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Urubko: sul Nanga in inverno ancora tante altre pagine di storia da scrivere

Denis Urubko in un’intervista rilasciata all’emittente radiofonica polacca RMF FM, ha parlato tra le altre cose anche di Nanga Parbat.

Alla domanda se fosse felice del risultato ottenuto da Alex Txikon,Ali Sadpara e Simone Moro con il quale l’alpinista russo ha fatto le prime invernali del Makalu nel 2009 e del Gasherbrum II nel 2011, Urubko risponde: “Mi fa piacere che nel gruppo di coloro che sono arrivati in vetta ci sia anche un pakistano, Ali. Sono contento che sia divenuto una parte di questa storia. Sono inoltre certo che il Nanga Parbat meriti di essere scalato in inverno in un modo diverso, più interessante, su altre vie. Non ho dubbi che vedremo ancora altre pagine scritte nella storia di questa montagna – aggiungendo: – Il Cho Oyu è un esempio di come l’esplorazione non finisce con la prima vetta invernale, dopo di ciò possono esserci altre idee sempre in inverno. Il Nanga Parbat dovrebbe essere ancora attaccato”. 

Daniele Nardi, che per tre anni ha sfidato il Nanga Parbat in inverno dallo sperone Mummery, è concorde con le riflessioni di Urubko: “Penso che sarebbe bello che qualcuno, chissà, magari io nel futuro, possa tornare lì in inverno a cercare di concludere il sogno dello sperone Mummery. Come dice Urubko, ci sono modi e modi per andare su una montagna di 8000 metri e sicuramente c’è uno stile che potrebbe fare la differenza nel sognare l’esplorazione, l’avventura e l’alpinismo del futuro”. Uno stile che Daniele ha raccontato nel film “Verso l’Ignoto”, che ha preso molti premi, anche a livello internazionale, proprio per aver trasmesso “un modo fare avventura ed esplorazione a 8000 metri, che oggi è un po’ trascurato, perché – spiega Nardi – oramai sempre più spesso queste montagne vengono scalate con i portatori che fissano le corde e gli occidentali che le risalgono. È difficile definire questo come una vera e propria scalata, ma è così che si affrontano le montagne oggi, ma il futuro prevede che l’etica e soprattutto lo stile alpino che la definisce, debbano prevalere e ripulire quello che è un tipo alpinismo da ciò che invece è tutto il resto”.

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