Evviva, la montagna c’è!
Al passo Sella hanno fermato il traffico per alcune ore e il Passo Rolle è oggetto di una importante iniziativa per il ripristino ambientale del comprensorio, lo smaltimento di impianti desueti e strutture inutili.
Messer, approfittando del silenzio e promuovendo “urbi et orbi” bici, e-bike, pedoni, podisti e camminatori oltre che alpinisti, se né andato a piedi fino al Sella, sulle cui pareti da ragazzo ha salito tante belle vie classiche, che portano il nome di uomini che hanno fatto la storia dell’arrampicata dolomitica, come Abram e Micheluzzi, per citare gli autori di due vie antiche e famosissime che si sviluppano proprio sopra la strada. Pareti e vie che negli ultimi anni sono disturbate, anzi violentate dal rombo di motori che travolgono con i loro decibel ogni etereo spazio e fan tremare il cuore degli uomini che salgono con le loro mani e piedi, ma anche i sassi verticali, che paiono ritrarsi al di sotto delle dita.
Ma non è una questione solo di alpinisti o podisti: si tratta della qualità della vita, del paesaggio, dell’aria e del pensiero, della bellezza delle montagne. Ma le auto e le moto ci sono perché ci sono le strade, in ogni dove. Ci sono gli impianti, le piste e tracce dell’affannarsi a costruire qualcosa in ogni dove.
È per questo che il progetto de La Sportiva per il Passo Rolle è bello, utile e nobile, tanto per scimmiottare il grande Guido Rey. Iniziare a restituire alla natura queste montagne e contrade, che son bellissime, anche quando piove, è segno di civiltà, buon gusto ed amore.
A proposito poi di economia, invocata come la gran bistrattata ogni qualvolta si parla di valorizzazione e attenzione all’ambiente, non v’è dubbio che invece proprio dall’amore per la natura, dalla sua conservazione e gestione dentro i processi evolutivi delle “green economy” questa ne trarrà beneficio. Il suo futuro e con esso quello degli abitanti e degli operatori di queste terre montane, che l’UNESCO ha voluto riconoscere come patrimonio dell’Umanità, non potrà che essere felice.
Il Bhutan, paese montano con pochissime strade, costruzioni e che ha contingentato i turisti da sempre, è stato il primo Paese a misurare il proprio PIL non con i soldi, ma con la felicità dei propri abitanti.
Foto in alto @ Visit Trentino