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Test prodotto – Scarpone da alpinismo Ribelle tech OD di SCARPA®

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Test a cura di Maurizio Gallo

Quando: marzo 2018

Dove: Monte Bianco e Dolomiti

Il test ha avuto luogo su diversi terreni, neve e ghiaccio, misto classico, roccia, vie ferrate, sentieri.

Il terreno su cui lo scarpone è stato provato è stato volutamente dei più vari, anche perché il modello si presta per un uso all round, non è specifico per una disciplina.

Ribelle tech OD è completamente diversa dalla precedente Rebel GTX anche se i nomi sono molto simili e possono indurre un po’ di confusione. Con Ribelle SCARPA ha portato le caratteristiche di una scarpa da trail running su una scarpa da montagna, mentre il Rebel è uno scarpone di tipo classic per alpinismo.

Cercando di immaginare chi può aver ispirato questo modello mi viene da pensare ai portatori Pakistani che ogni volta che vengono forniti dei classici scarponi da alpinismo o da trekking con suola rigida e tomaia sostenuta, dopo averli provati al piede, vanno subito a rivenderli perche con questi “scafandri” non riescono a camminare e si sentono molto più instabili e insicuri che con le loro scarpe basse di plastica senza lacci.

Primo approccio: Ho visto il “Ribelle tech OD” ad ISPO l’anno scorso e fin da subito sono rimasto molto colpito da questa scarpa perché era quello che da tanti anni pensavo dovesse essere l’evoluzione dello scarpone.

In effetti anche solo al primo contatto si capisce che si tratta di una scarpa rivoluzionaria: potrei dire che è un tentativo analogo a quello che è stato realizzato con il passaggio dallo scarpone da roccia alla scarpetta d’arrampicata.

Il peso ridotto, ma soprattutto l’allacciatura che si ferma al malleolo lasciando la completa mobilità della caviglia sono le caratteristiche che mi hanno subito colpito. Anche il design esterno è molto riuscito e rispecchia lo stile della scarpa.

Costituirà il futuro dello scarpone? Cambierà il modo di andare in montagna? per questo è giusto chiamarla così!

Calzata: Premetto: ho un piede a pianta larga e con malleoli molto sporgenti per passati incidenti. La calzata è risultata non facilissima per la presenza della ghettina elasticizzata piuttosto stretta; una volta infilato il piede invece è risultata molto comoda e confortevole soprattutto nella parte anteriore; e qui voglio subito sottolineare un punto che poi ha condizionato il test: bisogna prestare molta attenzione alla misura della scarpa che secondo me va presa piuttosto stretta.

La comodità della parte anteriore che ho riscontrato forse dipende anche dalla scelta di una misura abbondante: anche forzando l’allacciatura non sono riuscito a bloccare bene il piede che è rimasto un po’ troppo libero di muoversi.

Il sistema di allacciatura tradizionale a lacci funziona comunque bene sia per la chiusura che per l’apertura, il tutto facilitato dalla presenza di uno “stopper” che permette una facile regolazione. Una riflessione: da una scarpa così innovative. mi sarei aspettato qualcosa di nuovo anche nell’allacciatura che invece è tradizionale a lacci con una patella protettiva.

Peso scarpa: ho provato una scarpa di UK 10 EU 44; il paio pesa kg1,320.

Suola e grip: La suola Vibram si è rivelata molto efficace su tutti i tipi di terreni: dal bosco di fondovalle alle rocce bagnate ai percorsi tecnici. La suola è disegnata per accogliere ramponi semiautomatici che trovano un ampio e robusto appoggio sul tallone.

L’ammortizzazione soprattutto in discesa è buona.

La rullata è molto accentuata non crea problemi per l’aggancio dei ramponi, ma combinata alla elevata flessione della suola fa si che la scarpa “spanci”: dato che la suola è così flessibile forse non è necessaria una rullata cosi abbondante.

Camminando in salita su neve dura senza ramponi si tende a perdere la trazione per la rullata eccessiva che non permette di utilizzare la punta.

Siamo di nuovo di fronte a un nuovo modo di usare le scarpe: bisogna migliorare la centralità del peso e rendere più sensibili gli appoggi. È proprio quello che si deve iniziare a fare per rendere più elegante leggero e coordinato il procedere sia sui sentieri sia sul terreno misto e sul terreno facile.

Precisione: Qui si riapre la parentesi che avevo fatto sulla scelta della misura perché nel test che ho effettuato non ho trovato una precisione ottimale che mi sarei aspettato e anche la rullata molto accentuate della suola non facilita la ricerca di appoggi precisi, si tratta di utilizzare la scarpa sfruttando maggiormente l’aderenza e non l’appoggio di punta.

Sostegno del piede: La caviglia libera di muoversi sia sui lati sia in avanti e dietro richiede caviglie forti e buona tecnica, può presentare qualche difficoltà all’inizio e nei primi utilizzi, ma con la pratica poi è difficile rinunciare a questa elevate libertà di movimento della caviglia.

Armand Charlet e tutti i cultori della tecnica dei piedi a piatto sarebbero stati entusiasti di poter disporre di una scarpa del genere! Anche senza ramponi appoggiare il piede a piatto su pendi da percorrere in diagonale garantisce maggior aderenza ed equilibrio.

Nel test è emerso anche una certa stanchezza sui polpacci se si usa la scarpa con I ramponi per lunghi tratti con le punte frontali.

Impermeabilità e comfort al freddo: La scarpa risulta molto impermeabile e sufficientemente termica, leggero problema l’asciugatura dopo una giornata nella neve dovuto alla impossibilità di aprirla perla presenza della ghetta.

Tomaia: Esteticamente di stampo classico, risulta ben fatta e suggerisce grande robustezza. Una bordatura di gomma avvolge tutta la scarpa proteggendola dalle abrasioni.

Destinazione d’utilizzo: Questa scarpa è sicuramente un ottimo prodotto che risulta comodo e non stancante, ideale soprattutto per trekking e percorsi alpinistici non troppo impegnativi in ambiente di alta quota, nei periodi estivi/ primavera/autunno.

Direi che è una scarpa perfetta per un utilizzatore professionale, molto esperto e con un utilizzo frequente che permette di valorizzare le caratteristiche della scarpa. La leggerezza e la morbidezza la rendono anche perfetta per procedure in velocità in montagna, ma anche per ridurre il consumo di energie.

Il trail runner utilizza una scarpa più simile a una scarpa da corsa (vedi anche modello “Atom S evo OD”), mentre questo modello è maggiormente indicato per un uso all round in montagna: dopo le prime difficoltà diventa quasi impossibile lasciarla a casa!

Ormai un alpinista deve utilizzare diverse calzature a seconda del terreno e della salita che va ad effettuare: per una salita di ghiaccio o per una cascata la scelta deve cadere su una scarpa diversa più rigida, ma nel misto classic, penso al Cervino come esempio, Ribelle tech OD è la scarpa ideale!

 

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