Cronaca

Valanga? Frana? Onda d’urto? Il mistero della morte dei 9 alpinista al CB del Gurja

Avevamo riportato del tragico incidente al campo base del Gurja, vetta del massiccio del Dhaulagiri, avvenuto venerdì scorso. Nove gli alpinisti morti di nazionalità nepalese e sudcoreana tutti appartenenti alla medesima spedizione guidata da Kim Chang-ho, primo alpinista della Corea del Sud a salire tutti i 14 Ottomila senza ossigeno, nonché il più veloce a completare il Palmarès.

La causa del decesso degli alpinisti al campo base (3500m) è apparsa sin da subito dubbia e le informazioni confuse. Alcune agenzie e giornali riportavano il distacco di una valanga, altri di una frana, altri ancora, come l’AFP che abbiamo riportato, genericamente di una forte tempesta.

Ad escludere le prime due ipotesi l’assenza di roccia e macerie o di neve da valanga al campo base, che, secondo i report degli elicotteristi, sembrava come se fosse deflagrato, tanto che i corpi non erano sotterrati, ma sparpagliati nel raggio di 400/500 metri.

A cercare una spiegazione The Outdoor Journal, che in un completo articolo ha racconto le testimoniane di soccorritori ed esperti.

Quello che emerge è che probabilmente la causa della distruzione del campo base e della morte degli alpinisti è stato il crollo di un grosso seracco da una cresta vicina, questo potrebbe aver generato un forte spostamento d’aria che incanalandosi in un couloir ha innescato un’onda d’urto che ha travolto con estrema violenza il campo base. Simili avvenimenti sono già accaduti, uno tra tutti nel 2015 al campo base dell’Everest che, dopo il terremoto, non fu devastato tanto dal crollo di neve e ghiaccio, quanto piuttosto dallo spostamento d’aria generato.  

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