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Grazie caporalmaggiore, grazie di tutto

BERGAMO — Momenti di grande dolore. Quelli che ti tagliano in due l’anima, solamente guardando le immagini sul teleschermo. Il ritorno in patria di Giorgio Langella, caporalmaggiore degli alpini di Cuneo, è stato straziante. Come sono strazianti le morti di tutti gli altri ragazzi che, per mestiere o per dovere, in questi anni hanno dato la vita per l’Italia.

Sissignori, per l’Italia. Perchè se oggi continuiamo a viaggiare tranquilii, saliamo sugli autobus e sui treni come ogni giorno, lo dobbiamo anche a questi soldati che vanno a combattere per la sicurezza del nostro paese, sulle montagne dell’Afghanistan.
 
Dell’importanza di questi soldati, tanto vituperati da una parte dello schieramento politico italiano, ci renderemo conto solo quando anche da noi salterà per aria un pullman o una metropolitana. Quando toccheremo con mano che gli assassini di al Qaeda sono fra di noi. Quando resteremo sciocciati per le bombe piazzate sulle pensiline delle nostre città. Quando piageremo corpi a brandelli e sangue sparso sui muri di una stazione.
 
E allora sentiremo le voci di qualcuno gridare "al lupo al lupo". E chiedere a gran voce il ritiro dei nostri soldati. Ebbene, credere che i macellai di al Qaeda fermino i loro attentati solo perchè abbiamo ritirato le truppe è pura utopia. Il disegno farneticante e destabilizzante di Osama Bin Laden prevede di fare dell’infedele Occidente un califfato. E di portare la bandiera islamista in Piazza San Pietro. Lo dice persino Magdi Allam, uno che di islamisti ne sa qualcosa, costretto ad andare in giro con la scorta per le minacce dei suoi connazionali. Ora, alzi la mano chi crede davvero che si fermeranno, se ce ne andiamo dall’Afghanistan.
 
Ci perdoni Oriana Fallaci se prendiamo spunto da un suo libro. Ma è arrivato veramente il momento della rabbia e dell’orgoglio. Rabbia per il ragazzo che è stato vilmente ammazzato, con una bomba radiocomandata, in Afghanistan. Orgoglio per lo straordinario lavoro che stanno facendo gli alpini su quelle montagne e in altri teatri del mondo.
 
E dopo le lacrime, non resta che dire grazie al caporalmaggiore Langella. Grazie di tutto…
 
 

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