
LECCO — Era romena, aveva soltanto 17 anni ed era madre di una bimba di otto mesi. Ecco a chi apparteneva uno dei due cadaveri trovati la settimana scorsa nei boschi di Morterone, sulle montagne lecchesi.
Le due donne, ricorderete, erano state trovate da un cercatore di funghi. I cadaveri, coperti di tagli, chiusi in due sacchi neri gettati in una scarpata. Dal momento del ritrovamento, le indagini sono state portate avanti a ritmo serrato e in pochi giorni i carabinieri sono riusciti a risolvere una parte del giallo identificando uno dei due corpi.
Una delle due donne – uccise sembra per soffocamento – era infatti una giovanissima prostituta romena, che aveva soltanto 17 anni ma che era già madre di una bimba, che attuamente si troverebbe in Romania affidata alle cure della nonna.
Chiave del riconoscimento sono stati i due tatuaggi che la ragazza aveva sulle spalle: uno con il nome di Alexandra, la sua bimba, e l’altro con il nome del suo fidanzato, Ramon, anche lui romeno. Da quanto emerso nelle indagini, sembra che fosse proprio quest’ultimo a costringere la giovanissima madre a prostituirsi nella zona di Como.
Sembra inoltre che Luvic, questo il nome della ragazza, fosse stata recentemente "venduta" dal fidanzato – uscito qualche mese fa dal carcere – ad una banda di albanesi che operava nella zona e che l’avrebbe trasferita a Milano. E’ su questi elementi che si stanno concentrando, oggi, le indagini delle autorità.
E’ ancora mistero, infatti, sulla scomparsa della ragazza, sui motivi dell’omicidio e soprattutto sull’identità dell’altra vittima: le pessime condizioni del cadavere e l’assenza di segni di riconoscimento hanno finora reso impossibile risalire alla sua identità.