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Rwenzori, la stazione Evk2Cnr installata con una nevicata all’Equatore

Stazione climatica Rwenzori (Photo G.Verza e M.Alborghetti)
Stazione climatica Rwenzori (Photo G.Verza e M.Alborghetti)

KASESE, Uganda – Un ghiacciaio ritrovato 6 anni dopo nella stessa posizione. E una temperatura media di -1,5° gradi che ha permesso una nevicata all’Equatore. Queste le condizioni che hanno accolto, sul Rwenzori, il team EvK2Cnr condotto da Giampietro Verza, che nei giorni scorsi ha installato a 4.700 metri di quota un’importante a stazione di monitoraggio meteo climatico del progetto Share. La centralina terrà sotto controllo la più grande riserva idrica del continente africano.

“La stazione è stata installata al limite del ghiacciaio sommitale del Rwenzori – annuncia, con soddisfazione, Giampietro Verza – nello stesso punto in cui sei anni fa avevamo installato la stazione meteo. Stavolta, però, la centralina non fornisce solo dati meteorologici ma anche misure relative ai ghiacciai. E’ operativa da venerdì e stiamo regolarmente ricevendo i dati via satellite“.

La temperatura media registrata durante la fase di installazione è stata proprio di -1,5°. Alcuni degli altri dati rilevati – vento e umidità relativa – possono essere osservati nei grafici posti in calce.

Verza è responsabile tecnico delle stazioni di monitoraggio del Comitato EvK2Cnr, che negli ultimi anni nell’ambito del progetto Share ha costruito una rete globale d’alta quota al servizio dei maggiori progetti internazionali sul climate change. Ora si trova in Africa, con Marcello Alborghetti e un team di collaboratori locali a cui è stato fatto uno specifico corso di formazione, per installare una nuova stazione meteo climatica tra le cime delle Montagne della Luna, ossia il massiccio del Rwenzori, da dove hanno origine le fonti del Nilo. Quassù, ad oltre 4000 metri, Verza ha trovato qualcosa che non si aspettava affatto.

“Per salire alla stazione, ad un certo punto c’è un muro di roccia e bisogna per forza passare sull’ultima lingua di ghiaccio dello Stanley Plateau – racconta Verza -. A sei anni di distanza io ho usato esattamente la stessa lingua di ghiaccio nella parte finale del ghiacciaio. Mi aspettavo, sinceramente, di non trovare più questa lingua o di trovarla molto più arretrata. Significa che il ghiacciaio del Rwenzori, in questo arco di tempo, si è dimostrato stabile. Come guida alpina e tecnico di stazioni climatiche, ho avuto la sensazione che questi ghiacciai siano più stabili di quelli alpini, anche se si trovano all’Equatore: sembrano più protetti e sembra non stiano attraversando la fase di forte regresso che invece caratterizza altre montagne”.

“I nostri collaboratori locali ci hanno raccontato – prosegue Verza – che da qualche tempo il loro clima non è più suddiviso strettamente in due stagioni secche e due umide, ma che nella stagione umida comunque arrivano giorni belli e viceversa. Questo significa che l’intervallo di precipitazioni concesso nella stagione secca (quella che espone il ghiacciaio a fusione) porta in quota qualche nevicata che contribuisce a proteggere il ghiacciaio”. Questa ipotetica “anomalia”, se così vogliamo chiamarla, verrà monitorata dalla nuova stazione di monitoraggio i cui dati forniranno sicuramente maggiori informazioni in merito.

La stazione è stata installata venerdì 22 marzo e consolidata il giorno successivo. Per salire lassù, il team Evk2Cnr ha dovuto affrontare 4 giorni di trekking sotto la pioggia. “Il giorno dell’installazione non ha piovuto- racconta Verza -. Abbiamo scalato il canalino che porta al luogo di installazione con i nostri amici kenyoti mettendo una corda fissa su rocce scivolosissime, poi in 1 giorno siamo riusciti a mettere tutte le cose importanti al loro posto. Siamo scesi a dormire al rifugio Elena, 4.500 metri di quota, per poi risalire sabato a fare tutte le verifiche del caso. Quella mattina aveva nevicato fino a 4000 metri, quindi per noi… neve fresca all’Equatore”.

Un ambiente, questo, che deve certamente dare una sensazione particolare. “Senti che tutte le montagne sono grandi spazi, dai Poli all’Equatore – dice Verza -. E che queste sono montagne forti. Ospitano piccoli ghiacciai, non arrivano a 8000 metri, ma sono forti. Sono montagne che hanno sotto di loro tutta la potenza dell’acqua che serve metà Africa, sono un ecosistema ricchissimo di vegetazione e incredibile dal punto di vista del bilancio idrico. Questo massiccio è un collettore di umidità formidabile. Adesso dal Rwenzori scendono dei fiumi incredibili di acqua marrone, marrone perché porta il terreno con sé. La parte alta è un ambiente alpino, ci fa sentire a casa”.

Dopo l’installazione e la verifica della trasmissione dati, Verza e il suo team sono scesi a Kasese, ai piedi della montagna, e volati a Kampala nella capitale ugandese. Tutti i test finora effettuati sulla stazione hanno dato esito positivo.

La spedizione è stata voluta e progettata da EvK2CNR nell’ambito dei progetti Nextdata e SHARE (Stazioni ad Alta Quota per la Ricerca sull’Ambiente) in collaborazione con l’Università di Nairobi e il Dipartimento di Meteorologia ugandese.

Il Rwenzori è una catena montuosa composta da sette vette. Separa l’Uganda dalla Repubblica del Congo e raggiunge i 5109 metri d’altezza.

Rwenzori Umidità relativa - primi dati rilevati dalla stazione Share Evk2Cnr
Rwenzori Umidità relativa – primi dati rilevati dalla stazione Share Evk2Cnr in fase di installazione

Rwenzori Temperatura - primi dati rilevati dalla stazione Share Evk2Cnr
Rwenzori Temperatura – primi dati rilevati dalla stazione Share Evk2Cnr in fase di installazione

Rwenzori Vento - primi dati rilevati dalla stazione Share Evk2Cnr
Rwenzori Vento – primi dati rilevati dalla stazione Share Evk2Cnr in fase di installazione

 

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Un commento

  1. In tempo di crisi ha molto senso tutto questo. La ricerca ha avuto la sua affermazione sulle montagne africane.

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