Montagna.TV

Marmolada trentina: Belluno non si arrende e si appella al Governo

Era arrivato lo scorso luglio, inatteso, il provvedimento dell’Agenzia del territorio di Roma che ritracciava i confini della Marmolada e la riassegnava al Trentino, strappandola al Veneto. La misura richiamava un decreto siglato dalle due regioni nel 1982 e rimasto in vigore per anni, fino ad un ritracciamento avvenuto nel 2002, che spostava il confine dalla linea delle cime direttamente sul ghiacciaio, facendolo rientrare nel territorio veneto.

Il Comune di Belluno ha però subito alzato la voce con Zaia, pronto a difendere la situazione con le unghie. A rincarare la dose è arrivato nei giorni scorsi il Vicesindaco Lucia Olivotto, che sulle pagine di Trento Today spiega: “La decisione ci ha spiazzati e vogliamo fare sentire la nostra voce. lanciamo un appello forte alla Regione Veneto, in vista del prossimo consiglio regionale convocato proprio in Marmolada. Chiediamo che si rilanci un percorso condiviso di revisione del tracciato; che la Provincia di Trento e, per quanto possibile, la Regione Veneto evitino scelte che possano mettere a rischio la tutela dell’Unesco; che venga data attuazione al Protocollo di intesa tra Veneto e Trento del 2002“.

La Giunta comunale bellunese ha quindi deciso di appellarsi direttamente al Governo, con un documento che sarà recapitato anche al Comune di Canazei e alla Fondazione Dolomiti Unesco, nel quale vengono espresse formalmente le richieste fatte dal Vicesindaco Olivotto. La speranza dei veneti è che le decisioni prese dall’Agenzia del territorio di Roma vengano annullate, tornando di fatto agli accordi del 2002, in modo che entrambe le regioni possano continuare a godere dei benefici portati dal traffico turistico generato dal ghiacciaio.

Exit mobile version