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Walter Bonatti e la sua “maledetta” passione che l’ha portato a vincere il GIV

La vetta del Gasherbrum IV appare ancora lontana nell’immagine di copertina de “La montagna scintillante”, il libro postumo di Walter Bonatti, edito da Solferino, che si sono ritrovati tra le mani quelli del Museo Montagna durante i lavori di sistemazione dell’archivio Bonatti. C’è da provare una certa invidia a immaginare il momento del ritrovamento, a immaginare gli archivisti del museo aprire uno scatolone e trovarsi tra le mani questo diario di una delle più belle spedizioni italiane in Karakorum.

Scritto da un ventottenne Walter Bonatti il libro appare quasi “acerbo”. Ma non è questa la verità. La scrittura è si semplice e giovanile, ma è ricca di dettagli e memorie su quanto accaduto. È uno dei primi testi scritti da Bonatti, fino a quel momento non si era mai cimentato nella scrittura, poi migliorerà moltissimo diventando lo scrittore di viaggio e avventura che tutti gli appassionati conoscono.

Quel che davvero impressiona di questo testo è la sincerità del racconto, è la minuziosità dei dettagli che permette di ricostruire momenti mai narrati prima di questa salita al “quasi” Ottomila del Karakorum. Bonatti racconta e ricorda. Torna indietro nel tempo ricercando con la memoria gli accadimenti di quattro anni prima quando, per la prima volta, calpestò le sabbie del Baltoro.

In fondo il K2 sta lì vicino, a uno o due giorni di cammino, difficile non rimembrare l’accaduto.

Il Walter che troviamo in questo libro è però rilassato e disteso. La squadra è unita e guidata da un vero leader, Riccardo Cassin, il grande escluso dalla spedizione del 1954. Già in partenza si conosce il calibro di Bonatti e Mauri, tutti sanno che hanno qualcosa in più e che probabilmente saranno loro i protagonisti di questa incredibile vicenda. Nessuno vuole primeggiare. Si gioca insieme per portare a casa un risultato unico, la salita della montagna scintillante, quella che per una manciata di metri non fa parte della corona degli Ottomila.

In poche parole un libro affascinante che si snoda tra vicende umane, ricordi dolorosi, rimpianti, amicizia, difficoltà tecniche, burocrazia e delusioni. Delusioni di un giovane alpinista appassionato e pregno di ideali. Ideali romantici per un alpinismo pulito e non spudoratamente commerciale.

“Per la prima volta giunsi a maledire la grande passione, ma solamente perché, accecato da questa, non avevo saputo prevedere tante conseguenze” scrive Walter a un passo dalla fine del testo. Di che conseguenze parla? Lo raccontano le 216 pagine di racconto.

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