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Usa: i disoccupati vivono di trekking

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DOVER FOXCROFT, Usa — C’è crisi? Per risparmiare si va a fare trekking. E non solo per le vacanze, anche nella vita di tutti giorni. A scoprirlo, una recente indagine del Wall Street Journal, che ha individuato nel numero di trekkinisti che si avventurano sul lungo percorso dei Monti Appalachi, uno degli indicatori più significativi della crisi economica.

inserisci il corpo della newsIl sentiero dei Monti Appalachi si sviluppa per oltre 3.500 chilometri nella parte orientale degli Stati Uniti. Scende parallelo alla costa, dal Mount Katahdin nel Maine alla Springer Mountain in Georgia, attraversando foreste, fiumi, cittadine e praterie di 14 stati. Sul percorso sono disseminati circa 250 rifugi, capanne e campeggi usate dai trekkinisti, che per percorrerlo tutto impiegano circa 3 o 4 mesi.

Che il trekking fosse una delle scelte più convenienti per le vacanze di chi ha difficoltà economiche, era noto anche in Europa. I rifugi costano molto meno degli alberghi, e per quanto riguarda il resto: con scarpe da trekking, due cambi di abbigliamento e uno zaino si può passare una meravigliosa settimana nella natura.

Ma in America, a quanto pare, il trekking sta diventando una vera e propria "scelta di vita" per chi è rimasto senza lavoro. Lo dicono i numeri: oltre 1400 persone la primavera scorsa sono partite dalla Georgia per fare questo trekking contro i mille di media annuale. E nei mesi successivi, lo hanno fatto altre centinaia di persone. vacanzieri? No, o meglio non solo. Una buona fetta sono disoccupati o cassintegrati.

Zaino in spalla e tanta voglia di camminare, queste persone si avventurano sull’Appalachian Trail risparmiando i costosi affitti cittadini. Dormono a poco prezzo nei rifugi, nei fienili oppure ospiti di coloro che vivono nella zona. Magari, scambiando un aiuto in fattorie, case e alberghi con un pernottamento e un pasto caldo.

Insomma si torna ai lavori a breve termine, che servono semplicemebte a garantire un tetto e un piatto caldo. Il Wall Street Journal ha intervistato diversi disoccupati-trekkinisti, di ogni età e di ogni professione: operai, operatori di borsa, estetiste, attrici, impiegati.

Sara Sottocornola

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