News

Ueli Steck muore all’Everest

Questa mattina è stato ritrovato sotto la parete ovest del Nuptse il corpo senza vita di Ueli Steck.

Probabilmente l’alpinista è scivolato e caduto, come confermerebbe la testimonianza di alcuni alpinisti a campo 1, che hanno riferito di aver visto una persona cadere dalla montagna. Ueli era da solo e con tutta probabilità stava compiendo una nuova rotazione di acclimatamento in giornata, come quelle dei giorni scorsi.

Il corpo è già stato recuperato da una squadra ed è al momento a Lukla. La moglie è stata avvisata.

 

Tags

Articoli correlati

27 Commenti

  1. La troppa sicurezza dei propri mezzi e la troppa confidenza alla montagna sono nocivi,la natura non perdona.Riposa in pace

    1. l’opinione genera ignoranza,la scienza cultura,e prima di dire a me che non capisco nulla di montagna,informati chi sono e cosa ho fatto.

      1. Per rispetto a Ueli, non mi sembra ne il luogo ne il momento per inutili discussioni. Era una persona modestissima, un grande alpinista e non dimentichiamoci che ha anche salvato delle persone bloccate in altitudine alcuni anni fa!
        Riposa in pace Ueli

  2. Vedere nei video le imprese di questo alpinista mi ha sempre affascinato ed allo stesso tempo messo i brividi: sempre slegato, bastava il minimo errore ed addio…. Il gioco vale la candela?

  3. Invidia e gelosia vengono sputate come sentenze quando qualcuno se ne va’.. Avessi fatto 1 /100 di quello che ha fatto lui saresti già forte.. Palle coraggio tecnica velocità dimostate resteranno per sempre.. Rispetto a Ueli

  4. Niente scalate attrezzate da altri, chiacchiere e storie a funetti. Tutta sostanza, vero alpinista e fuoriclasse assoluto. Riposa in pace campione

  5. @luca: ti stanno (stiamo )solo dicendo, se sei un uomo di montagna, di evitare commenti scontati e banali che leggeremmo su qls quotidiano nazionale. sono sicuro che sai che non sempre in montagna si muore per superficialità (se è stata una valanga che fai, ritratti?), soprattutto un professionista come ueli. non sappiamo nulla, solo che è morto. bastava un rip, nn un’opinione gratuita e costruita sul nulla.

  6. Pero’ parli senza conoscere la dinamica dell’incidente, magari ha avuto un malore. Parlo senza conoscerti, ma credo che prima della vanita’ di esprimere la propria opinione venga il rispetto per la morte di chi senza dubbio la montagna la amava, e senza dubbio, qualcosa piu’ di te l’ha fatto.
    RIP

  7. Paul e vari,leggete e commentate l’articolo,il mio è un semplice commento senza buttar fango su nessuno.Anzi massimo rispetto per il sig.Ueli e per il dolore della sua famiglia.Rispetto per tutti,anche per chi invia un commento.

  8. Pace a un artista delle alte vette, sicuramente non era uno sprovveduto. Ha fallito mentre faceva con assoluta competenza e preparazione ciò che amava, altre parole in questo momento non servono.

  9. Ha espresso un parere senza offendere nessuno,perché tanto astio nei suoi confronti.Credo che anche luca sia dispiaciuto della perdita,senza accanirsi su nessuno.Meditate

  10. Immensa tragedia umana. Era un fuoriclasse indiscutibile ma la sua interpretazione dell’alpinismo non mi è mai piaciuta. Spero non lasci un seguito in questo.

  11. Cari lettori,

    stiamo cercando di intervenire il meno possibile nei commenti data la comprensibile situazione emotiva di tutti noi.

    Vi chiediamo però di cercare di auto-moderarvi nelle risposte, almeno nella giornata odierna.

    Vi ringraziamo,

    la Redazione

  12. @luca, non importa assolutamente nulla il palmares ed il curriculum , un UOMO di montagna davanti a questo fatto china il capo , chiude gli occhi e recita due parole alla memoria di un fratello scomparso .

  13. grande persone di immenso valore . grazie per le tue imprese sei stato e rimarrai per sempre inciso nella storia dell’alpinismo

  14. Personalmente …preferirei scambiare ancora quattro chiacchere e battute spiritose con capelli e barbe bianche, qualche dolore premonitore alle anche, tra amici
    amanti dalla montagna a diversi livelli,che sfogliarne le foto di Loro caduti decenni fa in montagna ,fissati in una eterna giovinezza .Per Qualcuno e’stata fatalita’, per altri ricerca del limite della performance spostato in avanti…magari suggestionati da imprese di campioni a tempo pieno.Qualcuno ora nelle interviste o nei suo libri ..ammette di aver rischiato di perdere la vita e le gioie di una famiglia.

  15. Non c’è nulla di razionale nel rischiare la vita scalando montagne, così come la bellezza prescinde da qualunque analisi della ragione.
    L’essere umano è fatto di ragione e bellezza, legate tra loro da una strana alchimia.
    Entrambe, però, ci rendono quello che siamo ed entrambe ci fanno evolvere.
    Percorrere un sentiero che porta alla vetta significa scalare la bellezza che è dentro di noi, per poi possederla completamente e perderla allo stesso tempo una volta conquistata. In questo modo la montagna diviene una metafora di tutto ciò: la continua ricerca della bellezza e della sua vetta, attraverso corpi mortali che anelano l’infinito nel respiro del tempo.
    Ueli, per me che non sono un alpinista, ma che in egual modo aspiro a quella bellezza, resta semplicemente l’icona di un mondo ignoto, imponderabile.
    Assieme a lui ho scalato vette, semplicemente guardando la luce nei suoi occhi narranti.
    Quella luce che ha solo chi ama la vita e che la rischia non per disprezzo, ma per annusarne fino in fondo la bellezza.
    Non ti ho conosciuto, ma ti ho voluto bene.
    Federico Giusto

  16. Non ho mai amato la pubblicità e i cronometri (penso non facciano bene né all’alpinismo e neanche alla montagna); non so perché ma per quest’uomo ho sempre fatto un eccezione.
    Ueli Steck: completo (forse il più forte di tutti i tempi) ed umile!!
    Lo ha già detto qualcuno: nei suoi occhi c’era una luce particolare.

    Un dispiacere enorme…

  17. Cosa vale un commento a un fatto del genere? Niente di niente. E quanto vale una vita? più o meno di altre? Certo fa impressione, per chiunque abbia scalato, vedere che non solo l’inesperto, ma anche la star se ne va, magari per una banalità, che si concretizzi in un sasso piuttosto che in una distrazione poco cambia. Siamo tutti dei sopravvissuti, noi che ci sentiamo di commentare la morte, purché ci tocchi da lontano o sfiori solo il nostro immaginario. Quando ti viene vicino, sai solo tacere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close