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Ecco i magnifici 50 protagonisti della montagna nel 2023

Alcuni hanno compiuto imprese importanti, a volte incredibili. Altri hanno contribuito in modo consistente alla conoscenza e allo sviluppo del mondo che amiamo. Arrivano da tutto il mondo, anche se riconosciamo di avere talvolta peccato di campanilismo, alcuni hanno appena superato i 20 anni, altri hanno spento da un pezzo le 70 candeline. Tutti, indistintamente li abbiamo amati, magari anche solo per un giorno, ma tanto è bastato.

Buona lettura

Speciali
1. Valerio Annovazzi

Alpinismo

I pensionati di una volta non esistono più. Valerio Annovazzi, classe 1958, vive in Val Brembana, in Lombardia, ha lavorato come camionista e muratore, era sovrappeso, fumava. Ha deciso di cambiar vita nel 2002, dopo un infarto, per dedicarsi a escursionismo e alpinismo. È sceso da 93 a 70 chili, si è allenato, lo scorso 3 luglio, sugli 8126 metri del Nanga Parbat, ha festeggiato il suo quinto “ottomila” insieme ai veneti Mario Vielmo e Nicola Bonaiti, all’argentino Juan Pablo Toro e al pakistano Muhammed Hussein. Negli anni precedenti, Annovazzi aveva salito il Cho Oyu, il Manaslu, il Gasherbrum II e il Broad Peak, e grandi vette delle Ande come l’Aconcagua, lo Huascarán e l’Alpamayo. Nel 2018, un tentativo sul Makalu gli era costato seri congelamenti alle mani. “Quella al Nanga Parbat è stata l’ultima spedizione” spiega Valerio. Sarà vero?

Speciali
2. Hervé Barmasse

Alpinismo

Per molti anni, in Italia, a raccontare al grande pubblico la montagna e l’alpinismo è stato quasi solo Reinhold Messner. Da qualche tempo, e con particolare forza nel corso del 2023, il posto dell’altoatesino è stato preso da un altro figlio delle Alpi. Parliamo di Hervé Barmasse, guida alpina del Cervino, e figlio d’arte, che nel 2010 ha aperto insieme al padre Marco una via sulla parete Sud della “Gran Becca”. Autore di molte ascensioni importanti sul Monte Bianco, in Himalaya, in Karakorum e in Patagonia, Hervé nel marzo 2014 ha concatenato in solitaria e d’inverno le quattro creste del Cervino. Nello stesso anno, l’uscita de “La montagna dentro” lo ha proiettato nel mondo della comunicazione e dei libri. L’ultimo della serie, il volume illustrato “Cervino. La montagna leggendaria”, è diventato anche una mostra al Museo Nazionale della montagna di Torino.

Hervé Barmasse è fra i protagonisti del nostro Podcast “Il mistero dell’Everest”

Foto: Alex d’Emilia

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3. Iris Bielli

Alpinismo

Lecchese, non ancora ventenne, Iris Bielli è la più giovane tra i componenti del Cai Eagle Team. Nel mese di settembre – accompagnata da Matteo della Bordella, Massimo Faletti e Maurizio Giordani – ha avuto l’occasione di aprire dal basso e poi liberare “Madre roccia”, nuova via alpinistica sulla parete sud della Marmolada. La via, con uno sviluppo di circa 900 m, presenta difficoltà di 8b max/7b obbligato. La Bielli ha avuto, tra l’altro, l’onore – e l’onere – di liberare quello che si è rivelato il tiro più duro della via (8b).

Foto: CAI


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