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Berlusconi: subito 30 milioni per il sisma

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L’AQUILA — Ha sorvolato la provincia dell’Aquila a bordo di un elicottero. Guardava l’immane disastro là sotto, con occhi preoccupati come gli si vedono raramente. Poi con un volto truce altrettanto inusuale e visibilmente scosso, Silvio Berlusconi ha tirato un sospirone, quasi a scacciare un incubo, e ha cominciato a parlare con i giornalisti nella sede della Guardia di Finanza di Coppito.

Serve solidarietà, di quella vera, oggi in questo paese. E il terremoto, forse, potrà essere lo spunto per scatenare quell’energia rigeneratrice che l’Italia ha in sè, nel dna, e ricominciare. Nonostante tutto siamo un grande paese, non dimentichiamolo mai.
 
Per questo il premier ha detto che L’Aquila sarà la prima delle new town, le nuove città previste dal piano case, da costruire con criteri certamente più moderni di quelli ampiamente e colpevolmente ignorati dalle costruzioni recenti in Abruzzo, fabbricate in barba alle normative antisismiche e venute giù come coriandoli durante una scossa forte ma non fortissima.
 
Intanto però ci sono persone ancora da salvare. E 20mila sfollati a cui dare un tetto per la notte. «Tutto quello che è umanamente possibile fare lo stiamo facendo» ha detto Berlusconi a Matrix.
 
«Stiamo facendo tutto il possibile per recuperare le persone ancora sotto le macerie, seguiamo col cuore in gola alcune situazioni particolari. E si sta facendo tutto a mano e non con mezzi meccanici, per evitare crolli».
 
Il Consiglio dei ministri nel frattempo ha dato il via libera alle misure per lo stato di emergenza, conferendo al commissario Guido Bertolaso pieni poteri. «Per i primi giorni – ha spiegato ancora Berlusconi – sono stati stanziati 30 milioni di euro di fondi immediati, in attesa di quantificare giovedì le risorse strutturali». Altre centinaia arriveranno probabilmente da un fondo dedicato dell’Unione Europea. Mentre per ora l’aiuto dei paesi stranieri "non è necessario" ha detto il premier. 
 
Intanto nelle prossime ore arriveranno altri 1200 vigili del fuoco e mille soldati per dare il cambio a quelli presenti finora nei luoghi del terremoto. I ministri hanno deciso di proclamare il lutto nazionale nel giorno in cui avranno luogo le esequie delle vittime del sisma.  
 
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