L’autunno è una delle stagioni migliori per visitare la Garfagnana: ai colori e alla suggestione della natura si aggiungono un’infinità di sagre e manifestazioni legate ai prodotti della terra, tutte autentiche e molto sentite. Un’occasione unica per vivere e conoscere davvero questo territorio così particolare, passando dai silenzi dei boschi al clima festoso delle borgate, con un’ovvia “incursione” in quella convivialità che solo una tavola imbandita sa creare!

Aria fresca, vedute terse e i grandi magnifici, boschi che si tingono di rosso: l’autunno in Garfagnana è prima di tutto una festa della natura, il periodo ideale per una rilassante passeggiata di fondovalle o per un’escursione panoramica sui crinali delle Apuane, mai come in questo periodo così prodighi di scorci indimenticabili. In seconda battuta (ma non siamo per nulla sicuri che questa “classifica” sia condivisa da tutti) è anche il momento per celebrare a tavola il passaggio verso l’inverno, ritrovando il piacere di brindare attorno al fuoco in compagnia della regina di questa terra, la castagna, e del suo più celebre “figliuolo”, il neccio, onnipresente nella cucina garfagnina. Che si preferisca l’atmosfera di una trattoria persa tra i declivi delle montagne o il clima festoso che si respira nelle sagre di paese, il risultato – almeno per il palato – non cambia; in questo angolo di Toscana il cibo ha ancora il potere di emozionare, di raccontare storia e cultura, di evocare tradizioni del passato… stiamo esagerando? Onestamente, crediamo di no!

LA MAGIA DEI BOSCHI…

Oggi lo chiamano “foliage”, ma una volta? Una volta, più semplicemente, si parlava di colori autunnali; del rosso, del giallo, dell’arancione con cui i boschi si tingono prima di lasciar cadere le foglie, e del ciclico spettacolo offerto da questi effimeri, sgargianti fenomeni naturali. Tra le selve della Garfagnana questa visione può essere davvero intensa ed emozionante, sia nei boschi di sole latifoglie che – ancora più “carica” e ricca di contrasti – in quelli dove l’immutabile verde scuro delle conifere affianca i colori cangianti delle foglie destinate al “letargo”. In una zona così coperta di foreste, è arduo suggerire una meta piuttosto che un’altra; certo è che non appena inizia l’arrossamento (perdonateci, ma il termine “foliage” non è proprio nelle nostre corde) non si dovrebbe mancare una visita alle quote più alte delle montagne, in Apuane come in Appennino, e ai loro boschi misti.

Col passare del tempo anche le selve ad altezze inferiori cominciano a sprigionare tutto il loro fascino e alla fine non c’è più alcun angolo della Garfagnana che non ne sia interessato. Certo, qualche nome lo si può fare: il Parco dell’Orecchiella, i dintorni del Sillico, Trassilico, Lupinaia e Careggine vanno sicuramente citati, senza dimenticare tutta la zona da San Pellegrino in Alpe alla Tambura, dove transita la celebre Via Vandelli; inoltre, quando la neve ha già imbiancato creste e pareti, l’incantevole piana di Campocatino e le pendici delle Panie possono offrire scorci e giochi di luce semplicemente straordinari.

…LA MAGIA DEI CASTAGNI…

Tutta la Garfagnana è impreziosita,e in qualche modo nobilitata dalla presenza di questi alberi, talvolta davvero così maestosi da mettere quasi soggezione. Se dovessimo indicare almeno un luogo dove contemplarli in veste autunnale, la scelta ricadrebbe su Prato Maleta, vicino a Villa Soraggio, che ospita alcuni veri e propri “monumenti”; ma è un po’ tutta la valle a poterne vantare magnifici boschi.

In alcuni piccoli borghi della Garfagnana è ancora possibile ammirare antichi essiccatoi – i cosiddetti “metati” – e carbonaie, preziose testimonianze di un passato in cui il castagno era molto più di un semplice albero: fulcro della vita rurale, fonte di sostentamento, materiale da costruzione e simbolo di un’economia montana fondata su saperi antichi e su un profondo legame con il territorio.

Chi volesse contribuire alla salvaguardia dei castagneti secolari del posto ha peraltro l’opportunità di aderire all’iniziativa “Adotta un castagno”, lanciata dall’Unione Comuni Garfagnana, che permette di partecipare alla raccolta delle castagne ricevendo anche una quota di prodotti ricavati dalla loro lavorazione.

…E UNA MAGIA DEL TUTTO DIVERSA, QUELLA DELLE SAGRE E DELLA BUONA CUCINA

Dopo un’appagante escursione autunnale tra i boschi della Garfagnana, bisognerà mettere in conto – quasi inevitabilmente – un certo appetito. I più frugali, ancora stregati dall’atmosfera dei castagneti, potranno senza dubbio provare le caldarroste (o “mondine”, le castagne scottate sul fuoco) o i “ballucciori”, quelle lessate. Sempre restando nell’ambito delle castagne, ci si può anche regalare qualche piatto più elaborato, ancora a base di castagna e della sua farina (rigorosamente D.O.P.); la scelta può abbracciare sia piatti salati – pasta e polenta, soprattutto – che una serie di dolci, tra cui spiccano il castagnaccio, i necci con la ricotta e infine le “tullore”, castagne secche cotte nel latte. Una volta provate queste specialità, nulla vieta di rompere definitivamente gli indugi e affacciarsi su altri mondi, dalle zuppe di farro all’infarinata, dal biroldo alle frittate alle erbe, dai pani più diversi ai salami dai nomi astrusi e dai sapori formidabili.

Come già accennato, l’autunno è la stagione delle sagre, durante la quale trattorie e ristoranti vengono “affiancati” da numerosissimi banchetti estemporanei, all’aperto e no. Rimandiamo all’apposito sito turismo.garfagnana.eu l’arduo compito di elencare tutte le manifestazioni che dall’estate fino alle porte dell’inverno fanno della Garfagnana una sorta di “paradiso della cucina tipica”; siamo convinti che i nomi di alcuni di questi appuntamenti (sagra delle crisciolette, festa della birra Petrognola, sagra del neccio, il pane e il biroldo, festa della salsiccia al metro, sagra del cinghiale, insieme a un’infinità di castagnate, “smondinate”, feste del vino e dell’autunno) bastino a rendere l’idea del clima conviviale che anima questi luoghi… L’importanza di questi eventi, però, è anche da ricercarsi altrove, al di fuori del cibo: a conti fatti, tutte queste sagre si rivelano degli ottimi pretesti per conoscere i borghi che li ospitano, da quelli più celebri alle frazioni più minuscole e remote, tutti accomunati da un passato ricco di storia. Ed è proprio alla storia, non casualmente, che rimandano i nomi di alcuni eventi in programma, che cercano di mescolare in egual misura buona tavola e tradizioni del passato. “I banditi dell’Ariosto all’ora di cena”, “La festa dei Toschi” e vari echi del Medio Evo, di saghe leggendarie e di epoche di pastori nascono anche dal desiderio di provare a raccontare anche un po’ dei tempi andati dei quali, a ben vedere, il cibo è una delle testimonianze più vive.

Una grande manifestazione chiude questa “kermesse”, e si tiene ogni anno a fine autunno nella splendida cittadina di Castelnuovo; il nome è esplicativo – “Garfagnana Terra Unica, tutti i sapori della Garfagnana in un unico evento – ma forse non completamente veritiero: pur con le migliori intenzioni, è pressoché impossibile condensare tutte le eccellenze gastronomiche di questa terra in una sola occasione!

Scopri di più sul sito!
LEGGI TUTTO