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Passo San Marco, truffa del parco eolico: 7 arresti

La simulazione del parco eolico (foto courtesy forum.valbrembanaweb.com)
La simulazione del parco eolico (foto courtesy forum.valbrembanaweb.com)

SONDRIO — Attraverso la società “Eventi Valtellinesi” sono state emesse anche fatture per operazioni inesistenti da presentare alla Regione Lombardia per ottenere rimborsi e contributi pubblici per centinaia di migliaia di euro, compresi quelli per creare una società ad hoc per produrre studi in vista del fantomatico parco eolico al Passo San Marco.

La Guardia di Finanza di Sondrio ha emesso 7 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di nomi di spicco della politica valtellinese.

Si tratta di Silvano Passamonti (presidente della Comunità montana di Morbegno), Luca Spagnolatti (direttore di Eventi Valtellinesi), Salvatore Marra, direttore generale della Cm, e l’ex sindaco di Cercino Renzo Barona. Sono accusati di peculato, truffa aggravata ai danni della Regione Lombardia e concussione di decine di proprietari terrieri del Comune di Cercino.

Fra le contestazioni, le spese “gonfiate” per manifestazioni celebrative della Protezione Civile che si sono svolte a Morbegno nel 2007. Nella contabilità della società sono state trovate tracce di flussi finanziari riconducibili ad una società intestata a un prestanome che, prima della chiusura, ha intascato 50mila euro erogati dal presidente della Comunità

Montana Morbegnese per il parco eolico sulle montagne bergamasche. “Soci in affari” a cui nel 2008 è stata anche offerta una vacanza a Dubai, oltre a orologi di valore.

Allo stesso tempo, il presidente della Comunità Montana, insieme all’attuale direttore generale, all’ex sindaco di Cercino, al segretario dello stesso Comune e a consiglieri della passata maggioranza avrebbero commesso, secondo l’accusa, una serie di falsi che permetteva da un lato di modificare il piano insediamenti produttivi comunale e dall’altro d’eseguire “gravi pressioni” nei confronti di proprietari di terra.

Sotto la minaccia di esproprio, i proprietari sono stati costretti a vendere la loro terra a un prezzo di 11 euro al metro quadro, quando secondo la valutazione dalla Commissione per gli espropri avevano un prezzo di 50 euro.

Dalle indagini è emerso che sono 21 i proprietari costretti alla vendita. Uno di questi ha raccontato agli inquirenti di essersi sentito come se “qualcuno fosse venuto con la pistola a minacciarmi di vendere”. Un esproprio che ha garantito a una società, riconducibile al presidente delle comunità montana, 250mila euro. Diverse le perquisizioni e il sequestro di denaro e libretti al portatore messi a segno dagli uomini della guardia di finanza. Nell’abitazione del maggiore degli indiziati sono stati recuperati 220mila euro.

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Un commento

  1. Sono contento quando sento che le Fiamme Gialle, i Carabinieri ecc. agguantano i banditi. L’ Italia potrebbe andare molto meglio se non ci fossero i disonesti. E chi ne paga poi le conseguenze sono sempre i più deboli.

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