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Cai: troppi tagli, a rischio la sicurezza in montagna

BERGAMO — Troppi tagli e la sicurezza in montagna non sarà più garantita. Il Club Alpino Italiano (Cai) critica la manovra del governo Monti, puntando il dito contro un pesante taglio pari a circa il 45 per cento del finanziamento in favore dell’attività svolta dal Club che, come spiega una nota, è un ente pubblico non economico che svolge attività di servizio generale, in particolare su temi della prevenzione e sicurezza in montagna. Ha 150 anni e 319.426 soci.

Senza soldi bisognerà porre fine a formazione, attività con le scuole, sentieristica e gestione dei rifugi. Ma anche tagliare le attività di soccorso sanitario in montagna del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Cai (Cnsas) che avrà un budget decurtato del 72 per cento. Una mossa sbagliata, secondo il Club, perché senza i volontari il soccorso sanitario agli abitanti, ai turisti e agli appassionati della montagna avrà costi molto elevati che graveranno interamente sulla finanza pubblica. Ogni anno il Cnsas opera 6mila interventi e meno del 5 per cento sono a favore di soci Cai.

“L’attività del Club Alpino Italiano”, ha spiegato il residente generale del Cai, Umberto Martini. “è un’attività di pubblica utilità su cui gravano questi nuovi tagli: senza la manutenzione dei sentieri, senza la rete dei rifugi e senza soccorso la montagna italiana non sarà più sicura per nessuno, creando così anche un grave danno all’economia dei territori di montagna e del nostro paese tutto”.

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