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Clima, sulle Alpi il riscaldamento è più forte: se ne parla ai piedi del Gran Paradiso

Stambecchi nel Parco Nazionale del Gran Paradiso
Stambecchi nel Parco Nazionale del Gran Paradiso

VALSAVARENCHE, Aosta — “Negli ultimi 50 anni la temperatura media globale è aumentata di mezzo grado. Sulle Alpi, sulle montagne, è aumentata ancora di più, in alcuni casi di un grado e in quota quasi un grado e mezzo. E’ un aumento effettivo, che non deve far gridare alla catastrofe ma deve sicuramente consigliare azioni di mitigazione e adattamento a condizioni che saranno via via più calde rispetto agli scorsi decenni”. Con queste parole Antonello Provenzale del Cnr Isac di Torino ha presentato l’edizione 2013 dell’Alpine Summer School, l’annuale appuntamento italo-francese per dottorandi e titolari di dottorato di ricerca che in questi giorni ai piedi del Gran Paradiso ospita 38 studenti e 55 lecturers, tra cui si contano alcuni dei maggiori esperti di clima a livello mondiale.

Le montagne sono sentinelle del cambiamento climatico: in alta quota gli ecosistemi sono più sensibili e i segnali più evidenti. Lo hanno riconosciuto i grandi della Terra al Summit di Rio+20, organizzato dalle Nazioni Unite in Brasile, che ha indicato lo sviluppo sostenibile dei territori montani come una delle priorità a livello mondiale, e lo riconosce ogni giorno il mondo della ricerca scientifica, che alle montagne dedica sempre maggiore attenzione.

A Valsavarenche (Aosta) in questi giorni ci sono 38 dottorandi e titolari di dottorato di ricerca provenienti da tutto il mondo, dalla California all’Himalaya, che stanno approfondendo questi temi con i massimi esperti internazionali in materia di clima ed ecosistemi montani, tra i quali spiccano i nomi di Martin Beniston dell’Università di Ginevra, Bodo Bookhagen della UC di Santa Barbara, Klaus Fraedrich dell’Università di Amburgo e Roy Rasmussen del National Center for Atmospheric Research, Boulder, Colorado.

Attraverso gli incontri con ricercatori ed esperti di questi temi, si cercherà di fare il punto sulla situazione globale degli ecosistemi montani. La scuola si focalizzerà in particolare sulla circolazione atmosferica e la qualità dell’aria nelle zone di alta quota, sui cambiamenti del ciclo idrologico, della dinamica del manto nevoso e dei ghiacciai, sulla biodiversità, la ricostruzione storica e l’analisi dei sedimenti, lo sviluppo di modelli climatici specifici per queste regioni.

I dati registrati in questi anni confermano l’attenzione dell’ambiente scientifico per il tema, e il successo della scuola.
“Il numero degli iscritti si è mantenuto costante negli anni e un punto di orgoglio è costituito dalla capacità di attirare giovani da tutto il mondo: gli studenti di quest’anno arrivano da diversi paesi europei e del mondo, tra cui Nepal, Pakistan, India, Stati Uniti, Malaysia” dichiara Elisa Palazzi, segretaria scientifica della scuola.

“D’altra parte la scuola – spiega Agostino Da Polenza, presidente del comitato Ev-K2-CNR – non poteva essere ospitata in luogo più adatto: le montagne alle nostre spalle e il ricco e delicato ecosistema del Parco del Gran Paradiso, in cui ci troviamo, ci ricordano la necessità di una seria politica ambientale e quanto sia importante il contributo della scienza in questo campo. Solo con una costante opera di studio e monitoraggio è infatti possibile comprendere i cambiamenti climatici e mettere in atto misure efficaci per mitigarne gli effetti sull’ambiente in cui viviamo e quindi, indirettamente, anche sulla vita di tutti noi.

AlpineSchool Corso XXI del 2013
AlpineSchool Corso XXI del 2013

“Fisica, climatologia, idrologia, scienze dell’atmosfera, meteorologia, glaciologia. E non solo. Uno dei punti di forza della scuola è l’interdisciplinarità dell’approccio, che rappresenta il futuro della ricerca sui cambiamenti climatici” sottolinea Provenzale , che dirige la scuola con Elisa Vuillermoz del Comitato EvK2CNR e Isabella Zin della LTHE, Grenoble.

Il corso di quest’anno è organizzato dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del CNR di Torino nell’ambito del Progetto di Interesse strategico NextData, insieme al Laboratoire de Météorologie Dynamique, École Normale Supérieure di Parigi, e il progetto europeo DRIHM. Nata nel 1994, la scuola si svolge per il nono anno consecutivo a Dejoz, con il supporto del Comune di Valsavarenche e del Parco Nazionale Gran Paradiso.

 

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Per maggiori info: www.to.isac.cnr.it/aosta

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Un commento

  1. Io fossi in loro ci andrei molto cauto…
    Vero che la temperatura globale è aumentata negli ultimi 50 anni, vero che i ghiacciai si sono di molto ritirati.. ma negli ultimi 10 la temperatura media globale è rimasta stabile e nettamente al di sotto delle teorie catastrofiste di fine anni 90 che vedevano spaventosi aumenti di 4/5 gradi entro il 2050.
    La stessa illustre NOAA ha rivisto pesantemente le stime, senza considerare che la comunità scientifica è sempre più divisa con una ampia schiera di climatologi che sta delineando per i prossimi decenni, climi alpini compresi, una possibile inversione di tendenza.
    Il clima è una macchina complessa e solo negli ultimi anni stiamo iniziando a comprendere in parte il meccanismo.

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