News

Chamonix: la Téléphérique dell’Aiguille du Midi compie 70 anni

Grandi feste sul versante francese del Monte Bianco in occasione dell’anniversario dell’impianto di risalita più famoso delle Alpi. Una storia da rileggere e raccontare

Da Chamonix al cielo, in 20 minuti. Da settant’anni la Téléphérique dell’Aiguille du Midi disegna una traiettoria sospesa tra il fondovalle e le vette del Monte Bianco. Un’opera ingegneristica che, nel giugno del 1955, ha portato l’uomo fin quasi a quota 3.800 metri, aprendo una nuova, e comoda, porta d’accesso al cuore del Tetto d’Europa. A settant’anni dall’inaugurazione, ripercorriamo la storia di una delle funivie più celebri delle Alpi, tra primati, sogni alpinistici e un presente in bilico tra turismo di massa e avventura verticale.

Un sogno nato con l’alpinismo moderno

L’idea di una risalita meccanica fino all’Aiguille du Midi nasce in un’epoca in cui le Alpi stanno diventando il grande laboratorio dell’alpinismo europeo. Dopo la conquista del Monte Bianco nel 1786, è il turno delle punte secondarie, dei colli e delle creste: luoghi ancora inesplorati, ma perfetti per chi intende aprire nuove vie.

L’Aiguille du Midi, con la sua posizione strategica nel massiccio, diventa presto un obiettivo ambito. Tanto che nel 1818, il poeta polacco Antoni Malczewski e sei guide di Chamonix riescono a scalarne per la prima volta la parete nord. È una conquista che segna l’inizio dell’interesse alpinistico per questa guglia imponente, che guarda dall’alto la valle di Chamonix.

La nascita del progetto e il primo impianto

L’idea di costruire una funivia che collegasse Chamonix all’Aiguille du Midi risale al 1909. Tra il 1924 e il 1927 venne realizzata la prima tratta fino al Plan de l’Aiguille (2.317 metri), un importante passo ma ancora lontano dalla vetta. Il progetto, però, non proseguì oltre a causa delle difficoltà tecniche, della crisi economica e dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Per anni, la linea verso l’alto rimase segnata solo da cavi elettrici e teleferiche per il trasporto di materiali, mentre il sogno di raggiungere l’Aiguille du Midi in modo diretto erarimandato a tempi migliori.

Il Dopoguerra e la costruzione dell’impianto attuale

Nel 1951, nel clima di rinascita del secondo Dopoguerra, il progetto venne ripreso con rinnovato vigore e ambizione: costruire una funivia in due tronconi da Chamonix alla vetta, a 3.842 metri. Questa impresa richiese uno sforzo enorme, soprattutto perché all’epoca gli elicotteri non erano ancora in grado di operare a quelle altitudini per il trasporto di carichi pesanti.
Il merito va soprattutto a un gruppo di circa 30 operai, noti come “les araignées du ciel”
(i ragni del cielo) che con incredibile tenacia trasportarono a spalla pesanti bobine di cavo lungo i ripidi pendii. Nel 1949 il primo cavo fu posato in quota e, il 24 giugno 1955, la funivia venne ufficialmente inaugurata  (ma entrò definitivamente in servizio un paio di mesi dopo). In quel momento l’Aiguille du Midi divenne la stazione di arrivo più alta del mondo, raggiungibile in meno di 20 minuti, una soglia simbolica che avvicinava alpinisti e visitatori all’immensità delle Alpi con un accesso senza precedenti.

Gli sviluppi moderni, tra innovazione e attrazioni

Il cantiere, però, non si è mai fermato. Nel 1991 fu inaugurato un ascensore panoramico che conduce fino alla terrazza sommitale, offrendo una vista a 360° sul massiccio del Monte Bianco e sulle catene alpine circostanti. Nel 2013 arrivò il “Pas dans le Vide” (“Passo nel vuoto”), una cabina di vetro sospesa nel vuoto che regala un’esperienza al confine tra adrenalina e meraviglia. Nel 2015, l’apertura dell’“Espace Vertical” ha arricchito il sito con una mostra dedicata alla storia dell’alpinismo e del massiccio del Monte Bianco, celebrando le imprese di generazioni di scalatori e la relazione tra uomo e montagna.

Una porta verso l’alta montagna e la leggenda

Oggi, la Téléphérique dell’Aiguille du Midi resta uno dei simboli più forti della montagna alpina, capace di sposare turismo di massa e avventura verticale. Con quasi un milione di visitatori l’anno, è testimone di come l’ingegno umano possa trasformare un’idea visionaria in realtà.
Ogni corsa, dunque, è un tributo a quei “ragni del cielo” e a tutti gli artigiani e ingegneri che hanno reso possibile questa straordinaria impresa. Così oggi la Téléphérique continua a salire, leggera e puntuale, come allora.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close