
Sesto collegamento con Paolo Cognetti, scrittore vincitore del Premio Strega 2017, che sta attraversando l’Himalaya del Dolpo con il fotografo Stefano Torrione, il pittore Nicola Magrin e la guida alpina Adriano Favre (per leggere il capitolo precedente, qui)
Al reportage integrale sarà dedicata un’importante monografia sulla regione del Dolpo che potrete leggere sul numero di gennaio (uscita poco prima di Natale) di Meridiani Montagne.
Come sempre, di seguito il racconto di Paolo e l’audio (che a causa del satellitare si sente purtroppo un po’ disturbato).
Oramai da tre/quattro giorni viaggiamo più in orizzontale che in verticale perché siamo nel bel mezzo di un altopiano a 4500 metri. Ieri siamo capitati dopo due giorni di cammino in un paese che deve essere il villaggio più lontano da tutto. È abitato tutto l’anno ed è a tre giorni di cammino da qualsiasi centro abitato. Siamo nel pieno della battitura dell’orzo, quindi il villaggio era operoso: nei cortili delle case si osservava il biondo delle spighe e gli uomini e le donne erano al lavoro per battere l’orzo.
Finalmente sono riuscito a parlare con una persona, perché qui l’inglese non è molto praticato. Ieri abbiamo trovato questa maestra elementare, una donna di 25/30 anni, a cui abbiamo potuto fare un po’ di domande. Mi ha raccontato che siamo in Tibet per cultura, lingua, religione e che sono molto grati al governo nepalese perché li lascia vivere a modo loro. È impossibile per loro andare in Tibet ed è impossibile per i parenti tibetani venire in qua ed allora ogni tanto succede che si incontrano in uno dei colli di confine tra il Nepal e la Cina, sono tre/quattro giorni di cammino dal paese.
Queste sono le cose che succedono durante la giornata qui nel Dolpo. Siamo arrivati quasi alla fine del viaggio e devo dire che siamo stanchi per aver passato tanti giorni tra i 4000 ed i 5000 metri, lo sbalzo di temperatura, c’è tantissimo sole di giorno – non abbiamo visto una nuvola in settimane – ed un calo fortissimo di notte, poi le notti in tenda. Tutto questo ti debilita e quindi siamo contenti di essere quasi arrivati. Tra quattro giorno saremo a jomsom e da lì vi potrò raccontare la fine del nostro viaggio.