3.500 guide AIGAE. Il lavoro non manca. E neppure le polemiche
A tu per tu con Guglielmo Ruggiero, presidente dell’Associazione Italiana Guide Escursionistiche Ambientali. Che risponde alle domande senza giri di parole
Tre anni fa, durante le Olimpiadi di Tokyo, in televisione e sui giornali è comparsa più volte la frase “il Molise non esiste”. Anche oggi, temiamo, milioni di italiani non saprebbero indicare su una mappa l’ubicazione di questa bellissima terra che confina via via con l’Abruzzo, il Lazio, la Campania e la Puglia, e che si affaccia a est sull’Adriatico.
Invece il Molise esiste, e merita più di una visita da parte degli appassionati di montagna, sentieri e pareti. A Campobasso e Isernia, i due capoluoghi, lavorano due attive sezioni del CAI. Riccardo Quaranta, l’unica guida alpina molisana, chioda da anni vie su torrioni e pareti inesplorate. Aumenta da anni, inoltre, il numero di escursionisti sui tratturi, le “autostrade verdi” utilizzate dalle greggi per spostarsi dall’Appennino al Tavoliere.
Vive a Ferrazzano, presso Campobasso, Guglielmo Ruggiero, 55 anni, che nell’autunno del 2022 è stato eletto presidente di AIGAE, la più importante associazione italiana di guide ambientali escursionistiche, al posto del piacentino Davide Galli. Facciamo il punto insieme a lui su un mestiere fondamentale per il turismo verde, per le aree protette e per il benessere di molte migliaia di italiani.
Presidente, ci può fare una carta d’identità di AIGAE?
Sì, ma devo fare una precisazione. Qualche giorno fa, a Trieste, il Meeting nazionale di AIGAE ha riconfermato il consiglio direttivo. Il gruppo dirigente verrà confermato a fine novembre, attualmente sono presidente pro-tempore.
Grazie, ma qualche dato ce lo può dare lo stesso…
Certo. A oggi aderiscono ad AIGAE 3.494 guide ambientali ed escursionistiche, poco più della metà del totale in Italia. Siamo presenti in tutte le Regioni, l’età media è sempre più bassa, il 40% dei nostri soci è donna. Cresce il numero dei soci e delle socie che esercitano solo o soprattutto il mestiere di guida.
Quante persone accompagnate ogni anno sui sentieri?
Nel 2019, l’ultimo anno prima della pandemia, abbiamo accompagnato adulti o ragazzi per circa 4 milioni di giornate. Siamo tornati alla stessa cifra.
Chi sono i vostri clienti? Una volta molti escursionisti non volevano camminare con le guide.
Il numero delle persone che accettano di camminare con una guida continua a crescere. Ci sono meno problemi organizzativi, l’esperienza è più piacevole, le guide raccontano e spiegano molto. Certo, dipende da ciascuno di noi, il rapporto umano tra guida e cliente è decisivo.
Una volta si diceva che gli escursionisti esperti preferivano andare da soli…
E’ vero, ma anche questo sta cambiando. Sono orgoglioso che il CAI di Catania e le sezioni SAT di Trento e di Rovereto abbiano deciso di camminare con me in Cornovaglia, una destinazione che conosco bene. Sono state delle esperienze perfette.
Lei è socio CAI? Va in montagna anche da volontario?
Sì, sono accompagnatore di escursionismo del CAI di Campobasso e volontario del Corpo Nazionale Soccorso Alpino. Ma ho poco tempo, lo confesso.
Come è arrivato a questo mestiere?
Mi è sempre piaciuto camminare, nel 2000 ho iniziato a lavorare come guida nei fine-settimana, mantenendo un altro lavoro dal lunedì al venerdì. Nel 2010 ho fatto il grande salto, ho aperto una partita IVA e ho scelto di lavorare a tempo pieno.
Vanno bene le cose? Si è pentito della scelta?
No, va tutto bene. Lavoro in Molise, in Puglia, in Umbria e nelle Marche, vado spesso nel Casentino. Per un’agenzia accompagno gruppi di camminatori in Gran Bretagna. In estate gestisco il centro visitatori di Castel San Vincenzo del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, e accompagno le escursioni guidate alla Meta. Non è Pescasseroli, ma siamo passati da zero a 10.000 visitatori ogni anno.
E’ vero che nel 2023 il numero degli escursionisti in Italia è diminuito? E se è vero, vale solo per i cammini o anche per i sentieri più brevi?
Purtroppo sì, e ci stiamo chiedendo perché. Forse il boom della natura legato al Covid-19 è in parte rientrato. C’è anche un problema economico. Per i cammini, l’Italia è diventata nettamente più cara di altri paesi, a iniziare dalla Spagna. Anche molte regioni alpine sono carissime.
E’ vero che le guide ambientali crescono soprattutto nel Mezzogiorno? In primavera ho partecipato al vostro Meeting nazionale di Paestum, e ho visto una straordinaria vitalità da parte dei vostri soci della Campania. Idem l’anno prima, quando ho camminato con le guide AIGAE di Pantelleria.
Si, al Sud c’è molto entusiasmo. Ma andiamo bene anche al Centro, il nostro tradizionale serbatoio, e al Nord, dove vive la maggioranza degli escursionisti italiani.
Siamo arrivati al punto dolente, i rapporti con le guide alpine e con i vostri “concorrenti”, gli accompagnatori di media montagna. A che punto è la vicenda? Lei ha avuto contatti con i responsabili nazionali delle guide alpine?
Purtroppo no, spero di averli in futuro. Qualche mese fa, all’assemblea di Federparchi, ho incontrato Antonio Montani, il Presidente generale del CAI, che si è detto disponibile a tentare una mediazione. Spero che un canale si apra.
Sintetizzo la questione per i pochi che non la conoscono. Gli accompagnatori di media montagna (legati alle guide alpine) e le guide ambientali escursionistiche fanno un lavoro simile, ma in concorrenza e con iter formativi diversi. Come si diventa guide ambientali? E quanti nuovi professionisti si diplomano ogni anno?
In alcune Regioni esistono dei corsi formativi appositi, in altre li organizziamo noi. Ogni anno terminano il loro iter circa 300 nuove guide ambientali escursionistiche.
In passato i contrasti tra l’AIGAE da un lato, e le guide alpine e gli accompagnatori dall’altro, sono finiti più volte in tribunale. E’ ancora così?
Purtroppo sì. Gli ultimi casi riguardano la Valle d’Aosta, che ad agosto ha istituito gli accompagnatori di media montagna utilizzando il nostro profilo professionale con un autentico copia/incolla. Non ci piace nemmeno che per lavorare d’inverno si debbano obbligatoriamente seguire i corsi dell’UIMLA, la Union of International Mountain Leader Associations. Ci sono anche altri corsi, si deve poter scegliere.
C’è una questione aperta anche nelle Marche, giusto?
Sì. La nuova legge regionale ha vietato alle guide ambientali escursionistiche di lavorare sugli itinerari classificati EE, per escursionisti esperti, e noi ci siamo opposti. Tenga presente che nelle Marche esistono 6 o 7 accompagnatori di media montagna e più di 200 guide ambientali. Come si fa a rispondere alla domanda di accompagnamento?
(Va detto però che, gli Accompagnatori di media Montagna delle Marche sono 30, come si vede sull’albo pubblicato sul sito del Collegio Guide alpine delle Marche, n.d.r.)
Come funzionano le contestazioni? Qualcuno vi ferma all’inizio dei sentieri?
No, è uno strano meccanismo. Quando le nostre guide pubblicano i loro programmi arrivano delle diffide. Loro effettuano comunque le gite, e poi non arrivano denunce. Secondo me dipende dal fatto che, se si va in Tribunale, le guide alpine perdono sempre.
Chiudiamo con un argomento più piacevole. Che itinerari consiglia a chi vuole scoprire a piedi il Molise?
Sicuramente il versante molisano del PNALM, dove mi trasferisco a lavorare in estate, con vette belle e selvagge come le Mainarde e la Meta. Poi l’Alto Molise, con i sentieri di Capracotta e della riserva di Colle Meluccio. Ci sono itinerari interessanti anche sul Matese, nonostante gli impianti di Campitello.
E in collina? Il Molise non è fatto solo di montagne
Vero! A quote più basse ci sono prima di tutto i tratturi, a iniziare dal Pescasseroli-Candela, che permettono camminate brevi e trekking di più giorni. Arrivare a piedi a Sepino, una città romana dove il tratturo diventa una strada lastricata, è un’esperienza straordinaria. Il Molise esiste, ed è bellissimo.