del canale della Ponza. La discesa è durata circa cinque ore e mezza. L’elicottero della Protezione civile è stato tenuto disponibile ma non ha potuto alzarsi in volo a causa della scarsa visibilità.

Un soccorso impegnativo e rischioso a causa delle avverse condizioni meteo (scarsa visibilità) e dell’insidioso ghiaccio presente sulla cresta sotto la neve, dove i soccorritori hanno potuto procedere solamente assicurando gli alpinisti con la corda “di conserva”, ovvero senza poter ancorare la stessa corda alla roccia, operazione che comporta in caso di scivolata il rischio di non riuscire a frenare la caduta di entrambi, soccorritore e soccorso.

Una volta arrivati al rifugio Zacchi, i tre alpinisti sono stati caricati su un mezzo fuori strada e condotti ai Laghi di Fusine, dove c’erano ad attenderli alcuni parenti.


AGGIORNAMENTO ore 11.00:  I tecnici della stazione di Cave del Predil del Soccorso Alpino e speleologico hanno raggiunto intorno alle dieci, dopo tre ore di cammino lungo la cresta delle Ponze, i tre alpinisti in difficoltà sulla Cima Strugova (Alpi Giulie), li hanno rifocillati e hanno iniziato lentamente il rientro lungo la stessa cresta. I quattro tecnici hanno legato gli alpinisti con la corda, uno per ciascuno, e li stanno conducendo con molta cautela lungo la cresta affilata e resa insidiosa dalla presenza del vetrato, il sottile strato di ghiaccio che si forma direttamente sulla roccia e che si cela sotto la neve.

Si tratta di un intervento tra i più difficili degli ultimi vent’anni effettuati dalla stazione di Cave del Predil, ha riferito il capostazione che controlla le operazioni dal campo base. Si deve procedere lentamente di conserva su una cresta affilata senza potersi ancorare alla roccia e c’è scarsa visibilità. Quest’ultimo motivo rende impossibile l’invio sul posto dell’elicottero della Protezione Civile, che è comunque pronto a partire da Tolmezzo in caso di una schiarita: il meteo purtroppo non lascia ben sperare in questo senso. Incontro ai quattro soccorritori è stata inviata un’altra squadra di tecnici per recuperare tutti i materiali e rendere più leggera e sicura la conduzione in cordata agli altri con la massima concentrazione passo dopo passo. Ci vorranno ancora diverse ore prima che si concluda l’intervento.

Al soccorso in corso sulla Strugova stanno prendendo parte anche i tecnici della Guardia di Finanza di Sella Nevea e Cave del Predil.


Ore 10.00 – Tre alpinisti veneti sono bloccati da ieri pomeriggio sulla Cima Strugova, elevazione del Gruppo del Mangart nelle Alpi Giulie Occidentali a causa del buio e del sopraggiungere del maltempo.

Sul posto da ieri pomeriggio sta intervenendo la stazione di Cave del Predil del Soccorso Alpino e Speleologico che è rimasta in contatto con i tre per tutta la notte tramite il cellulare, sondando ogni mezz’ora la situazione. Ieri è stato fatto un primo tentativo per raggiungerli passando per il versante sloveno e il bivacco Brusettini perché si pensava che si trovassero più in basso sulla parete ma poi si è cambiata strategia. L’elicottero non può essere impiegato a causa della scarsa visibilità.

In questo momento e da ieri sera sta nevicando e la visibilità è notevolmente ridotta dalla nubi basse, ma una squadra di quattro tecnici del Soccorso Alpino sta cercando di raggiungere gli alpinisti attraverso la Cresta delle Ponze, dopo essere partita dal Rifugio Zacchi, essendo altri percorsi  impraticabili. Le temperature sono attorno ai meno dieci gradi da ieri.

Gli alpinisti avevano il progetto di risalire la via Kugy alla Strugova, un percorso di 500 metri di dislivello e 1500 metri di sviluppo e scendere per la via della Vita ma si sono attardati più del previsto e sono stati colti dal buio e dalla neve. Si tratta di un intervento complesso.

In aggiornamento 

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8 Commenti

  1. Pensando positivo, tutta esperienza per il CNSAS e messa in campo delle esercitazioni e della resilienza .Onore vero, non parola sprecata.

  2. Sarebbe interessante intervistarli.Per sapere se e’proprio vero che non abbiano consultato le previsioni meteo( o che non avessero equipaggiamento , curriculum ecc ).Altrimenti i commentatori fanno le ipotesi piu’disparate , magari azzardate, e non si impara niente.Vale pure per altri due soccorsi in zona Pala SanMartino, dopo aver percorso via ferrata Bolver Lugli…cosa e’successo veramente??I giornali danno la notizia , l’esito positivo dei soccorsi e lasciano il resto in sospeso, cioe’ l’aspetto umano dei protagonisti.Anzi spesso li abbandonano a giudizi pocofondati e poco lusinghieri, trattati da dilettanti improvvisati e magari erano alpinisti esperti e competenti con la classica giornata storta…la combinazione di eventi sfavorevoli che si e’ accumulata.

  3. Aggiornamento.Da Giornale locale i Tre affermano di aver calcolato male i tempi.Forse pensavano di essere piu’ rapidi e schivare la preannunciata bufera di vento freddo e neve.Forse le previsioni meteo sono ormai troppo precise e consentirebbero di agire arrivando prima del fatidico cambio.In effetti in pianura il giorno prima era autunnale tranquillo, poi al mattino raffiche di vento freddo..nel giro di poche ore..Invece la solita invocazione della plebe di piazza al pagamento del soccorso..senza informarsi se fossero iscritti, assicurati.Poi il soccorso alpino e’ nato come societa’ di mutuo soccorso.Una o piu’ volte i volontari corrono, sapendo che in veste di alpinisti potrebbero a loro volta avere bisogno.Mica si entra per mestiere o altruismo, bisogna anche presentare un curriculum.Poi fidatevi che chi del CNAS o 118 deve agire amministrativamente , lo fa a norma di regolamenti e non di invocazioni viscerali.

  4. Il progetto di salire la Strugova e scendere dalla Via della Vita mi pare comunque ambizioso considerando la stagione: sia come tempi di percorrenza in relazione alle ore di luce ma anche considerando la probabile presenza di tratti ghiacciati. Tra l’altro la giornata di domenica là non era già in partenza delle migliori. Ovvio che tutto si può fare….quello che non sappiamo è se i malcapitati avessero reali capacità per affrontare l’itinerario. Complimenti invece ai soccorritori!

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