Sul Monte Canin lungo la Ferrata Brigata Alpina Julia
Il percorso attrezzato dagli alpini segue la linea aperta nel 1903 da Julius Kugy. Oggi la ferrata è considerata la via normale per la vetta della montagna

Il gruppo del Monte Canin è la barriera alpina più meridionale delle Alpi Giulie, quella sempre ben visibile dalla pianura, compatta e riconoscibile nei suoi profili dominanti. Una catena prominente e significativa nello skyline del Friuli-Venezia Giulia disposta in senso Est-Ovest con due diramazioni secondarie.
Montagna di confine tra Italia e Slovenia (fino al 1915 tra Regno d’Italia e Impero Asburgico), è stata probabilmente salita fin dalla seconda metà del Settecento. La prima ascensione riconosciuta dalla letteratura alpinistica è però quella del botanico Otto Sendtner avvenuta da Plezzo/Bovec, ovvero dal versante Sud Est, nel 1841.
Complessa e articolata è la storia delle salite successive, che vede un alternarsi di ascensioni compiute negli anni Settanta dell’Ottocento dalla Val Resia e dall’odierna Sella Nevea da scalatori di lingua tedesca provenienti dalle confinanti terre degli Asburgo, accompagnati da guide italiane o dei territori dell’allora Impero, come Andreas Wenzel detto Exl; e quelle coeve degli scalatori friulani della neonata Società Alpina Friulana come Giovanni Marinelli, Giacomo di Brazzà e Giovanni Hocke.
Nell’autunno del 1903 fu l’esploratore e cantore delle Giulie Julius Kugy a individuare e salire per la prima volta, assieme ad una delle sue guide della Carniola, Jože Komac, lo sperone Nord dove oggi si sviluppa la Ferrata Brigata Alpina Julia, che è diventato l’itinerario più veloce e frequentato per accedere alla vetta principale della catena del Canin.
La ferrata è stata attrezzata negli anni 1962-1963 dagli alpini, che si occupano anche della sua manutenzione periodica: la ferrata, che abbiamo percorso a metà luglio 2025, è infatti in condizioni ottimali ed è stata restaurata di recente, attrezzata con cavi a lunghezze molto ravvicinate e quindi molto sicura.
Kugy scoprì questo itinerario anche perché la crepaccia terminale del ghiacciaio del Canin a fine Ottocento era spesso molto distante dalle rocce, ma non in questo punto. Oggi il ghiacciaio del Canin non è più considerabile tale, piuttosto i glaciologi parlano di un “ghiacciaio frammentato in vari glacionevati e placche di ghiaccio residue, con superfici e spessori ridotti e bassa dinamica”.
In ogni caso quando lo si attraversa anche in estate per raggiungere l’attacco della ferrata, è bene porre attenzione e affrontarlo con calzature adeguate per gradinare o eventualmente con ramponcini al seguito.
L’itinerario
Partenza: Rifugio Gilberti 1850 m (raggiungibile in cabinovia da Sella Nevea, UD)
Dislivello: + 737 m
Tempo di percorrenza: 5 ore (a/r)
Difficoltà: D
Dal Rifugio Gilberti (1850 m) seguire il sentiero che attraversa in direzione Ovest il vallone verso Sella Bila Peč (2005 m) con alcune svolte, fino a raggiungere la sella e i ruderi (restaurati) della caserma, testimonianza della Prima Guerra Mondiale (circa 30 minuti). Sulla sella c’è anche una stazione meteorologica del progetto CNR – CAI per la rilevazione delle temperature in quota. Dalla sella il sentiero prosegue in direzione Nord in traversata aggirando una costa rocciosa e prosegue con lievi saliscendi e qualche svolta in direzione dell’ex ghiacciaio. Abbandonare a quota 2018 m il sentiero che prosegue verso Ovest e deviare a sinistra su detriti (ometti e qualche segnale) puntando verso le rocce soprastanti intercettando a tratti qualche lingua di neve dura (bene portarsi almeno le catenelle o i ramponcini anche nella stagione estiva). Puntare allo sperone roccioso adiacente a quello di destra, dove ha inizio la ferrata e dove c’è una catena di ferro che fuoriesce dalla neve (circa 30 minuti). Le prime lunghezze – circa 40 metri di dislivello – sono più impegnative e lievemente esposte ma su roccia ottima e levigata, poi l’itinerario attrezzato prosegue su rocce a tratti rotte (prestare attenzione a non smuovere sassi) in un canale e poi su una costola rocciosa e articolata che conduce fino alla linea di cresta (circa 1 ora). Di qui, con qualche passaggio di primo grado si traversa con lievi saliscendi fino in vetta (circa tre ore dal Rifugio Gilberti) (circa 20 minuti).
Come arrivare
Dall’uscita Carnia della A23 si raggiunge Chiusaforte. Da qui percorrere interamente la Val Raccolana fino a Sella Nevea.