Itinerari

L’anello del Monte Lupone, colori del bosco e panorami sul mare

Una delle cime più frequentate dei Monti Lepini, nel Lazio, offre meravigliosi visuali verso il Circeo e le Isole Ponziane. Il versante esposto a nord è rivestito da una faggeta, che si attraversa per due sentieri diversi

Il Monte Lupone, 1378 metri, è la vetta più settentrionale della catena dei Lepini, una delle più spettacolari del Lazio. Nonostante la quota non eccelsa, è anche una delle cime più belle. Il breve sentiero della via normale, che sale dal pianoro del Campo di Segni, è uno dei più frequentati della catena. Il sentiero 731, o sentiero De Paolis, che sale nel bosco più a nord, offre un’alternativa più solitaria, e permette di compiere un bellissimo anello.

I tratti più belli del percorso sono la prima parte della salita nel bosco, tra grandi faggi dalle forme bizzarre, dove a novembre una parte delle foglie c’è ancora, e la poi cresta rocciosa del Serrone Lungo, affacciata sulla Pianura Pontina. Dalla vetta, nelle giornate serene d’inverno, lo sguardo raggiunge l’Appennino innevato da un lato, e il Circeo, Ponza, Palmarola e Zannone dall’altra. I Colli Albani nascondono Roma.

I periodi più belli per camminare sul Monte Lupone sono la primavera avanzata e l’autunno, d’inverno la neve è rara e il panorama dalla cima è vastissimo. In estate l’ombra del bosco consente di camminare senza troppa fatica. Se si compie l’anello in senso inverso, salendo per la via normale e scendendo per il sentiero 731, si può sostare al Rifugio dell’Escursionista (320.0575252, danilod.82@libero.it), di cui è bene verificare in anticipo l’apertura.

L’itinerario

Punto di partenza: Roccamassima (LT), loc. Campo di Segni
Dislivello: + 580 m
Tempo necessario : 3.45 ore a/r
Difficoltà: E
Periodo consigliato: tutto l’anno

Dal parcheggio si va a destra sulla strada sterrata che costeggia per circa un km l’altopiano. A un bivio (850 m, 0.15 ore) dove un cartello a destra indica la direzione di Roccamassima, si sale per la carrareccia di sinistra fino a una svolta a sinistra e un altro bivio. Qui si va a destra verso il rifugio dell’Escursionista (Casa dei Monti Lepini sulle mappe), e subito dopo si inizia a salire nel bosco seguendo i segnavia 731.

Il sentiero sale tra faggi secolari, costeggia un fosso, e lo segue dove questo piega a destra e si allarga. Dove la pendenza diminuisce e il vallone si biforca (979 m) si va a sinistra, facendo attenzione a qualche segnavia lontano dal percorso migliore.

Più avanti si traversa decisamente a sinistra, si superano dei valloncelli e si entra in un vallone più ampio. Lo si segue in salita, si esce dal bosco nelle conche carsiche delle Fosse e si sale al crinale e a un ometto di pietre (1136 m, 1.15 ore) affacciato sulla pianura e il Mar Tirreno.

Il sentiero, qui indicato dai segnavia 700 e da segnavia rossi, entra in un vallone a sinistra del crinale, supera un tratto ripido e riprende a salire a mezza costa. Si torna in cresta (1305 m) all’inizio del crinale roccioso del Serrone Lungo, e si continua con percorso suggestivo e panoramico. Si scavalca un cocuzzolo, si traversa una conca e si sale a un crinale dove arriva da sinistra il sentiero della via normale. In breve si sale alla vetta (1378 m, 1 ora), meraviglioso belvedere.

In discesa si torna all’ultimo bivio, e si scende a destra sull’evidente sentiero della via normale (segnavia 702) che si abbassa con un piacevole percorso a mezza costa interrotto da un poggiolo sassoso. Più avanti (1140 m) il sentiero piega a destra in un vallone, e scende nel bosco fino a una sella dove si piega a sinistra. Uno scomodo vallone sassoso porta a incrociare una strada sterrata. Usciti sul Campo di Segni, lo si traversa fino al punto di partenza (1.15 ore).

Da vedere: Segni e le sue mura ciclopiche

Tra la Pianura Pontina e la Ciociaria, e a portata di mano da Roma, si estende uno straordinario parco archeologico a cielo aperto. Dalle mura ciclopiche di Segni, dove la Porta Saracena evoca lo splendore di Micene, in Grecia, si passa a quelle di Sezze, di Artena, di Norma e di Cori.

L’erudito tedesco Ferdinand Gregorovius, nel 1858, scrive di città “tutte più antiche di Roma, le cui origini si perdono nei tempi mitici di Saturno e dei ciclopi costruttori di mura”. In realtà, secondo gli archeologi, le alture di Segni sono abitate dall’Età del Bronzo, e la sua cinta di mura, che si allungava per cinque chilometri, risale al VI secolo avanti Cristo.

Dall’ingresso del borgo, un viottolo permette di costeggiare a piedi le mura fino alla Porta Saracena, ricoperta da un monolite lungo tre metri. Da vedere anche le porte Foca, del Reposaturo (dove i contadini che risalivano dalla campagna poggiavano per qualche momento il fardello) e di Pianigliozzo, i resti dell’Acropoli romana, la chiesa medievale di San Pietro e quelle barocche del centro. Il Museo Archeologico Comunale è all’interno di un palazzo medievale.

Come arrivare

Da Segni, che si raggiunge dal casello di Colleferro della A1 Roma-Napoli, si segue la strada provinciale per Roccamassima. Al termine della salita si piega a sinistra verso Campo di Segni. La strada, dissestata ma percorribile da tutte le auto, sale a un valico e poi scende fino all’altopiano del Campo di Segni (846 m, 4 km dalla provinciale). Si posteggia alla fine dell’asfalto.

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