TRENTO — Nonostante gli ampi sprazzi di sereno al Nord, il gelo non molla. Dopo le nevicate del weekend, sulle montagne italiane il freddo si fa sentire e in quota il rischio valanghe resta marcato grado 3.
In Trentino questa mattina splende il sole, ma i suoi raggi non scaldano affatto. Sopra i 500 metri è il polo: -19,2 gradi a Cima Presena (3000 metri), -7 a Pinzolo, -6 a Lavarone, -8 Folgarida e -7 Cavalese. Salendo il freddo è ancora più pungente. Alle Viote del Bondone il termometro si è fermato a -11 gradi, -17 a Paneveggio e sulla Paganella , -15 a Pian della Fedaia.
A causa delle valanghe, la Protezione Civile della Valle d’Aosta, da questa mattina, continua a fornire viveri alle persone bloccate in alcune stazioni sciistiche. Duemila turisti sono bloccati ai piedi del Gran Paradiso, precisamente a Rhemes Notre Dames (1.700 metri). Altre persone sono ferme nella vallata attigua di Valsavarenche.
I geologi della Regione a bordo di elicotteri sorvolano le zone da cui si sono staccate le valanghe per verificare la consistenza della neve e decidere, eventualmente, l’apertura controllata delle strade. Il rischio valanghe è ancora alto; al massimo della scala nei versanti ovest e Nord della Valle.
Nell’Italia del Centro, nevica tra la Valle del Salto e l’Aquila ovest e in tutta la parte sud dell’Umbria. Per neve è chiuso il passo della Somma. Le nevicate più consistenti riguardano dalle 6 di oggi soprattutto l’Orvietano. Nel Comune di Castelgiorgio sono caduti circa dieci centimetri di neve ma tutte le strade sono transitabili grazie all’intervento dei mezzi spazzaneve e spargisale. Nevica a tratti anche a Perugia.
Elisa Lonini