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Soccorso a pagamento anche in Friuli Venezia Giulia: se ne discute in Regione

Anche in Friuli Venezia Giulia si discute di Soccorso a pagamento, ma la discussione è ancora aperta.

Se ne è parlato in regione: sono intervenuti i rappresentanti di Protezione civile, Area sistemi informativi e sicurezza della Regione, Corpo forestale regionale, Guardia di Finanza, Cai, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. La discussione è partita dalla norma che riguarda gli interventi di soccorso speleologico e alpino in zone impervie e che contiene la previsione di una compartecipazione, a carico dell’utente, alla spesa degli interventi di soccorso e di elisoccorso di carattere sanitario e non, comprensivi di recupero e trasporto, nel caso siano conseguenti a comportamenti gravemente imprudenti o negligenti. Le complicazioni non mancano, per esempio come verrebbero accertati i comportamenti imprudenti e negligenti. In Lombardia è prevista, per esempio, una quota fissa a chiamata.

I pareri restano discordanti, tra chi è propenso a far pagare l’intervento e chi preferirebbe l’obbligatorietà di dispositivi tecnologici in grado di ridurre tempi e costi degli interventi. Nello specifico sarebbero piccoli rice-trasmettitori a basso consumo di batteria il cui segnale copre una decina di chilometri. Il sistema può essere attivato per una richiesta di emergenza che viene captata dai soccorritori.  La rapidità dell’intervento consentirebbe innanzitutto di individuare e recuperare in tempi brevissimi l’infortunato, ma ridurrebbe anche drasticamente gli elevati oneri dell’elicottero. Ma questa è solo una delle soluzioni prospettate. Un alternativa sarebbe una tecnologia che consente di captare il segnale del cellulare anche in zone non coperte sfruttando un applicativo tramite satellite.  Infine anche la grande esperienza dei soggetti interessati
La Commissione ha raccolto queste informazioni anche in previsione di un progetto di legge che potrebbe contenere gli aspetti più rilevanti della materia.

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