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Gruppo del Catinaccio, inaugurato il nuovo rifugio Antermoia

Agli impavidi escursionisti che hanno partecipato alla inaugurazione del rifugio Antermoia, posto a a 2.496 nel Gruppo del Catinaccio, il meteo ha regalato un anticipo di inverno, con un paesaggio quasi invernale, ma la cosa, giudicata bene augurante dagli uomini della montagna, non è affatto dispiaciuta.

Sono salite infatti oltre 70 persone sabato al rifugio Antermoia, a salutare questo nuovo gioiello tecnologico, il gestore del rifugio Almo Giambisi e i soci SAT, accompagnati in quota dal presidente Claudio Bassetti, dalla vicepresidente Maria Carla Failo e dal responsabile della Commissione Rifugi Renzo Franceschini.

Sinceri quanto apprezzati gli interventi della Procuradora General de Fascia Elena Testor e della sindaca di Mazzin di Fassa Nicoletta Dallago, le quali hanno riconosciuto il valore dell’opera realizzata da SAT, dopo un lunghissimo e travagliato iter burocratico. L’edificio, costruito nei primi anni del Novecento dalla sezione di Fassa dell’Associazione alpinistica austriaca (Döav), è aperto il 20 giugno scorso dopo due anni di chiusura per permettere la riqualificazione degli spazi interni, nonché la modernizzazione degli impianti, introducendo innovazioni tecniche per il risparmio energetico e la diminuzione dell’impatto ambientale.

Commossi, durante l’apposizione della targa intitolata ad Elena Pajan, il presidente della Fondazione Pajan Parola, ingegner Pierluigi Parola ed il vice presidente, i quali hanno contribuito alla edificazione del rifugio con una donazione di 150 mila euro, mentre complessivamente il nuovo edificio è costato 1.700.000 euro, finanziato al 90% dalla Provincia. Presenti alla cerimonia di inaugurazione anche il progettista, geometra Livio Noldin e i titolari dell’impresa di costruzione, la Costruzioni Mazzel S.r.l., ai quali sono state riconosciute qualità, puntualità nella consegna e grande professionalità, nonostante le condizioni difficili dei due anni di lavoro, principalmente nell’estate 2014 molto piovosa.

“Come soci sostenitori di Dolomiti Unesco – ha dichiarato il presidente Claudio Bassetti – dobbiamo tenere fede ad un impegno di coerenza con tutto ciò che concerne l’ambiente, anche, come in questo caso, con una attenzione speciale al risparmio energetico e ad un oculato utilizzo e sfruttamento delle acque, oltre ad un inserimento paesaggistico adeguato al pregio dell’ambiente circostante. E siamo particolarmente soddisfatti perché quest’opera ha dimostrato che l’idea di migliorare con coerenza risulta essere non solo auspicabile, ma oggettivamente praticabile”.

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